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Quesito

Caro Padre Angelo,
non saprei in che sezione mettere questa mail, forse perché è più una richiesta di consiglio su come stare davanti alla realtà che non un approfondimento su un qualsivoglia aspetto della nostra Fede.
Il fatto è questo: questo Papa mi disorienta! Sarà perché, diciamola tutta, per 35 anni abbiamo avuto due "mostri" della Fede cattolica al soglio e quindi, pur dicendo cose scomode, sentivi che erano vere e tra l’altro la reazione sguaiata dei media aiutava a stare ulteriormente tranquilli, almeno per me era così! Adesso…non solo i media fin dall’inizio lo hanno lodato e stralodato, ma pure lui ha cominciato ad esprimersi in maniera quanto mai vaga, lasciando, più o meno consapevolmente lo saprà lui in coscienza, spazio a pericolose interpretazioni. Non ultima la (…) Amoris laetitia! In un primo momento mi era stato di grande aiuto ciò che scrisse Vittorio Messori sul Corriere della sera (io non lo capisco ma comunque prego per lui) ma ammetto che più passa il tempo e più lo faccio "a cucci e spintoni". Ho paura di perdere anche quella residua volontà che mi porta a ricordare papa Francesco nella preghiera… e non voglio arrivare a questo! Con affetto


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. la tua mail mi ha stimolato ad andare a vedere che cosa diceva Santa Caterina da Siena che ha avuto un ruolo importante nella storia della Chiesa.
È stata lei l’artefice del ritorno del Papa Gregorio XI da Avignone a Roma.
Successivamente è stata chiamata da Urbano VI a Roma a parlare ai cardinali e a rimanere in Roma come sua consigliera.

2. I problemi dei Papi e della Chiesa ai tempi di santa Caterina non erano i nostri.
Ma erano sempre problemi, per cui di fatto si creavano disaffezioni nei confronti del Papa, soprattutto nei confronti di Urbano VI.
Anzi, addirittura quelli che erano fedeli al Papa e contro l’Antipapa già tramavano di uccidere il Papa perché lo si riteneva la causa di tutti i guai di cui soffriva la Chiesa.

3. Caterina ne soffrì terribilmente e non si dava pace al pensiero di un eventuale “parricidio” (così lo chiamava).
Non soltanto pregò, ma chiese anche al Signore di sopportare lei ogni male purché questo fosse risparmiato alla Chiesa.
E il Signore la ascoltò.

4. Ho fatto questa premessa perché noi dobbiamo guardare al Papa sempre con l’occhio della fede.
Ebbene proprio con quest’occhio della fede Santa Caterina ha scritto: “Vi prego e voglio che amiate Cristo in terra” (lettera 177, a Pietro cardinale Portuense). 
E volle anche che i suoi figli spirituali facessero “ogni giorno una speciale preghiera per la Santa Chiesa e per il papa” (Lettera 324, a Stefano Maconi, il futuro fondatore della Certosa di Pavia).

5. Ed ecco due preghiere di santa Caterina per il Papa.
Si potrebbe recitare o l’una o l’altra ogni giorno come segno tangibile del nostro amore per la Chiesa, donandole un minuto o due del nostro tempo.

6. Ecco la prima:
“O Deità eterna, per la tua infinita misericordia, apri l’occhio della tua somma clemenza e pietà e volgilo sulla tua unica sposa la santa Chiesa; e apri l’occhio del tuo vicario in terra perché non ami te per sé, né ami sé per sé, ma ami te per te, e sé per te.
Quando infatti egli ama te per sé, tutti periamo, perché in lui sta la vita e la morte nostra, secondo che egli è sollecito o no a ricoverare noi pecorelle che periamo.
Se ama sé per te e te per te noi viviamo: perché dal buon pastore prendiamo esempio di vita.
O somma e ineffabile Deità, io ho peccato e non son degna di pregarti, ma tu sei potente a farmi degna: punisci, o mio Signore, i miei peccati e non guardare alle mie miserie (Sal 51,10).
Tu
mi hai dato un corpo: io te lo rendo ed offro: ecco la mia carne, ecco il mio sangue: si sveni il mio corpo e si distrugga, e si spartiscano le mie ossa per coloro per i quali io ti prego: se è tua volontà, fa tritare le mie ossa e le mie midolla per il tuo vicario in terra, sposo unico della tua sposa, per il quale io ti prego di esaudirmi, cosicché questo tuo vicario guardi alla tua volontà, l’ami e la faccia, affinché noi non periamo.
E fagli un cuore nuovo che continuamente cresca in grazia e sia forte a drizzare il gonfalone della santissima croce perché gli infedeli possano partecipare, come noi, il frutto della passione, il sangue dell’unigenito tuo Figlio, Agnello immacolato” (Preghiera 1).

7. Ed ecco la seconda:
“O Dio eterno e dolcissima carità, prego e supplico la tua clemenza santissima che tu purifichi il tuo vicario, così e in siffatto modo che il suo cuore arda di santo desiderio di ricuperare le membra perdute della santa Chiesa.
E se la sua negligenza, o amore eterno, ti dispiace, punisci per essa il mio corpo che io ti offro e restituisco, perché lo affligga con i flagelli e lo distrugga, se così a te piace.
Ti prego che egli faccia sempre la tua volontà e non attenda ai consigli della carne e non si spaurisca per nessuna avversità, perché in verità vengono meno tutte le cose, salvo che te, sommo Iddio.
Fà dunque, o pietà eterna, che il tuo vicario sia mangiatore del cibo delle anime, ardendo del santo desiderio del tuo onore, e unendosi a te solo perché tu sei alta ed eterna bontà, purifichi per essa le nostre infermità e reintegri la tua sposa col suo salutifero consiglio e le sue opere virtuose. Amen” (Preghiera 3).

8. A Messer Bernabò Visconti, signore di Milano, dopo aver ricordato che “il Verbo dolce, Figlio di Dio ha riposto il suo sangue nel corpo della santa Chiesa e vuole che ci sia amministrato per le mani del suo vicario” così scrive: “Perciò è stolto colui che si allontana e agisce contro questo vicario che tiene le chiavi del sangue di Cristo crocifisso.
Anche se fosse un demonio incarnato, in non devo alzare il capo contro di lui, ma sempre umiliarmi chiedendo il sangue per misericordia: perché in altro modo non lo potete avere, né in altro modo potete partecipare il frutto del sangue.
Vi prego, dunque, per l’amore di Cristo
crocifisso, che non operiate contro il vostro capo” (Lettera 28).

9. Come avrai notato, non sono entrato nel merito dei contenuti del tuo raffreddamento verso il Papa. Ogni Papa ha il suo carisma che attrae di più gli uni e meno gli altri.
Ma spero di averti aiutato ad amare il Papa, che rimane sempre il Vicario di Cristo, e a pregare per il Papa e per la Chiesa.
Il Signore ti benedirà largamente.

Ti benedico anch’io e ti assicuro la mia preghiera.
Padre Angelo