Questo articolo è disponibile anche in: Italiano
Quesito
Caro Padre Angelo,
qualche mese fa mia madre è morta (in appena 26 giorni) e dopo tanti errori medici.
Sono credente, praticante, attivo in un’associazione ecclesiale. Ma la morte di mia madre mi ha messo in ginocchio e mi ha reso più debole di tanti “non credenti”.
In quei giorni ho pregato tanto, con tutta la fede che avevo, ho chiesto preghiere a tutti (amici, sacerdoti, missionari, suore e anche al Santo Padre) fiducioso delle Sue Parole: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto, cercate e troverete”.
Gli ho chiesto incessantemente, giorno e notte, da figlio, da amico, da fratello di far guarire mia madre affinché potesse vedere nostro figlio che, io e mia moglie, aspettiamo e il matrimonio di mio fratello fissato per qualche mese più avanti. Ero certo, pur nel dolore più atroce di quei momenti, che avrebbe ascoltato le mie preghiere, le preghiere di tanti,ble mie lacrime, il mio dolore. Invece non ha ascoltato le mie preghiere. Lui che tutto può, non ha voluto! Perché?
Lo so, non dovrei chiederlo, dovrei comprendere che è per il nostro maggior bene e ma sono tante le domande che non riesco a sopprimere dentro di me, che nascono continuamente. Che senso ha pregare, chiedere se poi dobbiamo aggiungere “sia fatta la volontà Tua”? Perché esistono i miracoli, gli interventi divini per gli altri ed io non sono stato ascoltato? Cosa ho sbagliato? Cosa sbaglio? Quale volontà di Dio ho cercato di deviare dal bene?
Sono domande sbagliate lo so….
Mi scusi Padre per queste domande, forse irriverenti e irrispettose, mi perdoni se – senza accorgermene – sto peccando. Ma qualsiasi cosa io legga o ascolti mi consola in quel momento e poi mi tornano i dubbi, le domande, le insicurezze e quel dolore intenso di aver perso una mamma in così poco tempo dopo aver perso 11 anni fa mio padre. Perché?
La prego, caro Padre, interceda per l’anima di mia madre e di mio padre e benedica la mia famiglia, me e mia moglie e mio fratello.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. sebbene in ritardo ti porgo le mie condoglianze accompagnate dalla preghiera per te, per tua madre e anche per tuo padre.
2. Opportunamente il Signore ci ha insegnato a chiedere: sia fatta la tua volontà perché talvolta da parte nostra è difficile accettare la volontà di Dio, come è avvenuto nel tuo caso.
Per questo il Signore ci ha insegnato a chiedere di essere fortificati nel sopportare la prova.
3. C’era in te il desiderio che tua madre vedesse di qua tante cose.
Ma alcune le ha viste da una postazione più alta e più luminosa, come il matrimonio di tuo fratello.
Vicina al Signore, chissà quante grazie avrà chiesto e ottenuto per le nozze di suo figlio, anche in virtù della catena di preghiera che è stata fatta in occasione della sua malattia e del suo trapasso.
Chissà quante ne sta chiedendo per te perché vada in porto nella maniera più felice quanto desideri.
4. Sono certo che la presenza di tua madre l’ha sentita molte volte.
E non soltanto la presenza morale o spirituale, ma anche il suo intervento.
In quanti casi avrai potuto dire: questa è stata una grazia! Ma dietro questa grazia c’era l’intervento di tua madre.
5. A suo tempo sembrava che il Signore non volesse esaudirvi.
In realtà, come dice la liturgia della Chiesa, il Signore ci esaudisce sempre al di là dei nostri meriti e delle nostre preghiere.
E ci esaudisce commisurando tutte le nostre richieste non ai beni transitori (qualche giorno di più su questa terra per vedere un particolare evento o per partecipare ad un altro) ma ai beni che durano eternamente e che sono gli unici che contano per il nostro destino eterno.
6. Anche per gli Apostoli la morte del Signore sembrava una tragedia irreparabile.
Ma non è passato molto tempo perché si siano ricreduti e capissero che era necessario che Cristo morisse per poter compiere tutto il resto: preparare per loro un posto in cielo, inviare lo Spirito, accompagnarli dovunque con i miracoli e la grazia della parola…
Ugualmente non passò molto tempo perché capissero le parole che aveva detto nell’ultima cena e che parevano incomprensibili e quasi scandalose: “Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre” (Gv 14,28).
E anche: “È bene per voi che io me ne vada” (Gv 16,7).
Quando le disse, rimasero tristi. Qualche ora dopo, non solo tristi, ma addirittura sconvolti.
Ma poi si sono rallegrati e lo stare di Gesù presso il Padre diventò il motivo di tutta la loro fiducia.
7. Forse qualcosa di analogo sta succedendo anche in te.
Accanto al dolore per la morte di tua madre (come puoi non provarlo!) c’è anche la consolazione che è andata dal Padre, che di lì prepara con Cristo un posto per voi, che vi assicura il suo sostegno dovunque siate e in qualunque tribolazione vi troviate.
E proprio perché presso il Padre e non più in questo mondo vi ricorda incessantemente che non dovete lavorare per una causa transitoria (qualche manciata di anni sulla terra), ma per quella vera, quella che dura per sempre, quella per la quale ne va di mezzo tutta l’eternità.
Rinnovando la promessa di preghiera, ti saluto, ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo