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Quesito
Salve Padre Angelo
mi scusi sono ancora io, il ragazzo di nome marco di 23 anni.
Le domande che le pongo oggi non riguardano più il lontano ottobre/novembre … (divorzio, secondo matrimonio.. etc), ma se quando ci sono disastri metereologici, oppure quando accadono disastri naturali sono causati dalla punizione di Gesù per i peccati gravi e non di noi uomini.
Spero di essere stato chiaro nelle domande e attendo una sua risposta
Cordialmente
Marco
Risposta del sacerdote
Caro Marco,
1. non è corretto dire che Dio o che Gesù castigano per i mali commessi.
Perché la punizione è insita nel male compiuto.
Se tu prendi del veleno e muori, non puoi dire che il Signore ti ha castigato.
2. Ora i nostri peccati, come si vede anche nel peccato originale, hanno non solo effetti personali, ma anche cosmici.
Non possiamo dire però in quale modo.
3. Ho detto: come si vede anche in seguito al peccato originale.
Il testo sacro infatti riferisce le seguenti parole di Dio dette ad Adamo: “Maledetto il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l’erba dei campi.
Con il sudore del tuo volto mangerai il pane” (Gn 3,17-19).
La Bibbia di Gerusalemme commenta: “A sua volta l’’uomo (che in seguito al peccato originale asserve la donna a sé, n.d.t.) deve accanirsi a trarre il suo sostentamento da un suolo ostile, che è lontano dal somigliare al giardino dell’Eden” (nota a Gn 3,18-19).
4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica scrive:
“La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale. Hanno paura di quel Dio di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative” (CCC 399).
E ancora: “L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo (Gn 3,17; Gn 3,19)” (CCC 400).
5. Sicché non è mai lecito dire che il Signore ha castigato questo o quest’altro perché gli è successo qualche incidente o gli è capitata qualche malattia.
Possono essere anche i nostri personali peccati ad aver influito in maniera misteriosa negli incidenti che capitano ad altre persone.
6. Lo ha ricordato Giovanni Paolo II in Reconciliatio et Penitentia: “Riconoscere che in virtù di una solidarietà umana tanto misteriosa e impercettibile quanto reale e concreta, il peccato di ciascuno si ripercuote in qualche modo sugli altri. È, questa, l’altra faccia di quella solidarietà che, a livello religioso, si sviluppa nel profondo e magnifico mistero della comunione dei santi, grazie alla quale si è potuto dire che “ogni anima che si eleva, eleva anche il mondo” (elisabeth leseur, Journal et pensées de chaque jour).
A questa legge dell’ascesa corrisponde, purtroppo, la legge della discesa, sicché si può parlare di una comunione nel peccato per cui un’anima che si abbassa per il peccato abbassa con sé la Chiesa e, in qualche modo, il mondo intero.
In altri termini, non c’è alcun peccato, anche il più intimo e segreto, il più strettamente individuale, che riguardi esclusivamente colui che lo commette.
Ogni peccato si ripercuote, con maggiore o minore veemenza, con maggiore o minore danno, su tutta la compagine ecclesiale e sull’intera famiglia umana. Secondo questa (prima) accezione, a ciascun peccato si può attribuire indiscutibilmente il carattere di peccato sociale” (RP 16).
7. I vari mali che Santa Caterina da Siena vedeva la stimolavano a dire: “Peccavi Domine, miserere mei” (ho peccato Signore, abbiate pietà di me). E con umiltà anche noi dovremmo fare altrettanto.
Ti auguro ogni bene, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo