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Buongiorno,
le chiedo:
1) il fedele che partecipa a una messa in cui il sacerdote cambia a proprio piacimento parole e riti, soddisfa il precetto festivo o deve partecipare ad un’altra messa?
2) nel caso in cui il sacerdote cambiasse le parole della consacrazione, e dunque sorgessero dubbi sulla validità della messa?
Grazie!


Carissimo,
1. il fedele che partecipa a una Messa in cui il sacerdote cambia a proprio piacimento parole e riti soddisfa il precetto festivo. Infatti per quanto attiene a lui ha fatto il proprio dovere.
Chi invece non ha fatto il proprio dovere è il sacerdote, che non è stato autorizzato da nessuno a mutare riti e parole.
Anzi, dal Magistero della Chiesa ripetutamente gli è stato fatto espresso divieto.

2. Di questa sua ostinazione, così come del turbamento e del dispiacere causato nei fedeli che hanno dovuto subire le sue invenzioni, dovrà risponderne davanti al Signore.
Anche qualora trovasse espressioni più belle di quelle stabilite dalla Chiesa il suo conformarsi a quanto è stabilito è un bell’atto di umiltà davanti Dio e davanti ai fedeli.

3. L’umiltà è essenzialmente sottomissione non solo a Dio, ma anche a chi sulla terra ne fa le veci.
San Tommaso dice che l’umiltà “scaccia la superbia a cui Dio resiste, e rende l’uomo sottomesso e sempre aperto a ricevere l’infusione della grazia divina secondo le parole di Giacomo: Dio resiste ai superbi, ma dà la grazia agli umili (Gc 4,6)” (Somma teologica, II-II, 161, 1, ad 2).

4. È ammirabile anche in questo senso l’umiltà di Santa Teresa d’Avila la quale di se stessa ha potuto scrivere: “In fatto di fede, sarei stata pronta ad affrontare mille morti piuttosto di far credere che trasgredissi una minima cerimonia della Chiesa o andassi contro una verità della sacra Scrittura” (Vita, 33,5).

5. Dispiace anche dover osservare che quelli che nella liturgia fanno quello che vogliono disprezzano e denigrano coloro che la osservano, tacciandoli di pappagallismo, perché proferiscono le parole prescritte dal Rituale senza alterarle.
Intanto i fedeli devono subire.
L’autorità stessa dovendo fronteggiare cose più gravi lascia passare tutto questo.

6. Venendo all’ultima domanda, la Messa sarebbe invalida qualora fossero mutate sostanzialmente le parole della consacrazione che sono le seguenti: “Questo è il mio Corpo” e “Questo è il calice del mio Sangue”.
Se il sacerdote muta volontariamente le altre parole della consacrazione evidentemente compie un gravissimo abuso, ma la consacrazione è valida.

Colgo l’occasione per farti gli auguri di una felice e Santa Pasqua: che tutto possa rifiorire nella tua vita come tutto è rifiorito nella vita di Cristo con la sua risurrezione.
Ti ricordo a Lui nella preghiera e ti benedico.
Padre Angelo