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Quesito

Carissimo Padre Angelo,
prendendo spunto da episodi realmente vissuti (anche se in maniera di semplice "tramite" telefonico), volevo chiederle che cosa affermano il Catechismo della Chiesa Cattolica e la Teologia morale, riguardo alle operazioni finanziarie in borsa: sono da considerarsi lecite, oppure, se vi è speculazione, costituiscono peccato?
Le chiedo un ricordo nella preghiera, assicurandole il mio quotidiano.
Cordiali saluti.
Vittorio


Risposta del sacerdote

Caro Vittorio,
1. non trovo granché  nei testi di morale e anche nei documenti della Chiesa su questo punto.
Ti sintetizzo la questione in due punti: quelli riguardanti la borsa e la speculazione.
Ambedue sono desunte da quanto si legge nel Dizionario di teologia morale (ed. Studium).
La prima è di Pietro Pavan, che fu uno degli estensori delle encicliche sociali Mater et Magistra e Pacem in terris di Giovanni XXIII.
La seconda è di Serafino Majerotto, dottore in scienze economiche.

2. La borsa è il luogo dove si commerciano tutti i valori mobilari e immobiliari, privati e pubblici. Però di preferenza si trattano i titoli pubblici e privati e le valute.
La borsa oggi svolge nel mercato dei valori e delle stessi merci un compito utile e si potrebbe dire indispensabile; però in esso sono pure facile le infrazioni giuridico-morali.
La principale è quella che va sotto il nome di aggiotaggio, che è una forma di menzogna che consiste nel divulgare, in qualsiasi forma, notizie false, esagerate o tendenziose sulle aziende esercenti il credito, atte a turbare il mercato dei titoli o dei valori, o a generare il panico nei depositanti, o comunque a menomare la fiducia del pubblico.
Altri, per l’attaccamento al denaro e per l’illusione di rapidissimi guadagni, compiono azioni spericolate e disastrose per se stessi, per le proprie famiglie o aziende.

2. “1) La speculazione in senso largo è una categoria che esprime il particolare carattere assunto dall’attività economica, svolgentesi nel tempo storico, carico di contingenze e quindi molto diverso dal tempo astratto, considerato dalla teoria economica.
L’attività economica che si inserisce nel tempo partecipa della sua continuità. La situazione di mercato di ieri influisce sulla situazione di mercato di oggi insieme alle previsioni che si fanno sulla situazione del mercato di domani.
L’elemento previsione è sempre presente e il suo peso è tanto più grave quanto maggiore è il tempo di cui un’operazione economica ha bisogno per concludersi. È lieve nella singola operazione di compere e vendite di un oggetto di consumo immediato; è molto forte per operazioni produttive che esigono immobilizzazione di capitali che esauriranno la loro utilità in un luogo ciclo di anni.
Questo elemento previsione è appunto la speculazione, che non raramente equivale a un atto di fiducia nell’avvenire (o a un indovinare: perciò si parla di senso degli affari).

2) La speculazione in senso stretto è l’attività professionale rivolta alla previsione del futuro, un futuro prossimo naturalmente (che non ha durata superiore a 12 mesi). Questa attività si esprime nelle operazioni cosiddette a termine che si fanno nelle borse sui titoli, su merci fungibili e anche sui cambi (laddove non vige il controllo dei cambi e lo Stato non regola di imperio il prezzo delle merci fungibili).

3) Alla speculazione professionale si suole riconoscere il vantaggio di rendere meno brusche le oscillazioni economiche nel tempo. Una carestia di grano, prevista da oggi fra un anno, incomincia a ripercuotersi sui prezzi di oggi, cagionando una immediata riduzione del consumo e quindi determinando un aumento delle scorte riportate, le quali varranno ad attenuare la carestia di domani e il futuro rialzo dei prezzi.
Questi benefici della speculazione sono naturalmente condizionati all’accuratezza delle previsioni. La statistica dimostra, viceversa, che le previsioni quanto maggiore è il tempo che impegnano tanto più sono fallaci. Agli speculatori di professione si uniscono i giocatori: gli errori rischiano di amplificarsi e turbare il ritmo normale nella vita economica. Molti governi hanno dovuto, pertanto, regolare la speculazione in modo molto più severo di quanto non fosse già regolata dagli organi della borsa. La speculazione organizzata, nonostante i suoi tralignamenti, rende però un indiscutibile servizio alla vita economica moderna, permettendo agli industriali e commercianti di coprirsi, a tassi ragionevoli, contro rischi che non sanno valutare. Così, ad es., l’industriale che compera oggi del cotone per avviare una produzione che si concluderà entro tre mesi, se non vuol correre il rischio di ribasso del prezzo della materia prima, nello stesso tempo che compera il cotone a pronti, può rivenderlo a tre mesi sul mercato a termine allo stesso prezzo”.

3. Ecco a grandi linee di che cosa si tratta.
Come vedi, il giudizio sulle due attività è positivo.
Operare in borsa e la speculazione (anche se questo termine nel linguaggio comune ha un significato deteriore) di per sé non  sono un peccato.
Certo, come in altre attività umane vi possono essere rischi e abusi e, pertanto, peccati.

Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo