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Caro Padre Angelo,
ho 16 anni e voglio fare la Volontà di Dio.
Sono circa tre anni che la tentazione del peccato della masturbazione mi tormenta e spesso cado.
Ogni volta che cado prego, propongo con forza di non peccare più e mi confesso, ma dopo qualche tempo i pensieri ricominciano a tormentarmi finché non cado di nuovo. Sto cercando di combattere questo peccato con tutte le mie forze essendo consapevole che niente è più grave del peccato, ancor di più se è mortale.
Per questo motivo cerco di organizzare la mia giornata pregando, studiando e lavorando come i monaci perché il nemico non mi trovi in ozio.
Ho ottenuto qualche buon risultato (al massimo 4-5 settimane di astinenza, ma di solito molto meno), ma ciò non è bastato per risolvere il problema.
Mi sto chiedendo davvero se io ami il Signore più di ogni altra cosa o no.
Il Signore dice che se una mano ci è motivo di scandalo è meglio per noi tagliarla che essere gettati nell’inferno con entrambe le mani.
Ora io ti chiedo: È quindi giusto tagliare la testa al toro, nel senso fisico del termine? Non voglio una risposta più dolce o più facile, ma soltanto la Verità. Ne vale la mia Vita Eterna.
Grazie.
Giovanni


Caro Giovanni,
1. a proposito della custodia della purezza San Tommaso scrive: “Il terzo rimedio consiste nell’occupare l’animo con alcuni buoni pensieri.
Per questo San Giovanni Crisostomo dice che l’amputazione dei genitali non comprime le tentazioni e non causa la quiete quanto il freno del pensiero (Super Matth.).
Perciò l’Apostolo dice: “In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri” (Fil 4,8).
Ciò significa che la purezza va formata nella testa, vale a dire in ciò che si pensa, si immagina, nel modo di rapportarsi con Dio, con gli altri e con se stessi.

2. Tu desidereresti non essere sottoposto a nessuna tentazione.
Ma queste le avrai sempre.
Le hai adesso e le avrai anche da sposato, se questa sarà la tua strada, e da vecchio.

3. Se Dio permette le tentazioni nella nostra vita è senza dubbio per un disegno di bene. I teologi parlerebbero di un disegno provvidenziale.
Santa Caterina da Siena, che è anche dottore della Chiesa, dice che se si è fedeli a Dio l’anima fa grandi guadagni nelle tentazioni.
Parla delle tentazioni come di battaglie e dice che nel tempo delle grandi battaglie l’anima viene a maggior perfezione e prova così l’autenticità della sua virtù.

4. Questa Santa riferisce che Dio le disse che in questa vita permette ai demoni di tentare e molestare le creature non perché siano vinte, ma perché vincano e ricevano da Lui la gloria della vittoria.
Dice testualmente: “D’altra parte nessuno deve temere, qualunque siano le battaglie e le tentazioni che gli vengono dal demonio, perché io ho fatto forti gli uomini e ho dato loro la fortezza della volontà fortificandola nel sangue del mio Figliuolo.
Questa volontà né demonio né creatura alcuna ve la può mutare perché è vostra, data a voi da me insieme al libero arbitrio.
Voi dunque col libero arbitrio la potete tenere saldamente in vostro possesso, o lasciare come vi piace. Se la ponete nelle mani del demonio essa è l’arma e il coltello con cui egli vi percuote ed uccide; ma se l’uomo non dà questo coltello della volontà nelle mani del demonio, cioè se non acconsente alle sue tentazioni e molestie, giammai sarà ferito dalla colpa del peccato, qualunque tentazione subisca.
Ne rimarrà anzi fortificato se aprirà l’occhio dell’intelletto a contemplare la mia carità la quale permette che siate tentati solo per farvi giungere alla virtù e provarla in voi stessi.
I demoni dunque sono miei ministri nel tormentare i dannati nell’inferno e nell’esercitare e provare la virtù dell’uomo in questa vita.
L’intenzione del demonio non è di provare e temprare la vostra virtù, perché in lui non vi è la carità, ma è di privarvi della virtù: ma ciò non può fare se voi non volete.
Grande è perciò la stoltezza dell’uomo che si fa debole laddove io l’ho fatto forte e da sé medesimo si mette nelle mani del demonio” (Dialogo della divina Provvidenza, 43).

5. Parlando in specie delle tentazioni nella purezza Santa Caterina scrive in una sua lettera: “Dico che questi colpi (tentazioni) non solamente non sono nocivi, ma saranno pietre preziose e perle poste sopra il vestimento dell’ardentissima carità.
Ora da che sarebbe e che valore avrebbe l’anima che non avesse tentazioni?
Non sarebbe in lei virtù provata.
Con che si prova e con che s’acquista la purità? Con il suo contrario, cioè con la molestia dei moti di impurità: chi fosse impuro, non proverebbe molestia dalle tentazioni di impurità” (lettera a frate Raimondo da Capua, – L 211).

6. E ancora: “Le molte contraddizioni che provengono dalla sensualità non tolgono la perfezione, ma aiutano ad ottenerla.
Infatti con esse l’uomo conosce meglio la propria difettosità, e conosce la bontà di Dio che gli conserva lo volontà di non consentire e non andar dietro ai sentimenti sensitivi, dilettandosene.
Così da quel sentire trae la virtù dell’umiltà per il conoscimento di sé, e della carità per il conoscimento della bontà di Dio in sé” (lettera a Salvi di Misser Pietro, – L 122).

7. Stai vivendo un tempo molto delicato per la tua formazione spirituale.
Da come ne esci, dipenderanno tante cose nella tua vita.
Io ti esorto ad impegnarti nella vita spirituale ad esempio recitando il santo Rosario ogni giorno.
Non si tratta di ripetere parole, ma di realizzare un incontro con il Signore.
Quest’incontro – se è ben vissuto secondo le indicazioni che più volte ho ricordato – è sempre santificante e liberante.
Ti sentirai riempito della dolcezza del Paradiso e liberato da tante sensualità.

8. Ugualmente ti esorto ad attingere costantemente alle sorgenti della grazia che sono la Confessione e la S. Messa.
Ogni confessione e ogni Messa riempiono di grazia e pertanto anche di forza celeste.

9. Senza tralasciare evidentemente l’apertura concreta della tua vita nel dedicarti al compimento del bene in mille attività.
Perché per vincere quel vizio che viene chiamato “egoismo alo stato puro” si deve essere costantemente impegnati in mille fronti per uscire da sé e dedicarsi alle necessità altrui.

10. Infine desidero ricordare altri vantaggi nel superamento delle tentazioni.
Le tentazioni nella vita hanno un ruolo provvidenziale perché consentono di diventare vittoriosi e di meritare il premio.
Alle parole del Vangelo “ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano (Mt 4,11) San Tommaso, commentando la vittoria di Cristo sulle tentazioni dei demoni, scrive: “Con questo viene reso manifesto che gli uomini che vincono il diavolo, meritano il ministero (servizio) degli Angeli” (Commento a Matteo 4,11).

11. La via di cui tu hai parlato è totalmente illusoria e sbagliata.
Mentre la via di Dio è perfettamente umanizzante e santificante.

Perché le vittorie riportate ti diano forza per conseguire sempre altre vittorie, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo