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Quesito

Caro Padre Angelo,
sono un ragazzo che sta intraprendendo un cammino di fede, insieme a mia moglie, che ogni giorno mi sta regalando sempre nuove emozioni e gioie.
Desideravo porle in modo del tutto umile e privo di qualsiasi presunzione la seguente considerazione.
Gesù è nato povero ed ha condotto una vita di povertà. Detto questo perché la Chiesa ha accumulato, nel corso degli anni, notevoli ricchezze ben visibili anche nell’abbigliamento del Santo Padre?
Non disse Gesù di non accumulare tesori in terra dove tarlo e ruggine li consumano?
Conosco benissimo le opere di beneficenza che la Chiesa compie ovunque nel mondo, ma le ho posto questa domanda anche per poi poter rispondere a quelle persone che attaccano la Chiesa incolpandola di arricchirsi e, quindi, di andare contro la parola stessa di Gesù.
La ringrazio di cuore per la risposta che mi darà.
Un affettuoso saluto da un’umile creatura di Dio
Gianfranco


Risposta del sacerdote

Caro Gianfranco,
1. Quando parli delle vesti del Papa penso che tu alluda ai paramenti sacri che egli indossa nelle funzioni e nella celebrazione della S. Messa.
Non penso che tu ti riferisca alla tunica bianca che egli porta abitualmente.
Anche Gesù indossava una tunica lunga, senza cuciture. Certamente gliela aveva fatta sua Madre. Ed era un vestito senza dubbio dignitoso.

2. Gesù è nato povero, ha voluto essere povero, ama i poveri.
Ma non ha detto di abbattere il tempio di Gerusalemme perché era troppo sontuoso.
Piuttosto ha cacciato via chi trasformava una casa di preghiera in una spelonca di ladri. Osservando questo, i discepoli si ricordarono delle parole della Scrittura: “lo zelo per la tua casa mi ha divorato” (Gv 2,17).

3. Nell’Apocalisse puoi leggere di quale materiale sia fatta la Gerusalemme celeste. È un’immagine certamente, perché il cielo non è fatto di materia: “Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo. Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose” (Ap 18-19).
Per questo i nostri padri non hanno costruito solo delle Chiese “funzionali”, ma hanno voluto che riflettessero anche esternamente la grandezza di quello che lì dentro si celebra.
Noi uomini siamo fatti di anime, certamente, ma anche di corpi. E i corpi, i sensi, vogliono la loro parte.

4. Inoltre per significare la grandezza e lo splendore della realtà del Paradiso e del culto che lì si offre a Dio nell’Apocalisse si fa menzione del materiale più prezioso. Ad esempio, anche gli incensieri sono d’oro: “Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono” (Ap 8,3).
Gesù non ha detto di celebrare il culto in maniera povera. Attraverso le immagini dell’Apocalisse (e questo libro è Parola di Dio) noi comprendiamo tante cose.

5. C’è da chiedersi: perché alcuni addobbano e abbelliscono più che possono le loro case e il loro abbigliamento, ma appena si tratta di dare qualcosa a Dio, che manifesti il nostro amore per Lui, la grandezza e la straordinaria efficacia del culto cristiano subito fanno osservazione…
È un fatto innegabile: quelli che amano Dio non fanno osservazione su questo. Anzi desiderano concorrere nel contribuire… perché ci sia anche del loro nel culto che si dà a Dio.
Fanno osservazione quelli che in Chiesa non vanno e nella vita privata si concedono tante cose per soddisfare i loro vizi e i loro piaceri.
Mi pare che vi sia una contraddizione palese…

6. Gesù non ha fatto osservazione ai sacerdoti del tempio di celebrare il culto in maniera troppo sontuosa. Li ha rimproverati per altro, ma non per questo. Del resto la sontuosità delle vesti sacerdotali era richiesta dalla stessa Sacra Scrittura. L’Antico Testamento è addirittura minuzioso sulle vesti sacerdotali e sulle decorazioni del sacerdote (cfr. Es 28,4.40; 29,8-9; 39,27-30; Lv. 8,13).
Per risparmiarti la lettura, chi ufficiava doveva avere un turbante di forma conica che gli coronava la testa.
Il vestiario del sommo sacerdote era più complicato. Sopra la veste sacerdotale abituale, metteva una specie di cotta senza maniche, ricamata nella parte inferiore con melagrane viola e rosse alternate con campanelle d’oro.
Sopra la prima cotta doveva vestirne una seconda, l’efod, che comprendeva le spalline d’oro abbellite da due pietre d’onice sulle quali erano incisi i nomi delle tribù israelitiche.
Infine sul petto portava il pettorale, grande pezzo di stoffa quadrata che formava una specie di tasca nella quale si mettevano l’urim e il tummim; nella parte esterna di questa tasca risplendevano, in triplice fila, 12 pietre preziose, sulle quali erano stati incisi i nomi delle 12 tribù.
La tiara del gran sacerdote era ornata d’un diadema d’oro sul quale erano incise queste parole: santità a Iahvé.
Questo vestiario era ben fatto per colpire la fantasia e il suo simbolismo non era privo di valore.
Solo nel giorno delle espiazioni era ridotto ad un semplicissimo indumento di lino bianco.

8. La parole di Gesù “non accumulate tesori in terra dove tarlo e ruggine li consumano” riguardano la preoccupazione di preparare grande il nostro futuro eterno. E a questo mira a suo modo anche lo splendore del culto.
I paramenti e le suppellettili sacre non ammassano tesori per nessuno: sono proprietà della Chiesa in quanto tale. Dunque appartengono anche a me e e a te. Non sono proprietà privata del Papa, il quale per altro nella sua vita personale non sembra concedersi piaceri o vizi particolarmente costosi…

Ti ringrazio della domanda che mi hai fatto.
Ti saluto, ti auguro una permanente prosperità matrimoniale, oltre che un felice anno nuovo.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo