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Quesito

Pace padre,
Potrei chiederle cosa cambia tra i vari riti?
In particolare i riti ambrosiani e bizantini.
Un cattolico può essere di rito diverso da quello della chiesa che frequenta? Perché personalmente mi ispira molto il rito bizantino.
Ho saputo anche che esiste un rito domenicano.
Grazie in anticipo


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. per “rito” si intende un complesso di norme secondo le quali si deve agire all’interno della liturgia.

2. Di fatto nella storia della Chiesa si sono sviluppati diversi riti a seconda delle regioni in cui si celebrava.
Così ancora oggi abbiamo diversi riti nel mondo occidentale e in quello orientale.

3. Tuttavia a differenza dei riti orientali che si sono sviluppati in diverse diramazioni, nel mondo occidentale soprattutto con la riforma liturgica voluta dal Papa domenicano San Pio V è stata imposta un’unificazione, salvando solo i riti che avevano più di 200 anni di storia.
Così nel mondo occidentale accanto al rito romano esiste tutt’oggi il rito Ambrosiano, proprio della diocesi di Milano di cui fu a capo il grande Sant’Ambrogio, e il rito mozarabico nella cattedrale di Toledo.
Con la riforma di San Pio V si salvarono anche i riti particolari di alcuni ordini religiosi, come il rito domenicano, il rito carmelitano, il rito benedettino, il rito certosino….

4. A differenza dei riti orientali che brillano per il loro fasto e l’ampiezza delle cerimonie, il rito romano ha una sua sobrietà, una sua concisione.
Qualcuno ha voluto parlare del “genio romano” che brilla anche nel suo rito che si esprime con chiarezza, semplicità, ordine, senso pratico, severità di linee, assenza di sentimentalismo, di effusione, di immaginazione e di mistero”.

5. I riti orientali principali sono il rito bizantino o greco, il rito siriaco, il rito alessandrino, il rito maronita, il rito malabarico, il rito armeno, il rito copto, il rito slavo,…

6. Ancora di più, a differenza del rito romano, brilla la snellezza e la concisione del rito domenicano.
Prima della riforma liturgica di Paolo VI era vistosa la differenza e la concisione del rito domenicano nell’introduzione alla Messa, nelle preghiere dell’offertorio e nelle preghiere dopo il Pater prima della Santa Comunione.
Con la riforma liturgica dopo il concilio Vaticano II il rito romano si è avvicinato moltissimo al rito domenicano.

7. Il tratto che contraddistingue la liturgia domenicana è racchiuso nelle parole “breviter et succincte“, con brevità e snellezza, “in sintonia con la vocazione apostolica dell’Ordine: ridondanze, sviluppi decorativi, ampollosità, vengono metodicamente ridotti o scartati a tutto vantaggio di una maestosa e lineare semplicità contemplativa; la stessa preghiera corale è contraddistinta da sobrietà e concisione, in perfetta armonia con la natura teologica della pietà domenicano” (p. Angelico Ferrua).

8. Il rito orientale viene chiamato impropriamente anche rito greco, a motivo della lingua usata nella liturgia.
Viene eseguito nelle Chiese ortodosse e nelle Chiese cattoliche di rito orientale.
La forma più vistosa è quella della messa domenicale che viene celebrata sempre in canto eseguito dal sacerdote e da un coro ed è della durata di circa due ore.
È senza omelia e la gente assiste. Tocca di più il sentimento e immerge nel mistero.
Comunica più attraverso il rito, il canto, le incensazioni, le processioni che attraverso le parole, come avviene nella liturgia romana.
Per questo non conosce riforme liturgiche. È sempre la stessa.
Viene chiamata “divina liturgia”. La preghiera eucaristica è di San Giovanni Crisostomo durante tutto l’anno, mentre per Natale, per l’Epifania e per le domeniche di Quaresima e il giovedì santo è di San Basilio.
Esiste anche la liturgia dei presantificati: viene celebrata i mercoledì e venerdì di quaresima e i primi tre giorni della Settimana Santa. Consiste essenzialmente nell’ufficio dei vespri ai quali si aggiunge la liturgia eucaristica al quale viene distribuita la Santa Comunione, ma non viene fatta la consacrazione.

9. Normalmente il fedele appartiene al rito della Chiesa nella quale è stato battezzato.
Perché non è ancora battezzato, il canone111,2 del Codice di diritto canonico dice: “Qualsiasi battezzando che abbia compiuto 14 anni di età, può liberamente scegliere di essere battezzato nella chiesa latina o in un’altra chiesa rituale di diritto proprio; nel qual caso egli appartiene a quella chiesa che avrà scelto”.

10. Il canone 112,2 precisa: “L’usanza, anche se a lungo protratta, di ricevere i sacramenti secondo il rito di una Chiesa rituale di diritto proprio, non comporta l’ascrizione alla medesima Chiesa”.
Ciò significa che uno può rimanere di rito latino e partecipare alle liturgie orientali cattoliche come vuole e quando vuole. E viceversa.

Ti benedico, ti ricordo nella preghiera e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo