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Caro Padre Angelo,
buon giorno.
Le chiedo un approfondimento sul coito interrotto.
Cane e cagna e tanti altri animali nel mondo animale dopo l’atto sessuale rimangono – diciamo – incastrati per anche venti o più minuti.
Questo non avviene per l’uomo.
Mi domando quindi se per Dio non sia naturale il coito interrotto visto che non ci obbliga come questi animali.
Le domando di pregare per noi, ne sentiamo tanto il bisogno!
Grazie di cuore, mando una preghiera;
pace e bene.


Carissimo,
1. il confronto con gli animali non regge, sebbene siano anch’essi dotati di sessualità.
Infatti – come rileva il Concilio Vaticano II – la sessualità umana per il suo radicarsi nella persona “è meravigliosamente superiore a quanto avviene negli stadi inferiori della vita” (Gaudium et spes, 51).
La sessualità nell’uomo non è semplicemente qualcosa di biologico, ma tocca l’intimo nucleo della persona.

2. Negli animali la sessualità è guidata dall’istinto. In certi periodi è incontenibile, mentre in altri è come se fosse assopita.
È come se fossero regolati da un meccanismo che non si sono dati da se stessi.

3. J. Guitton, il grande pensatore francese, in un saggio sull’amore umano ha rilevato facilmente la superiorità della sessualità umana su quella animale da una osservazione fenomenologica: “Se si paragona la vita degli animali con il comportamento della specie umana, ci si accorge che la sessualità negli animali ha un ruolo molto più limitato. Si produce per fasi e periodi limitati, almeno nelle specie superiori. (…).
Del resto la sessualità animale è limitata strettamente alla sua funzione e non crea comunità di vita tra gli individui. Si conoscono certamente delle simbiosi di accoppiamento, per esempio nelle rane e nelle tartarughe, ma l’accoppiamento non è una società” (L’amore umano, p. 162).

4. Per l’uomo invece non si tratta di istinto, ma di impulso.
“Mentre nell’animale l’istinto segue una regola ed è sottomesso al ritmo cosmico, nell’uomo – e soprattutto nel maschio – può essere eccitato quasi in continuazione. Non è legato alle necessità vitali e si presenta a proposito e a sproposito.
Si direbbe che nell’uomo l’istinto si disinnesti dalla vita per innestarsi nello spirito…” (Ib., p. 165).

5. Il di più che c’è nell’uomo a differenza dell’animale è il significato personalistico di quel gesto.
Mentre per gli animali si tratta di pura attrazione istintuale, al punto che per accoppiarsi va bene qualsiasi animale della stessa specie, per l’uomo invece si tratta del dono di sé.
Anzi si tratta del dono della propria intimità.
E non solo di quella fisica, ma soprattutto di quella morale e spirituale.

6. Prima di donarsi ad una determinata persona c’è nell’uomo un “senso di vaga attesa che precede l’amore” (J. GUITTON, L’amore umano, p. 70).
Per due persone quel gesto ha senso solo se prima c’è qualcosa d’altro, e cioè il dono con il quale ci si è espropriati e ci si è consegnati l’un l’altro per sempre.

7. Ora il coito interrotto contraddice la verità dell’atto, il suo significato personalistico.
Vale anche per il coito interrotto quanto Giovanni Paolo II ha detto per la contraccezione in generale: “Ne deriva non soltanto il positivo rifiuto all’apertura alla vita, ma anche una falsificazione dell’interiore verità dell’amore coniugale, chiamato a donarsi in totalità personale” (Familiaris consortio 32c).
Così quell’atto cessa di essere un atto di dono totale di sé e slitta verso un rapporto strumentale con se stessi e con il partner.

8. Ma non soltanto quell’atto viene modificato perché non è più compiuto secondo il suo più intimo significato.
Per mezzo della contraccezione si modifica anche il genuino significato del rapporto interpersonale.
Più in profondità si modifica anche il proprio rapporto con Dio perché il suo progetto di santificazione, di ascesi e di castità viene accantonato e sostituito con il proprio.

Volentieri prego per voi e per le vostre necessità.
Mentre vi ringrazio per la preghiera che mi avete mandato, vi auguro ogni bene e vi benedico.
Padre Angelo