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Quesito
Carissimo Padre Angelo,
sia lodato Gesù Cristo e le porgo i miei più cari saluti.
Più continuo la mia conversione (in quanto ogni giorno che mi avvicino la meta da raggiungere mi sembra essere sempre più lontana) la vostra rubrica si conferma come vero faro, per noi fedeli, all’interno della Chiesa.
Vengo dalla messa di Domenica 03/01/2021 dove ci sono state sicuramente delle bellissime letture ricchissime di teologia ma che mi hanno lasciato perplesso su un particolare: nel Siracide la Sapienza di Dio parla e dice: «Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: “Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele, affonda le tue radici tra i miei eletti” .
Giovanni nel prologo dice del Verbo: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
Quello che non mi torna è che la Sapienza di Dio che viene definita da noi cristiani come anche il Verbo (almeno credo) si dice che è creata quindi creatura e non più Dio il che entra in conflitto non solo con il prologo giovanneo ma anche con altri passi dello stesso Antico Testamento.
Le ho scritto perchè ho trovato ben poche risposte su siti affidabili ma mi è sembrato di capire che la radice del verbo che dovrebbe intendere creare nel Siracide sia “quanah” che nella Scrittura è utilizzato come “generare”, “possedere”, “formare” e in un senso più allegorico “creare”.
Guardando anche Pr. 8, 22 dove mi dicono che c’è sempre la radice verbale “quanah” ho visto che la versione CEI effettivamente traduce “creare”, quella Interconfessionale “generare”.
Le volevo chiedere:
1. se effettivamente quella è la radice del verbo quanah e i suoi significati sono quelli
2. la “Sapienza di Dio” del Siracide è il “Verbo di Dio” di Giovanni, e quindi Suo Figlio?
3. se effettivamente è così perchè la Chiesa decide di lasciare come traduzione creare che, a mio avviso, è quello che lascia più ombre nell’interpretazione?
A livello mio personale Le volevo chiedere poi se il mio comportamento razionale e “curioso” che ovviamente pone dei dubbi logici sulle Scritture dove ne percepisce “una incongruenza” finché non trova la risposta sia un comportamento corretto e santificanteT oppure se sia meglio invece fidarsi pur non conoscendo certi dettagli e quindi “spegnere” la parte razionale.
La ringrazio molto, auguro un sereno e felice anno nel Signore a tutti voi e vi ricordo nelle mie preghiere.
Umberto
Risposta del sacerdote
Caro Umberto,
1. sì, affermando che la sapienza è stata creata si riceve l’impressione che sia una creatura di Dio.
A questo versetto si appigliò Ario e si appigliarono i suoi seguaci per dire che il Verbo non è Dio, ma è la prima creatura di Dio.
Con questo negavano la Santissima Trinità e negavano la divinità di Nostro Signore.
2. Come tu stesso hai individuato, tutta la difficoltà nasce dal verbo ebraico qanah, che può significare tre cose: comprare, acquistare, possedere; qualche volta, ma raramente, anche creare; può significare anche dare l’essere o generare.
Sicché creare e generare nella Sacra Scrittura talvolta si identificano, come emerge chiaramente nel passo dei Proverbi in cui vien detto che la Sapienza è stata formata dall’eternità ed è preesistente alle creature: “Il Signore mi ha creato come inizio della sua attività, rima di ogni sua opera, all’origine.
Dall’eternità sono stata formata, fin dal principio, dagli inizi della terra.
Quando non esistevano gli abissi, io fui generata, quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua;
prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io fui generata” (Pr 8,22-24).
Che significa che è stata creata, anzi generata prima di ogni sua opera? Che qui creare e generare hanno il medesimo significato, e cioè che non è una creatura.
3. La Sapienza viene generata da Dio nel senso che quando si forma un pensiero, lo si genera, se ne forma un concetto (concepito).
Dal momento che il pensiero di Dio è coeterno a Dio si dice che viene generato nella sua mente, e proprio perché è generato vien anche detto Figlio.
Sicché, dire, Sapienza divina, Verbo o Figlio è la stessa cosa.
4. Tornando al testo del Siracide, la versione greca della Bibbia tradotta dai LXX ha scritto creare. Questo termine è passato nella traduzione latina della Volgata ed è passato poi anche nella lingua italiana.
È il passo che abbiamo sentito nella prima lettura del seconda domenica dopo il Natale: “Colui che mi ha creato mi fece piantare la tenda e mi disse: «Fissa la tenda in Giacobbe e prendi eredità in Israele»”(Sir 24,8).
5. In quale senso qui la Sapienza divina vien detta creata?
Alcuni dicono che si tratta della Sapienza diffusa nella creazione, nelle opere create da Dio. Si tratterebbe allora della Sapienza diffusa nella creazione che parla e dice: “Colui che mi ha creato”.
Altri, e sono quasi tutti gli autori cattolici, leggono questo versetto in riferimento all’incarnazione della Sapienza nella umanità di Nostro Signore. In questo senso la natura umana assunta dal Verbo è stata creata.
Altri vi leggono Cristo, la Sapienza divina incarnata, che è costituito principio e fine di tutte le cose.
6. Ma perché scrivere “Colui che mi ha creato” non è stato tradotto “Colui che mi ha generato?”.
Probabilmente per indicare che questa Sapienza eterna e consustanziale al Padre si è incarnata e ha fissato la sua tenda in Giacobbe. E cioè ha assunto l’umanità dalla stirpe di Giacobbe, vale a dire dalla stirpe di Israele.
7. Così ho risposto a tutte e tre domande.
Infine mi chiedi se fai bene a farti tutte queste domande piuttosto che accettare in spirito di fede quello che è stato scritto.
Ebbene, Dio ci ha dato l’intelligenza proprio per approfondire quanto ci ha rivelato.
Pertanto fai bene a farti tutte queste domande perché servono a comprendere meglio la Sacra Scrittura e a rintuzzare le varie interpretazioni errate che se ne possono dare, come quella degli ariani o anche dei testimoni di Geova.
Ti auguro ogni bene.
Anche a te porgo i miei saluti più cari, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo