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Quesito

Buongiorno Padre Angelo,
la ringrazio di questo strumento per confrontarci con il pensiero cristiano riguardo alla morale sessuale.
Le pongo dei quesiti di cui mi faccio portatore da qualche mese ma che non riesco a comunicare a nessuno…alla mia fidanzata in prima persona, perché la spaventerei, e non riusciremmo a parlarne con serenità.
I miei quesiti riguardano la morale sul comportamento da tenere prima del matrimonio per prepararsi bene.
Io e … siamo fidanzati da quasi un anno.
Non vogliamo unirci sessualmente prima del matrimonio, anche se ci piacerebbe già ora. Sappiamo però che bloccherebbe la nostra conoscenza reciproca, facendoci cercare prioritariamente qualcosa che serve a cementare un unione di coppia già avvenuta, cosa che invece vogliamo costruire man mano conoscendoci come persone (e ci stiamo scoprendo due persone che ancora devono conoscersi bene!).
Su questo esprimo soddisfazione.
Una cosa su cui ho il dubbio è quanto ci si possa coccolare.
Lei è in una posizione di purezza, perché si fida di me interamente, l’unico stop è per quanto riguarda gli atti completi. Io mi sento un po’ in sporcizia… combatto costantemente con i miei atti solitari, mi confesso una volta a settimana e senza grossi risultati.
Mi chiedo però se le coccole, quando si prolungano, non mi stimolino qualcosa che poi agisca sulla mia voglia notturna di masturbarmi.
Ultimamente le ho pure toccato il seno…poi le ho chiesto scusa, ma a lei non importa, si fida di me. 
Io però non mi fido molto di me stesso e della mia capacità di trattenermi.
Avrei voglia di vederla nuda… ma a questo punto saremmo a un passo dal far l’amore.
Mi accorgo che devo fare dei passi indietro, al matrimonio se va bene manca ancora un anno e mezzo (nella più rosea delle ipotesi, perché come sa oggi il passo è appesantito dal raggiungimento di una certa sicurezza economica)…
Le mie coccole per lei sono importanti… come distinguere però gli atti fatti per il mio piacere da quelli fatti per lei? Voglio continuare a farla sentire amata, ma come farlo senza insinuare l’idea del peccato anche nelle coccole? Si spaventerebbe di qualcosa che la fa sentire amata. Vorrei farlo da me, apportando delle modifiche senza che se ne accorga.
Mi scuso per la lunghezza! Le chiedo preghiere per trovare un equilibrio. grazie!


Risposta del sacerdote

Carissimo,
sono arrivato solo oggi alla tua del 10 settembre. Me ne dispiace molto, anche perché i quesiti che mi hai posto hanno una loro importanza nella vita di fidanzati.

1. Intanto mi compiaccio delle tue idee chiare sul fidanzamento e sulla necessità di arrivare puri al matrimonio.
La prima casa da costruire è quella spirituale. E ti sei accorto che tra te e la tua ragazza c’è ancora molto da fare.

2. Inoltre hai capito che giungere ai rapporti prematrimoniali non solo bloccherebbe la crescita spirituale di tutte e due, ma nuocerebbe molto anche al vostro volervi bene.
Il fidanzamento infatti è anche il tempo in cui si impara ad amare nel senso vero della parola, e cioè a bandire gli egoismi dalla propria vita (e ce ne sono tanti) e a non lasciarsi sopraffare dalla sensualità.
Sposarsi significa impegnarsi a vivere stabilmente con qualcuno e soprattutto per qualcuno.

3. Veniamo adesso al problema delle carezze, che di per sé sono legittime ma che di fatto possono coinvolgere anche la genitalità.
E allora, come giustamente ti domandi, come distinguere se vengono fatte per il tuo piacere o per lei, perché si senta amata?
Anche su questo punto sento l’esigenza di dirti che sei onesto. Ti domandi infatti: sono per me o sono per lei?
Perché allora se sono per lei, lei si può sentire amata in tanti altri modi, come le attenzioni, le delicatezze, il rinnegamento di te stesso per lei…

4. Soprattutto quest’ultimo punto è importante: il rinnegamento di se stessi. Non c’è vero amore finché con gioia non si è pronti a rinnegarsi e far sacrifici per la persona amata.
Quando si ama, si è contenti di manifestare la volontà di rinnegarsi, di sacrificarsi. Se ne vuole addirittura avere l’esclusiva, perché senza dubbio è uno dei segni più belli dell’amore.
Vi sono attenzioni e delicatezze soprattutto nella conversazione e nel comunicarsi le proprie esperienze spirituali, nel comunicarsi a vicenda Dio.
Quando tu manifesti il tuo stupore e la tua contentezza per le sfumature che lei sa cogliere su Gesù Cristo e sul suo Vangelo col suo animo femminile, certamente si sente apprezzata e amata.
Penso che questa sia una delle manifestazioni più alte d’amore.

5. Mi dici che lei ti lascia fare.
Va bene.
Tuttavia devo ricordare che tutti e due insieme siete chiamati a crescere nella purezza.
Anche per lei la purezza non è scontata.
Sebbene la tua ragazza sia pura di indole, la purezza va fatta propria, va alimentata e accresciuta.
Allora se lei sta zitta, tu puoi intraprendere il discorso sulla purezza e chiederle: ma senti, per noi due che cosa significa crescere nella purezza?
Il nostro affetto ha bisogno di diventare ancora più puro?
Siamo consapevoli che la nostra capacità di amare è insidiata dalla concupiscenza della carne, o noi due ne siamo immuni?
C’è qualche passo indietro che dobbiamo fare?
Io in che cosa posso aiutarti e tu in  che cosa puoi aiutarmi?
Ecco questo è l’edificio spirituale e morale che siete chiamati a costruire in vista del matrimonio.

6. Per quanto sta a te: certamente vi è un legame tra le coccole, le fantasie e gli atti impuri che compi. Potrei dire che questi atti impuri solitari sono il segno più eloquente che il tuo rapporto è fortemente insidiato dalla concupiscenza della carne.
Avverti anche tu, come tutti i comuni mortali, altre tentazioni come quella di  vederla nuda.
Eppure devi pensare che in quel momento tu cosifichi la tua ragazza. La riduci a strumento di godimento, mentre il suo corpo le è stato dato per essere offerto come segno della propria donazione totale e per essere immolato nella donazione di sé al marito e ai figli.
Per questo il suo corpo va mostrato solo al marito, come segno della donazione di quanto ha di più intimo e totalizzante.
Devi pertanto proteggere la tua mente e il tuo sguardo dalla concupiscenza, che sempre è in agguato.

7. Giovanni Paolo II nelle sue catechesi è tornato diverse volte su questo punto.
Diceva: “A causa della concupiscenza che si è impadronita del cuore, l’essere personale dell’altro è ridotto nella sua intenzionalità (diviene solo oggetto di appagamento), perché colui che guarda in questo modo ha già rinunciato alla verità del suo essere personale. Egli è colui che fa uso o fruisce dell’altro. In una parola: la modalità dell’esistere delle due persone non corrisponde più alla loro verità originale, al loro ‘principio’. L’uomo che guarda non riconosce più il significato sponsale del suo corpo e del corpo altrui: si deforma il reciproco “per”, che perde il suo carattere di comunione delle persone a favore della funzione utilitaristica” (giovanni paolo ii, Uomo e donna lo creò, p. 16).
E ancora: “Giovanni Paolo II ha così commentato: “In tal caso la donna la quale a motivo della soggettività personale esiste perennemente ‘per l’uomo’ attendendo che anche lui, per lo stesso motivo, viva ‘per lei’, resta privata del significato della sua attrazione in quanto persona, perché comincia ad esistere nell’uomo intenzionalmente come oggetto di potenziale appagamento del bisogno sessuale inerente alla mascolinità.
Sebbene l’atto sia del tutto interiore, nascosto nel cuore ed espresso solo nello sguardo, in lui avviene già un cambiamento (soggettivamente unilaterale) dell’intenzionalità stessa dell’esistenza” (24.9.1980).
“L’adulterio nel cuore viene commesso non soltanto perché l’uomo guarda in tal modo la donna che non è sua moglie, ma appunto perché guarda così una donna. Anche se guardasse in questo modo la donna che è sua moglie, commetterebbe lo stesso adulterio con lei nel cuore. Della severità e forza della proibizione testimoniano indirettamente le necessarie parole del discorso della montagna, in cui Cristo parla figuratamente dei ‘cavare l’occhio’ e del ‘tagliare la mano’, allorché queste membra fossero causa di peccato (Mt 5,59-30)” (8.10.1980).

8. Fai bene a confessarti settimanalmente.
Sotto questo aspetto ti esorto a continuare per tutta la tua vita a confessarti tutte le settimane, anche qualora non vi fossero più problemi legati alla purezza.
Questo Sacramento dà una forza particolare e un aumento di grazia, che giova senza dubbio per la vita eterna.

9. Perché questo sacramento ti giovi ti esorto a prepararlo bene. La confessione o accusa dei peccati potrà essere anche breve, anzi brevissima, scheletrica nella sua essenzialità.
Ciò che più conta è il pentimento e questo lo devi preparare prima.
Per ravvivarlo bene, mettiti per quanto puoi davanti al Cristo in croce, contempla nel suo corpo gli effetti dei tuoi peccati.
Pensa pure che quegli effetti si riversano purtroppo nel suo corpo mistico che è la Chiesa.
Chiedi a Gesù di darti un po’ del dispiacere che lui in croce ha provato per i tuoi peccati.
Non andare avanti finché non ne senti orrore.
Chiedi anche alla Beata Vergine Maria di ottenerti questo dispiacere.
E poi vigila e prega per non cadere in tentazione, come ha ricordato il Signore (Mt 26,41).

Ti auguro ogni bene, ti assicuro il mio ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo