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Quesito
Gentile Padre Angelo Bellon,
sono Marco da …, ho scoperto recentemente il vostro sito Amici dei Domenicani e vorrei porre un quesito, se possibile, di utilità per la pratica cristiana.
Ho letto che le anime del Purgatorio che non ricevono preghiere non vanno subito in Paradiso e devono aspettare molto tempo.
Nel mio caso non ho persone che possono pregare per me o chiedere Messe di suffragio.
In questo caso devo affidarmi a un istituto religioso di mia scelta per concordare questa pratica per la mia salvezza prima della dipartita?
Grazie per la disponibilità.
Distinti Saluti
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. è giusto pensare ai suffragi post mortem, soprattutto se si sa che non ci sono persone care che vi provvederanno spontaneamente.
Non è necessario riferirsi direttamente a istituti religiosi.
Piuttosto nelle disposizioni testamentarie lascia scritto in dettaglio tutti i suffragi che vuoi.
In tal modo indicherai anche le persone cui affiderai tale incombenza.
2. In passato ho avuto l’opportunità di ricordare le disposizioni testamentarie di San Giuseppe Cafasso, un santo che tra l’altro fu confessore e direttore spirituale di San Giovanni Bosco.
Diede disposizione di far celebrare per la propria anima e al più presto 400 Messe di suffragio.
Per ogni Messa aveva disposto una buona offerta da consegnare al sacerdote celebrante.
3. Dopo la Messa, hanno grande potere di suffragio le elemosine.
Dal momento che il Cafasso durante la sua vita era stato anche cappellano dei carcerati, dispose che dopo la sua morte venisse data una lira ad ogni carcerato in suo suffragio.
Era consapevole di quello che dice la Sacra Scrittura: “Come l’acqua spegne il fuoco, così l’elemosina espia i peccati” (Sir 3,29).
4. Anche oggi vi sono persone che lasciano buona parte o anche tutti i loro beni alla Chiesa per suffragare la propria anima.
Il beato Giuseppe Allamano, il fondatore dei missionari della Consolata, il 2 novembre diceva ai suoi seminaristi: “Andando in cimitero pregate anche sulla tomba dell’ingegner N.N.. Voleva darmi in eredità la sua villa per il nostro istituto. Al mio diniego disse: “Lasci che faccia un po’ di bene alla mia anima. Mi lasci morire in pace”.
5. Ecco, esamina da te stesso ciò che puoi fare alla luce degli esempi che ti ho presentato.
Nel frattempo vivi nella maniera più retta, più pura e più gradita a Dio che sia possibile.
Se puoi, vai a Messa tutti i giorni, recita il Santo Rosario quotidianamente, confessati in maniera regolare e frequente, procura di appropriarti delle indulgenze della Chiesa.
Soprattutto compi tanti atti di carità e di pazienza per amore di Dio.
Le occasioni di esercitare la pazienza per amore di Dio le hai sempre a portata di mano.
Ricorda che la carità (e la pazienza sopportata per amore di Dio è un atto di carità!) copre una moltitudine di peccati.
Così ha detto Dio per bocca di San Pietro: “La carità copre una quantità di peccati” (1 Pt 4,8).
Salomone, prima di lui e ancora nell’Antico Testamento, aveva detto che “la carità copre tutti i peccati” (Pr 10,12).
Con l’augurio che così facendo tu possa entrare dritto in Paradiso, eliminando addirittura il purgatorio, ti benedico e ti ricordo volentieri nella preghiera.
Padre Angelo