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Quesito

Caro Padre Angelo,
desidero ricorrere nuovamente al suo consiglio per un quesito in merito all’offerta di indulgenze (se è corretto il termine) per le anime del purgatorio, cioè se sia opportuno offrire loro “solo” le nostre preghiere (siano esse di parole o di fatti come nel caso del digiuno), oppure se anche certi ordinari momenti della nostra vita siano consoni.
Vado nello specifico: a volte mi capita di non dormire per un problema d’insonnia che mi porto avanti da molto tempo, migliorato negli anni ma mai del tutto risolto. Passare le notti in bianco è davvero faticoso e demoralizzante, soprattutto se la giornata seguente si prospetta impegnativa. Così ultimamente, nelle nottate in cui non riesco a prendere sonno, mi fermo e domando che tutta la mia fatica sia offerta per quelle anime. Talvolta mi capita anche di pregare in alcuni di quei momenti, ma non sempre.. Ammetto che il mio sforzo si concentra poi nel cercare di dormire, per lo più.
Specifico che cerco di ricordarmi di loro anche in altri momenti, ad esempio durante la preghiera personale quotidiana.
Il mio dubbio nasce dal fatto che la ragione per cui offro la mia fatica non è “intenzionale”, poiché causata da un disturbo che mi auguro di sconfiggere.
La assicuro nelle mie preghiere e le auguro buon lavoro, ringraziandola per il servizio che offre.
Maria


Risposta del sacerdote

Cara Maria,
1. siamo chiamati a trasformare in atto di amore tutte le nostre azioni, comprese anche le varie insonnie.
La Chiesa annette l’indulgenza parziale anche a tali circostanze purché il tutto sia fatto con l’animo rivolto a Dio.
Il Manuale delle indulgenze del 1968, oltre a varie pratiche specifiche per prendere le indulgenze, presenta tre concessioni generali che sono nuove rispetto alla prassi precedente.

2. Eccole:
“Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportarle le avversità della vita, innalza con umile fiducia l’animo a Dio, aggiungendo, anche solo mentalmente, una pia invocazione.
Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, con spirito di fede e con animo misericordioso, pone se stesso o i suoi beni a servizio dei fratelli che si trovino in necessità.
Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, in spirito di penitenza, si priva spontaneamente e con suo sacrificio di qualche cosa lecita”.

3. Viene specificato però quanto segue:
“Tuttavia non sono indulgenziate tutte queste opere, ma soltanto quelle che sono compiute in una maniera e con uno spirito particolare.
Si consideri, ad esempio, la prima concessione, che è così formulata: «Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportare le avversità della vita, innalza con umile fiducia l’animo a Dio e recita, anche solo mentalmente, una pia invocazione».
Con questa concessione sono arricchiti di indulgenza soltanto quegli atti, con i quali il fedele, mentre compie i suoi doveri e sopporta le avversità della vita, innalza la mente a Dio nel modo indicato.
Atti del genere, attesa l’umana debolezza, non sono frequenti”.

4. Continua: “Se qualcuno poi fosse tanto diligente e fervoroso da riempire la giornata di tali atti, allora egli giustamente meriterebbe, oltre un copioso aumento di grazia, una maggiore remissione di pena e potrebbe anche, animato com’è dalla carità, aiutare più abbondantemente le anime del Purgatorio.
Simili osservazioni possono essere fatte per le altre due concessioni”.

5. Viene precisato infine che “le tre concessioni concordano in pieno con il Vangelo e gli insegnamenti del Concilio Vaticano II; ciò, per utilità dei fedeli, è brevemente illustrato con alcuni passi scelti della S. Scrittura e degli Atti dello stesso Concilio, che sono riportati a commento delle singole concessioni.

6. Nel tuo caso si tratta di sopportazioni di disagi contrari alla tua volontà.
Ebbene il Manuale parla proprio di questo a proposito della prima concessione là dove dice: “Si concede l’indulgenza parziale al fedele che, nel compiere i suoi doveri e nel sopportarle le avversità della vita…”.
E da quanto mi dici, l’elevazione dell’anima a Dio da parte tua c’è.

7. Per cui non mi rimane che augurarti di continuare sempre così perché quanto viene detto successivamente rispecchi perfettamente il tuo caso: “Se qualcuno poi fosse tanto diligente e fervoroso da riempire la giornata di tali atti, allora egli giustamente meriterebbe, oltre un copioso aumento di grazia, una maggiore remissione di pena e potrebbe anche, animato com’è dalla carità, aiutare più abbondantemente le anime del Purgatorio”.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di dire anche queste cose, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo