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Quesito
Caro Padre Angelo,
Sono una giovane ragazza di 24 anni e circa 4 anni fa dopo aver a lungo temporeggiato ho intrapreso il cammino cattolico seguendo la catechesi per ottenere i sacramenti (compreso il battesimo) da adulta. Questo è stata una mia scelta personale assolutamente non influenzata da nessuno. Cosi due anni fa ho ricevuto tutti i sacramenti e ne vado molto fiera. Ma in tutto questo c’è un grandissimo problema che mi affligge.. Da circa 5 anni sono fidanzata con un ragazzo di un altra città. La distanza ci ha portato alla scelta di una convivenza. Io soffro molto di questa situazione a livello spirituale perché so di essere in peccato gravissimo e per questo non posso vivere a pieno la mia vita religiosa ma non riesco a trovare pace perché in realtà noi stiamo convivendo per "prova" per vedere come va o perché non desideriamo davvero sposarci ed avere dei figli, anzi: non utilizziamo metodi contraccettivi al di fuori di quelli naturali e non stiamo quindi ‘‘provando’ a vedere come andrà il nostro rapporto noi siamo convintissimi della nostra relazione ma, in tutta lealtà stiamo lavorando per mettere da parte i soldi per festeggiare il nostro matrimonio. Non vogliamo fare le cose in grande ma ci teniamo a festeggiare quel giorno con le persone che amiamo e per fare questo purtroppo qualche soldino ci vuole! Quindi perché il Signore o la chiesa non dovrebbe concederci questo? noi ci sentiamo davvero "sposati nell’anima" non ci stiamo regalando l’un l’altro ci siamo davvero impegnati ad esserci fedeli e stare insieme sempre. Insomma siamo certi di amarci davvero e di volerlo per tutta la vita e desidereremmo poter vivere la fede andando a fare la comunione e tutto il resto.
Spero che lei mia possa alleggerire da questo peso e indicare la strada più giusta.
Che Dio la benedica.
M.
Risposta del sacerdote
Carissima M.,
1. probabilmente nel periodo centrale della tua mail, quando dici “perché in realtà noi stiamo convivendo per "prova" per vedere come va” manca un “non”.
E cioè non convivi per prova né perché non vuoi sposarti o non avere figli. Infatti il matrimonio lo desideri e lo stai preparando anche nell’aspetto esteriore.
2. Tuttavia perché andare a convivere se non si è sposati?
Di fatto, come vedi, c’è di mezzo l’esperienza sessuale, che è falsata anche dalla contraccezione. Che questa sia artificiale o naturale (rapporto interrotto) cambia poco.
La contraccezione falsa il rapporto perché cessa di essere un rapporto di autentico amore per diventare un rapporto… – diciamolo pure – egoistico.
3. E questo mentre il fidanzamento è il tempo in cui si impara ad amarsi e a bandire l’egoismo dalla propria vita.
4. La castità non è forse il segno più bello che siete signori dei vostri impulsi, che sapete dominare le tentazioni di sensualità, che siete capaci di amarvi con un amore puro e dunque forte?
5. Sarebbe sufficiente questo per dire che la vostra convivenza non è un’esperienza corretta.
Se non ci fosse stata la voglia dell’esperienza sessuale sareste stati ognuno a casa vostra, come da sempre tutti hanno fatto.
Anche prima di voi, tante persone si sono sposate pur abitando lontane l’una dall’altra e senza mezzi di comunicazione a portata di mano.
Oggi, anche se si è lontani, ci si può vedere e parlare tutti i giorni e passare tanto tempo insieme senza spendere un centesimo.
6. Ma tu obietti: noi siamo già sposati nell’anima! Ed è la cosa più importante!
Essere sposati nell’anima è certamente importante. Mi verrebbe da dire che è essenziale.
Tuttavia si è veramente sposati nell’anima solo se lo si è anche esternamente.
Noi non siamo fatti solo di anima, ma anche di corpo.
E finché non ci sono determinati atti, per quanto ci sia la volontà di compierli, non si acquistano ancora diritti e doveri, come quelli coniugali.
E in realtà voi sapete bene che per quanto vogliate essere sempre l’uno dell’altro, per ora non lo siete ancora. Manca quel sì (il sì del consenso coniugale) che cambia tutto.
Solo da quel momento ci sarà l’esproprio del vostro io per consegnarlo all’altro.
Finora quest’esproprio non c’è stato, ma solo la volontà di farlo.
7. Verrebbe anche da dire: vi sentite sposati nell’anima. Bene, è giusto, è una bella cosa, anzi doverosa.
Allora vogliatevi bene – per ora – solo con l’anima, senza metterci i rapporti sessuali.
Perché il corpo lo donerete solo quando vi esproprierete di voi stessi con il sì coniugale. In quel momento non solo con l’anima, ma con la totalità di voi stessi vi donerete l’uno all’altro e sarete eternamente l’uno dell’altro.
8. Dici che desidereresti andare a fare la Comunione.
Sì, è bello questo desiderio.
Ma la Sacra Scrittura dice che prima di mangiare di quel pane è necessario esaminare se stessi: “Ciascuno, dunque, esamini se stesso e poi mangi del pane e beva dal calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti” (1 Cor 11,28-30).
Ci si va a nutrire del corpo e del sangue del Signore per essere aiutati dalla sua grazia ad amarsi con il suo stesso cuore, in maniera pura, santa e santificante.
9. Infine possiamo dire di amare il Signore solo quando osserviamo i suoi comandamenti.
La Sacra Scrittura dice: “In questo infatti consiste l’amore di Dio, nell’osservare i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1 Gv 5,3).
E anche: “Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità” (1 Gv 2,4); e “Questo è l’amore: camminare secondo i suoi comandamenti. Il comandamento che avete appreso da principio è questo: camminate nell’amore” (2 Gv 1,6).
Nell’ultima cena Gesù ha detto: “Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama” (Gv 14,21).
10. Carissima M., sono molto contento che tu abbia aderito a Cristo corrispondendo all’amore che il Signore suscitava in te.
Adesso si tratta di fare un passo in avanti, e cioè di continuare a corrispondere ad un nuovo amore che il Signore suscita in te.
È un amore che non ti toglie nulla, se non le scorie egoistiche e sensuali.
Come sei stata contenta e ti sarai detta mille volte fortunata di aver chiesto e ricevuto i sacramenti, così succederà la stessa cosa anche adesso se ti fiderai in toto di quello che ti chiede il Signore.
Proprio per questo ti ricordo in modo particolare al Signore, soprattutto nella Messa, e ti benedico.
Padre Angelo