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Quesito
Caro Padre,
Le presento una sequenza di testi in cui Gesù mostra rigore e severità di Gesù, e dove non è affatto buonista o perdonista, né timido e timoroso.
Lc 12, 56 (ipocriti: i segni dei tempi)
Lc 13, 15 (ipocriti: guarigione di sabato)
Mc 7, 6 (ipocriti: tradizioni farisaiche)
Mt 6, 2 (ipocriti: l’elemosina in segreto)
Mt 6, 5 (ipocriti: preghiera in segreto)
Mt 6, 16 (ipocriti: digiunare in segreto)
Mt 15, 7 (ipocriti: onorare con le labbra senza il cuore)
Mt 22, 18 (ipocriti: il tributo a Cesare)
Mt 23, 13-39 (ipocriti e vipere: maledizioni agli scribi e ai farisei)
Mt 24, 51 (ipocriti: castigo che si meritano gli ipocriti)
Mt 10, 34 (è venuto a portare una spada)
Mt 21, 42-44 (sfracellarsi sulla pietra, schiacciati dalla pietra)
Mt 21, 31 (ladri e prostitute vi precederanno nel Regno dei cieli)
Lc 19, 45-46 (caccia i mercanti dal tempio)
Mc 11, 15-17 (caccia i mercanti dal tempio)
Mt 21, 12-13 (caccia i mercanti dal tempio)
Gv 10, 8 (quelli prima di me erano ladri)
Mc 5, 40 (prima di risuscitare la figlia di Giairo caccia fuori tutti dalla casa)
1) Considerando questi passi evangelici, c’è un metodo o degli indizi infallibili che permettono di riconoscere quando anche noi possiamo parlare in questo modo al nostro prossimo?
2) Esiste un metodo o un elencazione di indizi che ci permettono di riconoscere quando rischiamo di dare le cose sante ai cani e le perle ai porci?
La ringrazio e la saluto
Risposta del sacerdote
Carissimo
1. Il Signore ha usato le maniere forti nei confronti di persone che si ritenevano a posto (i farisei) e accusavano gli altri di essere nel peccato.
Il tuonare di Gesù nei confronti dei farisei non è un atto di odio verso di loro, ma di amore.
Pur usando le maniere forti, Gesù li ama e dona la sua vita in espiazione dei loro peccati.
Gesù smaschera l’ipocrisia. Vuole mettere i farisei di fronte a questo paradosso: essi osservano esteriormente tante leggi umane, mentre interiormente sono lupi rapaci.
Al contrario Gesù si è sempre mostrato benevolo verso i peccatori.
2. Inoltre c’è da tenere presente che pur alzando la voce e usando le maniere forti, il Signore non si è lasciato trasportare dall’ira, cosa che invece per noi è molto facile. Per noi, proprio perché ci lasciamo trasportare dall’ira è facile passare dalla parte del torto.
Così mentre detestiamo il peccato, facilmente proviamo ostilità nei confronti del peccatore.
3. Anche per noi ci sono situazioni in cui è necessario alzare la voce e usare le maniere forti: come ad esempio quando i figli tornano a casa alle ore piccole, trascurano i propri doveri e vengono bocciati.
Giovanni Paolo II nella sua predicazione alzava talvolta la voce, come nella Valle dei templi, per gridare forte che l’oppressione dei poveri è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio.
L’alzare la voce allora non è un atto di odio verso le persone, al fine di maltrattarle. Si alza la voce per scansare da un pericolo.
Non fai forse anche tu così quando vedi che una persona sta per essere investita da un’automobile?
4. “Non dare le cose sante ai cani” non significa che dobbiamo portare disprezzo verso le persone che si trovano nel peccato. Ma soltanto che in certe situazioni i sacramenti non possono portare frutto e il concederli porta confusione all’interno della comunità.
Pertanto anche l’eventuale negazione dei sacramento deve essere fatta con garbo, con spirito di vero amore.
Paolo VI nell’enciclica “Humanae vitae”, rivolgendosi ai sacerdoti, ha detto: “Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo, è eminente forma di carità verso le anime.
Ma ciò deve sempre accompagnarsi con la pazienza e la bontà di cui il Redentore stesso ha dato l’esempio nel trattare con gli uomini. Venuto non per giudicare, ma per salvare, egli fu certo intransigente con il male, ma paziente e misericordioso verso i peccatori” (HV 29).
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo