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Quesito
Buonasera padre Angelo,
sono un giovane che ha avuto la fortuna, o meglio la grazia, di uscire dalle piaghe della masturbazione e della pornografia.
Capisco benissimo la sofferenza di quanti sono oppressi da questa schiavitù, la loro voglia di uscirne, il loro scoraggiamento quando ce la mettono tutta ma poi ci ricadono, quando vorrebbero confidarsi con qualcuno ma il terrore li blocca, quando chiedono con le lacrime agli occhi un aiuto al Signore, anche se consapevoli di aver fatto qualcosa a Lui molto sgradito.
Li capisco quando rimandano di giorno in giorno la ferma volontà di smettere, quando sentono una repulsione per la preghiera e per tutto ciò che in qualche modo rimanda a Lui.
Se solo potessi condividere per un attimo la serenità che si prova a non essere più schiavi di tutto questo capirebbero che tutti i piaceri che si possono provare messi assieme non valgono nemmeno un istante della gioia che si prova quando se ne esce. Se ci sono riuscito io, anche loro possono farcela.
Io personalmente, ho passato due fasi in quegli anni, la prima delle quali è stata caratterizzata dal terrore di confessare tali oscenità.
Ma avessi saputo prima come stavano veramente le cose non avrei aspettato nemmeno un istante e sarei corso subito dal confessore.
La paura è infondata, io stesso non ho avuto il coraggio per anni di confessare certe cose, temevo la reazione dei sacerdoti, non sapevo cosa aspettarmi.
Un giorno però mi sono buttato, ho pensato: "adesso vado a confessarmi", adesso, non domani, ho aperto la porta e sono uscito.
Lo dico sinceramente, se un giorno avrò la grazia di entrare in Paradiso, dovrò ringraziare quel sacerdote che mi stava aspettando e quel momento in cui mi sono lanciato senza dare ascolto alle mie paure infondate.
Questo sacerdote avrà sempre uno spazio nella mia mente e nel mio cuore perché è stato per me un autentico strumento di salvezza. Le lascio solo immaginare la gioia che si prova nell’istante in cui ci si libera di questi fardelli.
Solo dopo ho veramente capito che loro (i sacerdoti) non sono lì per giudicarci, rimproverarci e sdegnarsi di noi, ma per condividere con noi l’amore infinito del Signore.
Ero tentato di accusare solo uno dei due peccati.
Ma mi sono buttato. Non volevo fare una cosa a metà e pertanto inutile e forse anche qualcosa d’altro.
Non ho avuto neanche il timore di accusare che nel frattempo mi ero accostato alla Comunione mentre ero ancora immerso in questa situazione.
Ho accusato tutto in una volta sola e così non ho prolungato la sofferenza e non ho posticipato inutilmente il giorno tanto atteso della liberazione.
Passata questa fase purtroppo ce ne è stata in una seconda, ovvero quella caratterizzata da continue ricadute, susseguite da confessioni più o meno frequenti, magari, andando ogni volta da un confessore differente, per timore di fare brutta figura, o di deludere il sacerdote con cui mi ero confidato la prima volta.
Ho capito poi l’importanza di avere un confessore stabile che è diventato un padre per me e mi hai aiutato ad uscirvi definitivamente, conoscendo bene la mia situazione e la frequenza di certi peccati. Un sacerdote saltuario non avrebbe potuto darmi che indicazioni generiche.
Per esperienza personale ho capito quanto sia importante la recita quotidiana del Santo Rosario.
Con questa preghiera chiedevo ogni giorno la forza per non ricadere nuovamente in questi peccati ed affidarmi totalmente a Lui.
Non mi vergogno di dirle che ero arrivato a raggiungere livelli di dipendenza davvero preoccupanti. Ma con l’aiuto di Dio ne sono uscito.
A questo sono stato aiutato anche dal portare in tasca una corona del rosario e una croce al collo. Quando mi assalivano le tentazioni li stringevo al petto o nella mano e chiedevo aiuto a Gesù e Maria perché mi sostenessero in questa lotta.
Non ricordo esattamente il giorno, né il mese, né l’anno in cui ho smesso di fare certe cose. Ma le assicuro che c’è stato un momento in cui è totalmente svanita in me la volontà di compierle.
Attualmente le tentazioni riguardanti questi peccati non mi provocano più piacere, ma solo un profondo dispiacere, il quale mi permette di scacciarle prontamente, prima che diventino occasione prossima di peccato.
Mentre prima la preghiera per me era molto pesante ora la sento necessaria. Prima la evitavo, ora invece la cerco. Inoltre riuscire a mantenere lo sguardo fisso sul Santissimo con l’anima non inquinata da questi peccati è almeno per me un motivo più che sufficiente per non commettere più questi orribili peccati.
Adesso prego perché altri possano fare il passo che li porti ad uscire da questa condizione di sofferenza e possano vivere nella pienezza e nella serenità la bellissima vita che il Signore ci ha donato.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. ti ringrazio di avermi reso partecipe di questa tua vittoria.
Mi pare di poter dire che sei rinato. Sei un altro, diverso da quello di prima.
2. Mi piacerebbe toccare tutti i punti che hai voluto sottolineare e che ti hanno portato a questa splendida vittoria.
Li elenco:
– il coraggio finalmente di andare dal sacerdote e dire tutto in una volta. Così non ti sei trascinato dietro pesi inutili.
– La preziosità di tenere il medesimo confessore.
– Avere un confessore che è diventato padre per la tua anima.
– La preghiera del Santo Rosario per mantenerti in un clima di comunione con Dio.
– Il portare sempre con te sia la corona del Rosario sia il crocifisso al collo e aggrapparti a coloro che erano rappresentati da questi oggetti per superare le tentazioni.
– C’è stato un momento in cui è totalmente svanita in te la volontà di compiere crete azioni.
– La gioia che hai provato e che tuttora provi è infinitamente più alta dei piaceri che godevi nelle esperienze precedenti.
– Anzi, tutti i piaceri che si possono provare messi assieme non valgono nemmeno nemmeno un istante della gioia che si prova quando se ne esce.
– La preghiera non è più pesante, ma è diventata un’esigenza della tua anima.
3. Ma due cose desidero mettere in evidenza.
La prima: la confessione ben fatta ti ha reso partecipe della potenza della risurrezione di Cristo.
Se non ci fosse stata una confessione come quella che hai fatto, saresti ancora impantanato e schiavo dei demoni, che sono abili a torturare e rendere tristi coloro che si aprono alla loro seduzione.
Nella Confessione Cristo ti ha dato la forza di poter uscire da quella dipendenza.
4. La seconda cosa è ugualmente molto bella.
Leggendo quanto mi hai scritto sono riandato all’esperienza di Sant’Agostino.
In tutte le successive vittorie riportate nella sua vita vi leggeva l’azione del Signore a suo favore:
“Eri Tu che le allontanavi da me, Tu vera e somma dolcezza;
le allontanavi e in vece loro entravi Tu più dolce di ogni voluttà non per la carne e il sangue, Tu più luminoso d’ogni luce, ma più interiore d’ogni segreto, Tu più sublime d’ogni grandezza, non per quelli, però, che sono sublimi in se stessi.
Già il mio animo era libero dalle dolorose preoccupazioni dell’ambizione, del guadagno e dalla scabbia delle passioni, inquiete e pruriginose.
Balbettavo le prime parole a Te, mia luce e ricchezza, mia salvezza, Signore Dio mio” (Confessioni, IX, 1).
Sono contento che adesso tu preghi perché altri facciano l’esperienza di questa tua rinascita.
Mentre ti ringrazio per quanto mi hai scritto, ti accompagno con la preghiera e ti benedico.
Padre Angelo