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Quesito
Carissimo Padre,
La ringrazio immensamente per essersi messo al servizio di noi fedeli in modo assolutamente gratuito perché possiamo ricevere tramite le sue risposte Luce. La mia vita é stata assolutamente stravolta dal Signore pochi mesi fa e lo Spirito Santo attraverso l’intercessione dolcissima ma potentissima della nostra Mamma (Maria) continua a guidarmi e a darmi la forza per essere un giovane cristiano (ho 17 anni) in un’epoca come la nostra dove chi é innamorato di Dio é sempre più visto come un folle e uno "scemo".
Poco tempo fa per grazia divina ho finalmente ricevuto dentro me il desiderio di provare a vivere la mia sessualità e affettività avendo come centro Gesù.
Questo desiderio da me custodito e alimentato é aumentato sempre di più di fino a che, come ogni dono di Dio di cui ci si é presi cura, si é radicato nella profondità del mio cuore.
Fino agli inizi di dicembre ho avuto una fidanzata con cui ho fatto dei progressi assai considerevoli, con cui ho raccontato senza problemi il mio rapporto con Gesù, Maria e i loro grandi segni d’amore da me ricevuti. Stavo proprio bene, stavamo proprio bene finché il desiderio in lei di avere dei rapporti sessuali non ha compromesso la nostra felicità di coppia fino a portarci alla separazione. Lei sapeva e sa tuttora che la purezza e castità che tanto desideravo tra noi era una cosa giusta,ma faceva molta fatica (lo spirito é forte ma la carne é debole) ad accettarla anche perché le sue amiche con cui si confidava le dicevamo l’esatto contrario. Per me scegliere Gesù, seguire ciò che mi diceva il mio cuore é stato molto difficile perché per me lei significava molto come fidanzata, ma mi sono fidato del mio Dio che mai ha deluso e sempre é stato fedele.
Dopo aver passato un periodo buio e di grande sofferenza e dopo essermi rivolto a Lui che sempre ascolta il grido rivoltogli col cuore, sono stato rasserenato e ho compreso che ciò che é davvero importante é che abbiamo passato insieme dei momenti molto belli, siamo cresciti tantissimo e abbiamo seminato anche un po’ di grano nel campo della nostra vita e ne raccoglieremo i frutti.
Nonostante ciò vorrei sapere da lei cosa dice la Chiesa riguardo ai rapporti prematrimoniali, vorrei sapere se sto facendo bene ad andare avanti per questa strada e quali sono i vantaggi di questa mia decisione e quali sarebbero state le conseguenze di una differente.
La ringrazio moltissimo per il tempo da lei concessomi.
Il Signore continua a benedirla, usarla con potenza e soprattutto lo Spirito Santo scenda sempre su di lei illuminandola grazie all’intercessione di Maria.
Ps. Le chiedo di chiedere al Signore di darmi la forza di essere sempre più puro e casto e sopratutto le chiedo di ricordare nelle sue preghiere questa ragazza che é davvero stupenda e meravigliosa (Dio ha grandi progetti per lei, come per tutti).
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. la tua mail mi ha procurato una grande consolazione.
È stata una delle tante grazie che hanno accompagnato questo periodo dell’ottava di Natale, che per me è stato un’inondazione continua di grazia.
Mi sono convinto ancora di più che il Natale non è solo una bella festa, ma è una reale venuta del Signore.
Non è venuto nella carne, come due mila anni fa. Viene nella grazia e di questa grazia e pienezza della presenza di Dio inonda la nostra vita.
Ma adesso vengo a te.
2. Dici bene che la proposta dei rapporti sessuali ha rovinato la vostra bella amicizia.
Cedere sarebbe stato come inquinare qualcosa di bello che era scaturito tra voi e stava cambiando in meglio la vostra vita.
3. Quei rapporti non avrebbero avuto altro effetto che bloccare la vostra amicizia nella sensualità e nella falsità.
Infine avrebbero distrutto la vostra stessa amicizia, lasciando le conseguenze della distruzione.
Ma andiamo per gradi.
Avrebbero bloccato la vostra amicizia nella sensualità: perché la carne mette sempre più sete e fame di se stessa. Sarebbero diventati una schiavitù, che vi avrebbe impedito di costruire altrove, e cioè l’edificio spirituale.
La prima intesa tra fidanzati va attuata qui, a livello spirituale, nel costruire una casa comune negli orizzonti, negli ideali e nei cammini concreti di vita.
Il tempo del fidanzamento è il tempo in cui si impara da amare in maniera vera.
E si ama in maniera vera quando si debella dalla propria vita ogni egoismo.
4. La separazione dalla tua ragazza può apparire come una tristezza perché ha messo fine ad un’esperienza bella e piacevole.
Tuttavia è stata anche una grande e splendida vittoria che hai riportato.
Questa vittoria ti giova per il presente e per il futuro e sono certo che gioverà anche alla ragazza con cui ti sei lasciato.
5. Ti ho detto che i rapporti sessuali avrebbero bloccato la vostra relazione sulla falsità vicendevole.
In se stessi infatti sono falsi.
Vogliono dire che tra i due vi è la donazione totale ed esclusiva propria degli sposi.
Ora questa donazione totale ed esclusiva non avviene con il rapporto sessuale, ma con il consenso nuziale, che è come un esproprio e un consegnarsi all’altro per dichiararsi eternamente l’uno proprietà dell’altro.
Nei rapporti prematrimoniali si gioca a fare gli sposi senza esserlo. Non c’è una falsità in questo?
Se la tua ragazza ti avesse amato, ad un tuo no alle relazioni sessuali, avrebbe desiderato stare ancora insieme con te.
Invece ha preferito la propria concupiscenza alla tua persona, alla tua presenza, alla tua compagnia, a quello che tu stimi come grande valore, alla tua amicizia.
I rapporti sessuali prima del matrimonio sono falsificati interiormente anche dalla contraccezione, che esclude positivamente la volontà di donarsi in totalità, perché non s’intende donare la propria capacità di diventare padre e madre.
Come ha detto un autore spirituale, i rapporti prematrimoniali sono un giocare sul falso.
Sono un giocare ad essere marito e moglie mentre si sa di non esserlo.
Sono un giocare a diventare padre e madre, ma senza mettersi in gioco, escludendo di diventarlo.
Ora che fondamento si prepara al matrimonio quando la base è tutta falsata? È un’illusione, tristemente testimoniata da tanti matrimoni che crollano perché le loro fondamenta era bacate, falsate.
6. Infine i rapporti sessuali avrebbero portato la vostra unione alla distruzione.
“La lussuria è una menzogna a fior di pelle, un possesso che si maschera da dono” (P. IDE, I peccati capitali, p. 83).
Scrive il Pontificio Consiglio per la famiglia: “Nella stessa misura in cui nell’uomo si indebolisce la castità, il suo amore diventa progressivamente egoistico, cioè soddisfazione di un desiderio di piacere e non più dono di sé” (Sessualità umana: verità e significato, 16).
E ancora: “Non si deve mai dimenticare che il disordine nell’uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere – invece che del dono sincero di sé – il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetto della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l’uomo e la donna – sempre aperto alla vita – sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale” (Ib., 105).
La motivazione è evidente: il disordine sessuale è sempre chiusura della persona in se stessa. Esso si trova nella direzione opposta al vero amore, al farsi dono. L’impurità blocca l’amore nella sensualità e può diventarne la tomba.
Il precetto divino “non commettere atti impuri” è ordinato a sbarrare la strada a chi stesse per spegnere in se stesso la capacità di amare, di donarsi. Nello stesso tempo stimola a battere altri percorsi per trovare la gioia pura e duratura, legata al dono di sé.
7. Mi scrivi: “mi sono fidato del mio Dio che mai ha deluso e sempre é stato fedele.
Dopo aver passato un periodo buio e di grande sofferenza e dopo essermi rivolto a Lui che sempre ascolta il grido rivoltogli col cuore, sono stato rasserenato”.
È vero quella che diceva il Manzoni nei Promessi sposi: Dio non permette mai che venga turbata la gioia dei suoi figli se non per darne loro una più grande e duratura.
Questa gioia più grande e duratura vien data già di qua, come pegno dell’altra che verrà data di là.
8. Mi chiedi infine quali siano i vantaggi della scelta che hai fatto.
Te li indico rileggendo per te la vicenda biblica di Giuseppe, venduto dai fratelli e finito nella casa di Potifar, il capo della polizia del faraone d’Egitto.
Giuseppe era un ragazzo puro. Lo era per convinzione e per amore del Signore, come in seguito ti dirò.
Ecco che cosa dice il testo sacro: “Il Signore fu con Giuseppe: a lui tutto riusciva bene e rimase nella casa dell’Egiziano, suo padrone.
Il suo padrone si accorse che il Signore era con lui e che il Signore faceva riuscire per mano sua quanto egli intraprendeva.
Così Giuseppe trovò grazia agli occhi di lui e divenne suo servitore personale; anzi, quello lo nominò suo maggiordomo e gli diede in mano tutti i suoi averi” (Gn 39, 2-4).
Sono certo che anche a te saranno andate diritte molte cose dopo quella vittoria.
Ma andiamo avanti.
9. “Da quando egli lo aveva fatto suo maggiordomo e incaricato di tutti i suoi averi, il Signore benedisse la casa dell’Egiziano grazie a Giuseppe e la benedizione del Signore fu su quanto aveva, sia in casa sia nella campagna”.
Come vedi, non fu benedetto solo Giuseppe, ma anche la casa del suo padrone, a motivo della virtuosità di quel giovane.
Così con la vittoria che ha riportato sono scese anche sulla tua famiglia molte benedizioni.
10. “Così egli lasciò tutti i suoi averi nelle mani di Giuseppe e non si occupava più di nulla, se non del cibo che mangiava.
Ora Giuseppe era bello di forma e attraente di aspetto.
Dopo questi fatti, la moglie del padrone mise gli occhi su Giuseppe e gli disse: «Còricati con me!». Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo padrone: «Vedi, il mio signore non mi domanda conto di quanto è nella sua casa e mi ha dato in mano tutti i suoi averi. Lui stesso non conta più di me in questa casa; non mi ha proibito nient’altro, se non te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?»” (Gn 39,6-9).
Ecco qui risplendere la purezza di Giuseppe.
Mi pare di poter dire che la purezza lo rendesse ancor più bello e luminoso nel volto, soprattutto nei suoi occhi. Perché la purezza si manifesta anche così.
Avrai notato come Giuseppe risponda alla moglie di Potifar motivando la sua fedeltà a Dio oltre che al suo padrone: “Come dunque potrei fare questo grande male e peccare contro Dio?”
11. “E benché giorno dopo giorno ella parlasse a Giuseppe in tal senso, egli non accettò di coricarsi insieme per unirsi a lei.
Un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro, mentre non c’era alcuno dei domestici. Ella lo afferrò per la veste, dicendo: «Còricati con me!». Ma egli le lasciò tra le mani la veste, fuggì e se ne andò fuori. Allora lei, vedendo che egli le aveva lasciato tra le mani la veste ed era fuggito fuori, chiamò i suoi domestici e disse loro: «Guardate, ci ha condotto in casa un Ebreo per divertirsi con noi! Mi si è accostato per coricarsi con me, ma io ho gridato a gran voce. Egli, appena ha sentito che alzavo la voce e chiamavo, ha lasciato la veste accanto a me, è fuggito e se ne è andato fuori». Ed ella pose accanto a sé la veste di lui finché il padrone venne a casa. Allora gli disse le stesse cose: «Quel servo ebreo, che tu ci hai condotto in casa, mi si è accostato per divertirsi con me. Ma appena io ho gridato e ho chiamato, ha abbandonato la veste presso di me ed è fuggito fuori».
Il padrone, all’udire le parole che sua moglie gli ripeteva: «Proprio così mi ha fatto il tuo servo!», si accese d’ira. Il padrone prese Giuseppe e lo mise nella prigione, dove erano detenuti i carcerati del re. Così egli rimase là in prigione” (Gn 39,10-20).
Giuseppe resiste ad una tentazione che ogni giorno si faceva più forte. Vince, anche se apparentemente pare uno sconfitto, perché viene umiliato con accuse false e con la prigione.
12. “Ma il Signore fu con Giuseppe, gli accordò benevolenza e gli fece trovare grazia agli occhi del comandante della prigione.
Così il comandante della prigione affidò a Giuseppe tutti i carcerati che erano nella prigione, e quanto c’era da fare là dentro lo faceva lui. Il comandante della prigione non si prendeva più cura di nulla di quanto era affidato a Giuseppe, perché il Signore era con lui e il Signore dava successo a tutto quanto egli faceva” (Gn 39,21-23).
Giuseppe si è sentito abbandonato da tutti, ma non dal Signore che scese con lui nella prigione e continuò a fargli andare tutto più che bene, a benedirlo oltre misura.
Sono certo che anche per te è andata così. Perché Dio è fedele e ricompensa sempre coloro che si fidano di Lui.
13. Ad un certo punto in prigione finiscono anche il coppiere e il panettiere del faraone. Hanno dei sogni. Giuseppe li spiega perfettamente e si avverano secondo le parole di Giuseppe.
Quando il faraone a sua volta avrà dei sogni che hanno per oggetto vacche grasse e vacche magre, spighe piene e spighe vuote, il coppiere reintegrato nel suo ufficio si ricorda della predizione di Giuseppe a suo favore, lo fa comparire davanti al faraone e, a dispetto dei maghi che non erano riusciti a capirvi niente, darà una spiegazione che sarà provvidenziale per il faraone e per tutto l’Egitto.
14. “E il faraone disse a Giuseppe: «Dal momento che Dio ti ha manifestato tutto questo, non c’è nessuno intelligente e saggio come te. Tu stesso sarai il mio governatore e ai tuoi ordini si schiererà tutto il mio popolo: solo per il trono io sarò più grande di te». Il faraone disse a Giuseppe: «Ecco, io ti metto a capo di tutta la terra d’Egitto». Il faraone si tolse di mano l’anello e lo pose sulla mano di Giuseppe; lo rivestì di abiti di lino finissimo e gli pose al collo un monile d’oro. Lo fece salire sul suo secondo carro e davanti a lui si gridava: «Abrech». E così lo si stabilì su tutta la terra d’Egitto. Poi il faraone disse a Giuseppe: «Io sono il faraone, ma senza il tuo permesso nessuno potrà alzare la mano o il piede in tutta la terra d’Egitto» (Gn 41,39-44).
Ecco a quale livello il Signore ha voluto portare Giuseppe a motivo della sua purezza.
Non vado oltre nella presentazione del testo.
Ma già questo è molto illuminante.
Aveva ragione San Tommaso d’Aquino a dire che “chi supera le tentazioni merita di essere servito dagli angeli”.
Lo disse perché nel Vangelo di Matteo aveva letto di Gesù che aveva superato le tentazioni le seguenti parole: “Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano” (Mt 4,11).
15. Sono certo che questo sarà avvenuto anche per te. E mi auguro che continui a succederti per tutta la vita, perché tutti abbiamo bisogno di essere serviti dagli Angeli che sono ministri di bene e di vita e non dai demoni, che sono ministri di distruzione e di morte.
Molto volentieri ti assicuro la mia preghiera perché il Signore esaudisca i tuoi desideri, che sono veramente belli e certamente a Lui graditi: “Le chiedo di chiedere al Signore di darmi la forza di essere sempre più puro e casto e sopratutto le chiedo di ricordare nelle sue preghiere questa ragazza che é davvero stupenda e meravigliosa (Dio ha grandi progetti per lei, come per tutti)”.
Domanda a Maria di conservarti puro. Domandaglielo soprattutto nella recita quotidiana del Santo Rosario.
Ogni giorno, quando recito il rosario c’è sempre un posto per tutti coloro che desiderano essere puri e graditi a Dio.
Da questo momento ci sarai anche tu, e in maniera particolare.
Ti auguro un felice anno nuovo e ti benedico.
Padre Angelo