Questo articolo è disponibile anche in:
Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
sono Giuseppe, un ragazzo di 17 anni: innanzitutto, vorrei ringraziarla per tutte le risposte che mi ha mandato quando scrivevo i miei dubbi, ma ora vorrei essere più specifico. Da 2 mesi, ho cominciato a pregare spesso, a comportarmi bene durante la Santa Messa e a portare più rispetto verso il Signore.
Inoltre ho vissuto un magnifico ritiro spirituale con i giovani che mi ha lasciato tanta felicità, soprattutto nella fede, dopo che ho confessato tanti peccati gravi che commettevo in passato, ma per fortuna non più.
Come tante persone, anch’io ho il problema dei pensieri cattivi, in particolare le bestemmie, che mi vengono in mente ormai da due mesi. So che anche con il pensiero si può commettere peccato mortale, quindi sono pensieri che mi turbano molto e quindi cerco di mandare via (per esempio respingo questi pensieri cattivi con frasi tipo “Viva Cristo Re”, “Viva Gesù”, “Vattene Satana” ecc.).
Il problema però è questo: diverse volte, temo purtroppo che queste bestemmie vengano dalla mia volontà, che non siano solo tentazioni, ma pensieri che voglio io: ciò nonostante, continuo a cacciarli con frasi che lodano il Signore, ma allo stesso tempo sento che quelle bestemmie vengano un po’ per mia volontà: ed è qui che non so come comportarmi, cosa fare.
Non per giustificarmi, ma sinceramente non direi mai una bestemmia, non la farei uscire mai dalla mia bocca: in passato ho avuto tanti altri pensieri negativi che ho pensato volontariamente, ma che nella realtà non avrei mai fatto, perché non avevo la volontà di compierli. Purtroppo questi pensieri mi portano a non fare la comunione per diverse Domeniche, prima della nuova Confessione, perché preferisco non riceverla, anziché prenderla senza essere sicuro di essere nella Grazia di Dio. Sono sempre questi pensieri che mi portano a confessarmi più volte (nelle ultime tre settimane, per questi pensieri, mi sono confessato due volte in nove giorni), ma già il giorno dopo la Riconciliazione, ricado nel pensiero della bestemmia, con il timore di averla pensata volontariamente.
Vorrei sapere la sua opinione a riguardo e chiedo anche dei suoi consigli per come comportarmi in questa situazione.
Grazie
Giuseppe
Risposta del sacerdote
Caro Giuseppe,
1. sono contento per la svolta che ha assunto la tua vita cristiana.
Deve avvenire in ogni ragazzo il momento in cui ci si determina autonomamente a vivere la propria vita cristiana con impegni particolari, e non soltanto perché si è stati educati così.
È un momento in cui ci si incontra con Gesù maniera viva e penetrante e ci si determina a seguirlo impostando per la nostra vita spirituale quella che il santo Papa Giovanni Paolo II chiamava pedagogia di santità.
2. Sono contento anche per il “magnifico ritiro spirituale” che hai vissuto.
Tutti abbiamo bisogno di questi momenti che non sono altro che un invito del Signore ad appartarci per stare con lui.
In quel momento si realizza nella nostra vita ciò che il Signore ha promesso per mezzo del profeta Osea: “La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore” (Os 2,16).
Il Signore stesso ce ne ha dato l’esempio. Legge nel Vangelo che “al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava” (Mc 1,35).
A volte si è ritirava in disparte solo con alcuni, e non con tutti come nell’evento della trasfigurazione: “Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare (Lc 9,28).
San Tommaso ripete molto spesso che “ogni azione di Cristo è per noi un’istruzione” (omnis Christi actio nostra est instructio).
3. A proposito delle bestemmie interne fai bene a reagire secondo le indicazioni che hai scritto.
Tuttavia non costituiscono per te un peccato che macchi l’anima e ti separi da Cristo. Perché non le vuoi in nessun modo.
Per compiere infatti un peccato grave o mortale si richiedono sempre simultaneamente le tre condizioni: che si tratti di materia grave, che ci sia piena avvertenza della mente e che ci sia il deliberato consenso della volontà.
4. Per questo non è giusto per lasciare la Santa Comunione semplicemente per queste bestemmie interiori, proprio perché non sono volute in alcun modo.
Vale anche qui l’affermazione teologica: non nocet sensus ubi non est consensus (non nuoce il senso se non vi è consenso).
Verrebbe da dire che se il demonio ti tormenta con quei pensieri, alla fine riporta vittoria se tu tralasci quel momento così santificante e così ricco di grazia per la tua vita qual è quello della Santa Comunione.
5. In merito a questo obbedisci al confessore. Certamente gliene hai parlato e sono certo che ti avrà detto di continuare a fare la Santa Comunione.
Senza la comunione rimaniamo privi di molte grazie.
San Tommaso d’Aquino assicura che in virtù di questo sacramento “l’anima viene riempita di grazia e le viene dato il pegno della vita futura”.
6. Ecco che cosa dice San Tommaso: “Questo sacramento conferisce spiritualmente la grazia assieme alla virtù della carità. Per cui il Damasceno paragona questo sacramento al carbone acceso visto da Isaia (6,6): “Come il carbone non è legno soltanto, ma legno unito al fuoco, così anche il pane della comunione non è pane soltanto, ma pane unito alla divinità” (Somma teologica, III, 79, 1, ad 2).
7. Inoltre come osserva San Gregorio, “l’amore di Dio non rimane ozioso, opera bensì grandi cose, se c’è” (In evang. hom., 30).
Permetti pertanto che il Signore venga a fare grandi cose nella tua vita.
È solo il demonio che non lo vuole. Non dargliela vinta in nessun modo.
Con l’augurio di continuare sempre così nell’impegno della tua vita cristiana, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo