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Quesito

Caro Padre Angelo,
Sono un sacerdote, volevo farle una domanda a riguardo della rivelazione biblica. Dovendomi confrontare con un parrocchiano a riguardo, lui praticamente asserisce che le parole dei Vangeli siano "più rivelate" rispetto alle parole di San Paolo il quale non avendo conosciuto il Signore ha un grado di rivelazione e di attendibilità ancora minore rispetto per esempio alle lettere e all’Apocalisse di San Giovanni che era uno degli apostoli, e che abbia letto questa cosa in testi di diversi padri e teologi. Ora io ho sempre creduto che pur nella progressione della rivelazione sopratutto tra Antico Testamento e Nuovo Testamento, che il "livello" di rivelazione dei testi neotestamentari sia uguale, che non ci siano testi più rivelati e sicuri di altri, esiste veramente questa tesi tra i teologi? Io non credo di essere in errore nel dire che le Parole della Scrittura abbiano tutte lo stesso grado di rivelazione, pur nel passaggio dall’Antico al Nuovo Testamento, il quale però non fa essere il primo meno ispirato del secondo, ho cercato qualcosa a riguardo ma non sono riuscito a trovare nulla, potrebbe per favore indicarmi come affrontare questa convinzione secondo me errata? La ringrazio di cuore per l’eventuale risposta e per il servizio prezioso che ci offre.
Una buona giornata.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. nella sacra Scrittura tutto è ugualmente ispirato.
L’autore principale è sempre Dio.
Tutta la Scrittura è Parola di Dio.
È solo lo strumento umano (l’agiografo) che varia, ma questo conta solo in maniera secondaria.

2. Per questo la Pontificia Commissione Biblica ha affermato che “tutto ciò che l’agiografo asserisce, enunzia, insinua, si deve ritenere come asserito, enunciato, insinuato dallo Spirito Santo” (DS 3629).
Quest’affermazione è ripresa dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II: “Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture” (DV 11).

3. Pertanto nella sacra Scrittura non vi sono parti più rivelate di altre, né i Vangeli sono più ispirati degli altri libri sacri.

4. Tuttavia, sebbene tutti i libri della Sacra Scrittura siano ugualmente ispirati, il Nuovo Testamento ha una particolare eminenza rispetto all’Antico Testamento.
L’Antico Testamento è infatti preparatorio e prefiguratorio rispetto al Nuovo, che ne è il compimento.
La Rivelazione è stata progressiva e trova il suo culmine nel Cristo.
Per questo la Dei Verbum afferma che “la parola di Dio, che è potenza divina per la salvezza di chiunque crede (cfr. Rm 1,16), si presenta e manifesta la sua forza in modo eminente negli scritti del Nuovo Testamento” (DV 17).

5. A loro volta, i Vangeli hanno una preminenza rispetto agli altri scritti del Nuovo Testamento.
Dice infatti il Concilio: “A nessuno sfugge che tra tutte le Scritture, anche quelle del Nuovo Testamento, i Vangeli possiedono una superiorità meritata, in quanto costituiscono la principale testimonianza relativa alla vita e alla dottrina del Verbo incarnato, nostro Salvatore” (DV 18).
In  questa linea il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “i Vangeli sono il cuore di tutte le Scritture” (CCC 125).

6. Pertanto l’eminenza e la superiorità di alcuni libri sugli altri non riguarda la Rivelazione in se stessa, ma i contenuti della Rivelazione.

Ti ringrazio per la fiducia, ti auguro ogni bene e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo