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Caro Padre Angelo,
Le scrivo per porgerLe due domande. Cercherò di essere sintetico:
1) Può consigliarmi un modo per ringraziare Dio ed i Santi per le Grazie che mi hanno concesso? Io ho fatto dire una messa “In ringraziamento” ma vorrei fare di più. Il Signore mi ha ascoltato, sicuramente anche per intercessione dei Santi. Vorrei dirgli un sentito “GRAZIE!” che sia a Lui gradito.
2) Ho sentito che molte volte gli embrioni, naturalmente concepiti, possono non riuscire ad annidarsi o, comunque, è purtroppo frequente che certe gravidanze non giungano a termine per cause assolutamente naturali. Poiché l’anima viene infusa al momento del concepimento, possiamo ipotizzare che in Cielo vi siano tantissime anime beate che nemmeno sappiamo essere vissute? Il loro destino è affidato alla misericordia di Dio? Si può pregare per loro? Io credo che siano anime beate che intercedono per noi…o almeno così mi piace pensare.
Lei che ne pensa?
Saluti.
Carissimo,
1. la prima e principale forma di ringraziamento è la Santa Messa.
Eucaristia in greco significa azione di grazie.
In essa presentiamo a Dio Padre, largitore di ogni grazia, il grazie di Gesù Cristo, che ha un valore e un merito infinito.
Spesso la gente fa celebrare Messe in suffragio dei defunti. Ed è ottima cosa.
Alcuni fanno celebrare delle Messe per domandare grazie. Anche questo è molto bello.
Pochissimi invece si ricordano di far celebrare delle Messe proprio in ringraziamento per i benefici e per le grazie ricevute.
2. Nella Messa, a parte il grazie di Gesù che “prese il pane e rese grazie”, sono presenti tante espressioni di rendimento di grazie.
Ad esempio nel Gloria in excelsis Deo si dice: “Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie…”.
Quasi tutti i prefazi iniziano con invocazioni come questa: “È cosa buona e giusta renderti grazie e innalzare a te l’inno di benedizione e di lode, Dio onnipotente ed eterno per Cristo nostro Signore”.
Vi sono anche espressioni come “Rendiamo grazie a Dio” (Deo gratias) e l’Amen.
3. L’Amen come saluto era di uso corrente tra i cristiani dei primi secoli e anche al tempo di sant’Agostino, il quale scrive: “Che cosa può esserci di meglio del Deo gratias per salutare lungo la strada o scrivendo? Non si può dire nulla di più breve, ascoltare nulla di più gioioso, comprendere nulla di più grande, fare nulla di più fruttuoso” (Ep. 41,1).
A suo dire, i monaci si salutavano così (Enarr. in Ps., 132,6) e, di fatto, la formula si è conservata in alcuni monasteri.
4. Al di fuori della Messa va ricordato in particolare il Te Deum.
È il canto per eccellenza dell’azione di grazie, sebbene non faccia mai espressamente menzione di gratitudine.
Se ne fa uso soprattutto nelle circostanze in cui si vuole ringraziare Dio in forma solenne.
In molte chiese è rimasto come canto caratteristico per la chiusura dell’anno il 31 dicembre.
5. Per la seconda domanda: quanto hai detto vale non solo per i bambini abortiti ma anche per tanti bambini morti appena nati e battezzati.
Nessuno di questi aveva consapevolezza di esistere quand’era su questa terra.
Si sono trovati in Cielo quasi come Angeli.
Ma adesso hanno consapevolezza di essere passati da questa terra senza saperlo.
6. Per i bambini battezzati sappiamo che la grazia di Dio li ha portati direttamente in Paradiso.
Per gli altri noi confidiamo che Dio – stante la sua volontà salvifica universale (cfr 1 Tm 2,4) – dia loro la possibilità di accogliere la grazia attraverso un lume soprannaturale al momento della loro uscita da questo mondo.
In proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica dice: “Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti, la grande misericordia di Dio, “il quale vuole che tutti gli uomini siano salvati” (1 Tm 2,4), e la tenerezza di Gesù verso i bambini, che gli ha fatto dire: “Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite” (Mc 10,14), ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza Battesimo” (CCC 1261).
E ancora: “Quanto ai bambini morti senza Battesimo, la liturgia della Chiesa ci invita a confidare nella misericordia di Dio, e a pregare per la loro salvezza” (1283).
Pertanto per questi bambini è buona cosa pregare per loro e anche affidarsi alla loro intercessione, come si fa per quelli morti col Battesimo.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo