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Quesito

Carissimo padre Angelo,
tanta gente continua a far osservare le diversità che ci sono nei 4 Vangeli. Orbene, io penso che proprio queste diversità siano sinonimo di “Verità”.
Infatti se i primi Padri avessero voluto “inventare” una religione, per quale sordido motivo avrebbero scritto 4 Vangeli e soprattutto perchè ci avrebbero messo dentro delle contraddizioni?
Grazie e che Nostro Signore la benedica
Mauro


Risposta del sacerdote

Caro Mauro,
1. il fatto che gli eventi della vita del Signore ci siano raccontati da quattro evangelisti è già di per se stesso significativo.
Gli eventi della vita di Gesù sono dei “misteri” e cioè degli eventi così ricchi di significato da essere inesauribili.

2. In un eccesso di zelo mi dici che i vangeli contengono fra loro contraddizioni.
Questo non è vero.
Accettare verità che sono fra loro contraddittorie ripugna alla nostra intelligenza e Dio non ci può chiedere questo.
Molto più questo diventa inaccettabile se si pensa che le parole della Sacra Scrittura sono tutte parole di vita eterna, e cioè ordinate a comunicare la vita di Dio all’uomo.
Se le parole indicano la realtà, mai e poi mai potrebbero comunicare una realtà in se stessa contraddittoria.
Inoltre non dobbiamo dimenticare che i testi sacri hanno Dio per autore principale. E Dio è la verità stessa.

3. A volte sembra difficile poter comporre le divergenze nella descrizione di medesimi fatti.
Forse nel Nuovo Testamento la maggiore divergenza la si trova nella descrizione degli eventi del mattino della risurrezione.
A questo proposito ti trascrivo quanto ha affermato il grande biblista p. Marie-Ioseph Lagrange, domenicano, fondatore della Scuola biblica di Gerusalemme: “I quattro evangelisti raccontano ciascuno alla sua maniera come la tomba di Gesù venne, non senza gran meraviglia degli amici del Cristo, trovata vuota. S. Matteo e s. Marco sono quelli che più si rassomigliano; s. Luca si mantiene ordinariamente più vicino a s. Marco. Quanto a s. Giovanni segue la sua strada ma si mette d’accordo con s. Luca a proposito di una indagine compiuta da Pietro. La difficoltà di metterli d’accordo è stata molto esagerata. Niente di più semplice quando non si voglia fermarsi a minuzie indifferenti e tener conto della composizione!” (cf. L’Evangelo di Gesù Cristo, p. 523).

4. Sul tema dell’inerranza della sacra Scrittura così si sono espressi i santi Padri e i dottori della chiesa:
San Tommaso: “ È eretico affermare che si possa trovare qualcosa di falso non solo nei Vangeli, ma in tutta la sacra Scrittura” (Commento al Vangelo di Giovanni, 13, lez. 1,1).
San Giustino: «che le Scritture possano contrastare fra di loro … mai oserò né pensarlo, né dirlo; e se vi fosse qualche Scrittura che sembri esser tale …, piuttosto confesserò di non capire quel che significhi e cercherò di persuadere anche quanti sospettano che le Scritture contrastino fra di loro, affinché piuttosto la pensino come me» (Dialogo con Trifone, 65).
S. Giovanni Crisostomo: «Quando vedrai qualcuno che, mosso dai propri ragionamenti, oserà contraddire alla divina Scrittura, trattalo come un pazzo» (In Cap. I Gen, hom., 10,6).
S. Girolamo: «È da empi affermare che la Scrittura mentisce… Quanto leggiamo nell’A.T. lo ritroviamo nel Nuovo… nessuna discordanza, nessuna diversità» (In Nahum, I,9).
S. Agostino: « Ti confesso (si rivolge a S. Girolamo) che … ai libri della Scrittura … ho imparato a tributare una riverenza e un rispetto tali, da credere fermissimamente che nessuno dei loro autori abbia errato, qualunque cosa abbia scritto. E se in questi scritti incontro qualcosa che abbia l’apparenza d’esser contraria alla verità, senza la minima esitazione, a nient’altro penso se non che il codice (su cui leggo) è difettoso, oppure che il traduttore non è stato capace di rendere il pensiero fedelmente, oppure che io non ho capito un bel nulla» (Epist. 82,1-3).

Ti ringrazio per la fedeltà con cui ci segui.
Ti prometto una preghiera e ti benedico.
Padre Angelo