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Carissimo padre Angelo,
Mi chiamo don … sono parroco da poco tempo, le volevo chiedere se poteva dirmi qualcosa sul significato del numero delle candele nella liturgia ma soprattutto nell’adorazione perché 6 e in quella del vescovo 7 (che rappresenta la pienezza e riprende la visione di Ap dei 7 candelabri…).
La ringrazio per la sua preparazione e amore alla chiesa. Perché non sono riuscito a trovare niente su ciò.
Grazie
Don…


Caro Don…
1. le vecchie rubriche determinavano la presenza di due ceri per le Messe normali, che venivano dette Messe basse perché celebrate a bassa voce.
Quattro ceri erano richiesti per la Messa cantata e sei per le Messe solenni e per l’adorazione eucaristica.
Sette invece erano le candele che si dovevano accendere per la Messa celebrata dal Vescovo.

2. Perché la diversa numerazione?
Evidentemente a motivo del maggior splendore che si voleva dare alla Liturgia anche nel suo aspetto esterno e decorativo.
La maggiore sontuosità nell’ornamento dell’altare e nei paramenti e il più grande splendore di luci certamente mettono in risalto la grandezza di quanto si va celebrando.

3. Perché sei candele per l’adorazione eucaristica?
Premesso che nella spiegazione che ti offro non c’è niente di dogmatico, oltre a quanto ho già detto, riporto il significato del numero 6 secondo San Tommaso.
Ecco dunque che cosa dice il nostro grande Dottore: “La perfezione delle opere divine corrisponde alla perfezione del numero sei, il quale risulta dalla somma dei suoi divisori, che sono l’uno, il due e il tre.
Infatti un giorno è assegnato alla produzione delle creature spirituali, due a quella delle creature materiali, tre all’opera di abbellimento” (Somma teologica, I, 74, 1).
In altre parole: il sei evoca completezza, perfezione.
Le sei candele, che vengono disposte tre da una parte e tre dall’altra, rimandano pertanto alla più alta perfezione del culto.
Ora l’adorazione è l’atto di culto più alto.

4. Per la celebrazione della Messa fatta dal Vescovo si dispongono sette ceri sull’altare: tre da una parte e quattro dall’altra.
Le sette lampade rimandano certamente al candelabro con sette bracci che Dio ordinò a Mosé di mettere all’interno del Santuario (Es 25,37).
Nello stesso tempo rimandano “ai sette spiriti che stanno davanti al trono di Dio” (Ap 1,4).
Di questi sette spiriti parla Raffaele il quale rivelandosi a Tobia dice: “Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti a entrare alla presenza della gloria del Signore” (Tob 12,15).
Questi sette spiriti sono rappresentati anche come fiaccole, come dice Ap 4,5: “Ardevano davanti al trono sette fiaccole accese, che sono i sette spiriti di Dio”.
Pertanto i sette ceri presenti per la Messa celebrata dal Vescovo rimandano alla Liturgia del Cielo, che nella Messa viene celebrata sui nostri altari.
In Cielo Gesù Cristo è il Sommo Sacerdote entrato nel Tempio una volta per sempre.
In terra è ancora Gesù Cristo il Sommo Sacerdote rappresentato visibilmente da colui che ha la pienezza del sacerdozio, il Vescovo.

5. Può darsi che vi siano altre spiegazioni. Ma, come ripeto, non  vi è nulla che impegni la nostra fede in queste determinazioni.

Ti auguro ogni bene per il tuo nuovo ministero di parroco e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo