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Quesito

Caro Padre,
Ho scoperto da poco il sito e sto leggendo, per rinfrescarmi le idee (anche se si tratta di cose note) le risposte passate sui temi di etica matrimoniale e sessuale. Sono interessato a questi temi, nonostante abbia ormai 52 anni, in quanto padre di tre figli. Cerco sinceramente di aderire con tutto il cuore a quanto lei dice, e lodo la chiarezza della sua esposizione. Tuttavia, non le sarà sfuggito che la sua non è la sola voce con la quale parlano gli ecclesiastici. Un esempio: a me, 27 anni orsono, il direttore spirituale di allora (un austero Padre Passionista) autorizzò il ricorso alla contraccezione. Non crede lei che tale disparità all’interno della Chiesa sia un grave inciampo? Facile è concludere che tra due ha ragione quello che mi permette quello che voglio! Possibile dunque che neppure i preti riescano a pensarla allo stesso modo? Poveri preti, non hanno certo tutte le colpe, ma se scopro che un mio dipendente dice ai clienti che, in realtà, i nostri prodotti, non hanno le qualità che vantiamo…
Veniamo alla domanda: mi risulta che gli ortodossi ammettano la contraccezione. Stante una certa (almeno presunta) vicinanza della teologia della chiesa ortodossa alla cattolica, sono rimasto stupito, perché questo mi sembra un punto centrale. Per non parlare poi dei protestanti. Lei che cosa ne pensa?
Grazie per le sue risposte e cordiali saluti


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. quella della uniformità dei preti nel proporre l’insegnamento della Chiesa è un tasto dolente. Meno oggi, più negli dopo il ‘‘68.

2. In merito Paolo VI, nell’enciclica Humanae vitae, rivolgendosi ai sacerdoti aveva detto:
“Diletti figli sacerdoti, che per vocazione siete i consiglieri e le guide spirituali delle singole persone e delle famiglie, ci rivolgiamo ora a voi con fiducia.
Il vostro primo compito – specialmente per quelli che insegnano la teologia morale – è di esporre senza ambiguità l’insegnamento della chiesa sul matrimonio.
Siate i primi a dare, nell’esercizio del vostro ministero, l’esempio di un leale ossequio, interno ed esterno, al magistero della chiesa.
Tale ossequio, ben lo sapete, obbliga non solo per le ragioni addotte, quanto piuttosto a motivo del lume dello Spirito santo, del quale sono particolarmente dotati i pastori della chiesa per illustrare la verità.
Sapete anche che è di somma importanza, per la pace delle coscienze e per l’unità del popolo cristiano, che, nel campo della morale come in quello del dogma, tutti si attengano al magistero della chiesa e parlino uno stesso linguaggio.
Perciò con tutto il nostro animo vi rinnoviamo l’accorato appello del grande apostolo Paolo: “Vi scongiuro, fratelli, per il nome di nostro signore Gesù Cristo, abbiate tutti uno stesso sentimento, non vi siano tra voi divisioni, ma siate tutti uniti nello stesso spirito e nello stesso pensiero” (HV 28).

3. Aveva poi così proseguito:
“I Pastori devono, dunque, dar prova di pazienza e di bontà; ma non è loro permesso né di render vani i comandamenti di Dio, né di ridurre oltre misura la responsabilità delle persone. ‘‘Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime. Ma ciò deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Signore stesso ha dato l’esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare ma per salvare, Egli fu certo intransigente con il male, ma misericordioso verso le persone” (HV 29).

4. Su questo punto è tornato anche Giovanni Paolo II.
In un passo saliente del suo magistero si è espresso così: “La prima, ed in certo senso la più grave difficoltà (sul nostro tema), è che anche nella comunità cristiana si sono sentite e si sentono voci che mettono in dubbio la verità stessa dell’insegnamento della Chiesa.
Tale insegnamento è stato espresso vigorosamente dal Vaticano II, dall’enciclica Humanae vitae, dalla esortazione apostolica Familiaris consortio e dalla recente istruzione Donum vitae.
Emerge a tale proposito una grave responsabilità: coloro che si pongono in aperto contrasto con la legge di Dio, autenticamente insegnata dal magistero della Chiesa, guidano gli sposi su una strada sbagliata.
Quanto è insegnato dalla Chiesa sulla contraccezione non appartiene a materia liberamente disputabile tra i teologi.
Insegnare il contrario equivale a indurre nell’errore la coscienza morale degli sposi” (5.5.1987).
Pertanto puoi comprendere da te stesso cosa si deve pensare del sacerdote che ha autorizzato la contraccezione.

5. La teologia ortodossa è contraria alla contraccezione in linea di principio.
Di fatto si sorvola.
Per i protestanti le cose stanno diversamente, perché fra loro non c’è magistero e anche perché, secondo il pensiero di Lutero, ogni azione che l’uomo compie è sempre peccaminosa.
Per i protestanti l’uomo si salva solo per la fede nella passione di Cristo, in virtù della quale Dio ci rimetterà le nostre colpe.
Ma la Scrittura dice che la “fede senza le opere è morta” (Gc 2,17).

Ti ringrazio per la fiducia, ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo