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Quesito

Pace. Carissimo Padre Angelo,
le chiedo la cortesia di spiegarmi in cosa consiste la Gerusalemme celeste (Apocalisse 21). È un insieme di simbolismi per indicare il paradiso? Indica la Chiesa? Non è letteralmente una città, né un luogo fisico, giusto?
Di che si tratta esattamente?
Grazie in anticipo per la risposta.
Ave Maria


Risposta del sacerdote

Carissimo, 
si parla due vuole nel Nuovo Testamento di Gerusalemme celeste.

1. La prima nella lettera agli ebrei: “Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli” (Eb 12,22)
Con il battesimo, il cristiano, diventando figlio di Dio, viene iscritto nell’anagrafe celeste e cioè diventa membro della Chiesa.
Monte Sion, città di Dio, Gerusalemme celeste sono sinonimi e indicano l’unica Chiesa, di cui una porzione è pellegrina sulla terra e l’altra è gloriosa nel cielo.
Ma anche chi è membro della chiesa pellegrina sulla terra (in passato veniva detta Chiesa militante), è già membro della città di Dio, della Gerusalemme celeste.
Viene detta di Dio o celeste perché la Chiesa è fondata da Dio, perché dura in eterno e anche perché Dio vi abita in modo speciale.
Ancora: viene detta celeste perché viene dal cielo, conduce al cielo e nel cielo raggiunge la sua ultima perfezione.

2. Dev’essere stato facile per San Paolo e per colui che ha steso questa lettera collegare la cittadinanza celeste alla cittadinanza romana.
I cittadini romani godevano di particolari diritti.
Si poteva essere cittadini romani anche se non si era nati a Roma. Alcuni lo diventavano per benemerenza, altri perché acquisivano questo titolo.
San Paolo, pur essendo nato a Tarso in Cilicia e pur essendo ebreo figlio di ebrei, godeva della cittadinanza romana, con un diritto acquisito dai suoi antenati. Al comandante che gli aveva replicato: “«Io, questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo», Paolo disse: «Io, invece, lo sono di nascita!»” (At 22,28).
Per mezzo del battesimo i cristiani acquisiscono il prezioso diritto di essere realmente cittadini del cielo, con tutti i diritti e i doveri che ne seguono.
San Paolo dice apertamente: “La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo” (Fil 3,20).

3. Si parla di di Gerusalemme celeste anche nell’Apocalisse: “L’angelo mi trasportò in spirito su di un monte grande e alto, e mi mostrò la città santa, Gerusalemme, che scende dal cielo, da Dio, risplendente della gloria di Dio” (Ap 21,10)
Sant’Agostino si dice che “questa città discende dal cielo perché celeste è la grazia con la quale Dio la formò… Dal cielo ebbe inizio; dal cielo per la grazia di Dio, che si ottiene mediante il lavacro di rigenerazione nello spirito Santo, moltiplica i suoi cittadini.
Ma nel giudizio finale, quando i corpi, dall’antica corruzione mortalità, passeranno all’incorruzione ed immortalità, apparirà tanto grande e tanto nuovo lo splendore del dono di Dio da non rimanere in essa alcun vestigio della passata e infermità” (La Città di Dio, XX,17).

Con l’augurio che tu possa fruire di tutti i diritti legati alla cittadinanza celeste (sei figlio di Dio per adozione, hai diritto di essere da lui nutrito con la sua parola e con la grazia dei suoi sacramenti, sei figlio della Chiesa col dovere di amarla, di esserne grato e di difenderla) ti assicuro la mia preghiera e ti benedico.
Padre Angelo