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Quesito

Caro Padre Angelo,
vorrei farle alcune domande che non mi sono tanto chiare inerenti il vangelo:
1) La prima è nel vangelo di Giovanni sta scritto: “Non sono forse Io che ho scelto i dodici, eppure uno di voi è un diavolo” e un altro versetto dice ancora : “Non siete stati voi a scegliere me, ma io ho scelto voi”.
La mia domanda è: perché Gesù ha deciso di scegliere un diavolo per apostolo??

2) nella trasfigurazione sul monte Tabor, Gesù incontra Mosè ed Elia. Quello che non mi è chiaro è: ma Mosè ed Elia non sarebbero dovuti stare nel limbo, nel racconto sembra invece che già prima della morte di Gesù loro già siano in relazione con Dio.

3) negli atti degli apostoli sta scritto, Gamaliele dice : “…Se infatti questa teoria o questa attività è di origine umana, verrà distrutta; ma se essa viene da Dio, non riuscirete a sconfiggerli ”.
Come mai allora esistono molte altre religioni (compresa le varie diramazioni che ha assunto il cristianesimo nel corso degli anni: protestanti, ortodossi, ecc) che, sebbene non siano un frutto proprio divino,comunque continuano ad esistere da numerosi secoli?

4) Nel Deuteronomio 18,15 Mosé dice ai figli d’Israele: “Dio vi farà sorgere un profeta tra i vostri fratelli, al pari di me”.
A chi si riferisce, Mosè? A Gesù? Ma Gesù non è figlio di Dio e, pertanto, Dio stesso e come può essere al pari di Mosè che è un semplice uomo?

5) Infine volevo chiedere un chiarimento per quanto riguarda la sofferenza; ad una domanda lei ha risposto in sintesi: la sofferenza non dobbiamo solo accettarla, ma accettarla per amore del Signore.
Le chiedo se mi può far capire meglio questa affermazione e dirmi quali sono le persone che accettano la sofferenza e basta e quelli che lo fanno invece per amore al Signore.

La Ringrazio Come Sempre
Andrea


Risposta del sacerdote

Caro Andrea,
1. alla tua prima domanda San Tommaso risponde così: “Pietro era stato eccessivo nella sua risposta, includendo tutti col dire: «Noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Cristo Figlio di Dio», per cui poteva sembrare che tutti sarebbero giunti alla vita eterna. Perciò il Signore si premurò di escludere Giuda dall’assemblea dei credenti. In Pietro la suddetta fiducia era lodevole, non volendo egli sospettare nulla di male in un collega; però dobbiamo ammirare nel Signore la sapienza, per cui vedeva anche le cose occulte.
Di qui le sue parole: «Non sono forse io che ho scelto voi, i dodici? Eppure uno di voi è un diavolo».
“Diavolo non per natura, bensì per l’imitazione della malizia diabolica. Ecco perché si legge nella Sapienza (2,24): «Per invidia del diavolo entrò la morte nel mondo, e lo imitano coloro che sono dalla sua parte». E in questo Vangelo è scritto (Gv 13,27):«Dopo quel boccone Satana entrò in lui», perché appunto divenne a lui conforme nella malizia.
Ma se Cristo elesse Giuda, e questi divenne cattivo, sembra che lui abbia sbagliato nella scelta.
A ciò si risponde, prima di tutto, con il Crisostomo che qui non si tratta della scelta di predestinazione, ma dell’elezione a un ufficio e allo stato della presente giustizia, alla quale talora alcuni vengono scelti non in considerazione del futuro, bensì per la loro condizione presente: e da questa elezione non viene tolta né la libertà del libero arbitrio, né la possibilità di peccare. Di qui l’esortazione paolina: «Chi crede di star saldo, stia attento a non cadere» (1 Cor 10, 12). Perciò il Signore scelse Giuda mentre non era ancora cattivo, ma la sua scelta non gli tolse la possibilità di peccare.
In secondo luogo si può rispondere, con Agostino, che il Signore scelse Giuda già cattivo; e questo rientra nella capacità del Bene: servirsi del malvagio per un fine buono, sebbene lo sappia cattivo. Dio si è servito bene di lui, tollerando di essere da lui tradito per redimere noi…
Ovvero potremmo rispondere, con sant’Ambrogio, che il Signore scelse Giuda per confortare la nostra debolezza, quando ci capita di essere traditi dagli amici, sapendo che anche lui, Signore e Maestro, è stato tradito da un discepolo” (Commento al Vangelo di san Giovanni 6,71).

2. Il Signore ha potere anche sui morti. E pertanto ha potuto chiamare Elia e Mosé perché gli rendessero testimonianza e tutti potessero capire era Lui l’oggetto delle loro predizioni.
Inoltre sul monte della trasfigurazione Elia e Mosé vennero in contatto con l’umanità di Cristo, ma non ne contemplarono a viso aperto la sua divinità.

3. Gamaliele non allude alle religioni ma si riferisce ad un’affermazione ben precisa, quella per la quale Gesù sarebbe stato il Cristo. Altri si erano presentati come il Messia, il promesso da Dio a Israele, ma finirono malamente.

4. Mosé vuole dire anzitutto che il Messia promesso sarà riconoscibile dal fatto che compirà tutte le opere che ha compiuto lui e che sarà come lui legislatore, liberatore, mediatore e profeta.
Ora, dopo Mosé, solo Cristo è stato tale.
Ma Mosé ha poi aggiunto: “a Lui darete ascolto”. Qui è sottintesa la superiorità del Messia.
Inoltre a quei il popolo d’Israele sarebbe stato del tutto incapace a pensare al Messia come a Dio fatto carne.

5. Mi chiedi infine chi accetta semplicemente la sofferenza e chi invece la converte in amore.
Accettano semplicemente la sofferenza quelli che si rassegnano dinanzi ad un male ineliminabile. Quanti atei si sono rassegnati e tuttora si rassegnano dinanzi a infermità ineliminabili. Sanno che non c’è rimedio per talune situazioni. E vanno avanti, compiendo il loro dovere.
I santi invece hanno trasformato tutto in amore per Gesù Cristo.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo