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Quesito
caro Padre Angelo,
sono molto disorientato. Nell’ultima confessione, fatta presso un santuario, il confessore mi ha detto: "hai mai pensato di farti sacerdote?" e poi riprendendo "La volontà di Dio e la sua chiamata può esprimersi in tanti modi, anche in quello che ti sto dicendo". Sinceramente è già la seconda volta che mi viene proposto di farmi sacerdote, la prima volta fu ad opera del mio ex parroco, ormai novantenne. Ora che veramente la chiamata del Signore sia così per me?! Come posso fare a scoprire se la mia vocazione di Cristiano sia di laico o consacrato? Negli ultimi tempi è vero la mia fede la sento più intensa, più fervida. Questo lo avverto anche dalle piccole cose.
Qualche giorno fa ero rimasto da solo in sala capitolare della cattedrale del mio paese per finire un lavoretto per il parroco fino a tarda sera, che dovendo andare via prima mi ha lasciato le chiavi della chiesa chiedendomi di chiuderla quando avrei finito. Sbrigato il mio piccolo lavoro, mi sono avviato per la navata buia e ho avvertito una pace interiore, quasi come una sensazione che Gesù era con me. Ecco vi chiedo di aiutarmi a capire meglio se possibile, a fare un pò di chiarezza in me.
Vi pongo un ulteriore quesito. Ho fatto il proposito di fare la comunione quando mi trovo alla messa feriale (non penso che sia un voto). Solo che stasera mi sono sentito indegno, ho sentito di aver bisogno di una confessione, e pur non ricordando alcun peccato mortale specifico dall’ultima confessione, ho temuto di commettere sacrilegio, offendendo il Signore più di quanto avessi fatto osservando il proposito. Che sia stata una tentazione? Comunque cercherò di confessarmi il prima possibile. Spero nella vostra benedizione e nel ricordo nella preghiera, promettendovi di ricordarvi a mia volta nelle mie preghiere.
Francesco
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. la chiamata del Signore può esprimersi in tante maniere. Certo, anche attraverso la voce del confessore.
Tuttavia il confessore non ti ha detto che devi farti sacerdote.
Ti ha chiesto di pensarci.
E tu fai bene a pensarci. Ma fino a quando non senti dentro di te una interna inclinazione che ti spinge a farti sacerdote, non si può parlare ancora di vocazione.
2. Probabilmente il sacerdote ha visto in te quante buone qualità e anche una non impossibilità che tu diventi sacerdote.
Ma il Signore ha i suoi disegni.
3. Anch’io nella mia vita ho visto tanti giovani più bravi di me (e ne vedo ancora) che se fossero diventati sacerdoti avrebbero fatto un bene immensamente più grande di quello che posso fare io.
Ho parlato apertamente con loro anche di questo. Ma dicevano di non sentirsi fatti.
Non sono più andato oltre.
Però, in conclusione, io ho fatto la mia parte e, su questo punto, sono tranquillo.
E anche loro hanno sono tranquilli, perché dopo aver esaminato seriamente e serenamente la questione, hanno riconosciuto di non essere chiamati.
4. Mi parli della grande serenità che hai provato in Chiesa, quando ti sei trovato tutto solo, dopo aver fatto un’opera buona.
Era il grazie che Gesù ti diceva.
Non potrai scordarlo facilmente.
Forse si tratta anche di un incentivo a stare più spesso in intimo raccoglimento con Lui, proprio lì in Chiesa, dove c’è e si avverte la presenza sacramentale.
5. Circa il senso di indegnità che hai provato nel fare la Santa Comunione, pur non avendo consapevolezza di peccato grave: non so se sia stata una tentazione o se sia stata una grazia.
Perché talvolta il Signore ci dà il senso della sua santità. E in quel momento ci sentiamo così piccoli, così indegni e anche così sporchi o ingrati, pur non avendo consapevolezza di peccati gravi.
In quei momenti ci viene da dire insieme con San Pietro, che proprio prima aveva ricevuta una grazia strepitosa da parte del Signore: “Allontanati da me, Signore perché sono un peccatore” (Lc 5,8).
Non era necessario che tu ti confessassi per questo.
Ma ti esorto a confessarti spesso, anche se non vi fossero peccati gravi.
Il Signore è contento di purificarci e di santificarci sempre di più. E noi dobbiamo essergliene grati.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo