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Quesito

Caro padre Angelo,
sono un assiduo lettore del suo sito, le scrivo oggi per la prima volta ma queste parole avrei potuto inviarle già da tempo.
Ciò che mi spinge è un autentico ringraziamento per l’aiuto che lei offre a chi cerca la Via o a chi La vuole ritrovare.
La mia conversione è stata un percorso lungo che ha sempre trovato nei suoi interventi un aiuto importante.
Amici Domenicani è diventato negli anni uno dei punti di riferimento nella mia vita spirituale.
La ricordo nelle mie preghiere.
Gloria al Padre


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. ti ringrazio per quanto mi hai scritto.
Oggi, 21 gennaio 2017, si conclude il giubileo per gli 800 anni dell’approvazione dell’Ordine domenicano.
Ringrazia anche tu il Signore per questo bel dono che ha fatto alla Chiesa e all’umanità e chiedigli di benedirci nel medesimo modo in cui ci ha benedetti 800 anni fa con una particolare effusione di santità e con abbondanza di uomini con il cuore autenticamente apostolico.

2. Proprio in questi giorni del gennaio del 1217 sarebbe avvenuto secondo il p. Vicaire, indiscusso storico di San Domenico, quanto Costantino d’Orvieto depose al processo di canonizzazione del nostro Santo Padre.
Ecco la deposizione: “Mentre l’uomo di Dio, Domenico, era a Roma ed effondeva le sue preghiere dinanzi a Dio nella basilica di San Pietro per la conservazione e la crescita dell’Ordine che la destra di Dio propagava mediante le sue fatiche, la mano di Dio si posò su di lui.
Domenico vide comparire Pietro e Paolo circonfusi di gloria.
Il primo, Pietro, gli consegnò il bastone; Paolo, il libro.
E tutti e due soggiunsero: Va’ e predica, perché Dio ti ha scelto per questo ministero.
E in quell’istante parve a Domenico di vedere i suoi figli sparsi nel mondo, che andavano a due a due a predicare al popolo la parola di Dio”.

3. Commenta il Padre H. Vicaire: “Il bastone è l’insegna ufficiale del messaggero di Dio; il libro, della dottrina” (Storia di san Domenico, p. 421).

4. E poi: “Domenico comprese che avrebbe dovuto estendere il suo Ordine in tutto il mondo e ricevere la sua missione direttamente da Roma.
Comprese allo stesso tempo che avrebbe dovuto, più di quanto non lo potesse fare a Tolosa, distinguere la predicazione dalla difesa della fede.
Comprese infine che l’ordine impartito dal Concilio a tutti i vescovi di affiancarsi dei predicatori era destinato ad aprire ai suoi frati l’accesso a tutte le diocesi e che la volontà dei papi di tradurre in pratica un canone da essi stessi elaborato avrebbe all’occorrenza facilitato tale penetrazione.
Tutto aveva contribuito a questa presa di coscienza da parte del Fondatore: non mancava che un’ultima luce soprannaturale e Domenico l’ottenne da Dio nella preghiera, a Roma” (Ib.).

5. Che il Signore in chiusura di questo Giubileo posi di nuovo su di noi la sua mano e a molti possa comunicare per interna ispirazione divina quanto i santi Apostoli Pietro e Paolo dissero a San Domenico Va’ e predica, perché Dio ti ha scelto per questo ministero.

Anch’io rendo Gloria al Padre per quanto sta operando in te.
Ti ringrazio per le preghiere che mi hai assicurato.
Le contraccambio volentieri e ti benedico.
Padre Angelo