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Quesito

Caro Padre Angelo,
seguo da molti anni "un sacerdote risponde".
1. Capisco tutti i motivi per cui il sesso non finalizzato alla procreazione è peccato, non capisco invece l contraccezione naturale perchè sia accettata dalla Chiesa, mi sembra una presa in giro verso Dio, perchè non è finalizzata alla vita.

2. Un altro argomento che mi pare non sia mai stato toccato (almeno non ho mai trovato fra le tante domande quello che sto per chiedere) è questo: in che modo un ragazzino o una ragazzina cattolici devono prendere confidenza col proprio corpo, con la propria sessualità, senza passare per la masturbazione e quindi per il peccato mortale? Come devono "scoprire come funzionano i propri genitali e imparare il sesso" che poi li poterà alla creazione della vita? Mi sembra un po’ inevitabile. Non conosco nessuno al mondo che non si sia mai "toccato", mi ricordo che da bambino era una cosa naturale avere un’erezione e toccarsi per poi avere un piacere sessuale. E’ peccato fino a che non si viene a conoscenza che è un peccato o cosa?

3. Poi vorrei parlarle della mia condizione che vivo di quando ero piccolo che è una croce che mi porto sulle spalle, ho delle inclinazioni omosessuali, che mi hanno portato ad avere dei rapporti contro natura, da adolescente non credevo che il sesso o la masturbazione fosse peccato mortale, poi leggendo in rete ho scoperto che tutto questo è peccato e da allora non sto più vivendo bene.
Poi ho pregato tanto il Signore che mi togliesse queste inclinazioni per non farmi avere rapporti, pregavo giorno e notte. (…) non avevo rapporti di alcun genere, non mi masturbavo più, sarò caduto in due anni forse tre volte.
Dopo di che ho conosciuto un altro ragazzo con le mie stesse inclinazioni (…).
E’ tempo di Pasqua e vorrei fare la comunione, ma non sono degno. La mia bisessualità mi sta distruggendo la vita. A volte mi chiedo perchè non mi ha ascoltato Gesù, perchè mi ha fatto scoprire tramite un altro ragazzino queste pratiche? Mi sento arrabbiato e a volte mi gli dico di perdonarmi perchè per quando voglia e ho tentato di correggermi per una vita intera non ce l’ho fatta nemmeno con l’aiuto della preghiera.
A volte mi dico che solo la morte mi può liberare, il Signore mi ha aperto gli occhi ma non mi ha liberato, io non ce la faccio più a vivere così. Anche se prego mi sento in difetto, le mie preghiere non hanno valore.
La saluto, prego per lei e anche per me, ma come ho detto credo che le mie preghiere non abbiano valore.
La ringrazio.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. tu hai bisogno del Signore e di posare la tua testa sul suo cuore come ha fatto Giovanni nell’ultima cena.
Vorrei dirti che non è tutto perso.
Puoi riprenderti se decidi di vivere in perfetta purezza.
Tra l’altro sperimenterai quanto siano vere le parole di san Tommaso: che chi supera le tentazioni, merita di essere servito dagli Angeli.
Mentre soccombere nelle tentazioni è la stessa cosa che condannarsi all’infelicità che adesso stai vivendo. Ci si mette da se stessi sotto il potere di satana, il quale non può donare gioia, perché non ce l’ha.

2. Adesso è Pasqua.
E tu cominci a risentire il richiamo di Dio che ti vuole a Sé.
Non nel suicidio, perché questo ti porterebbe altrove, ma nel posare la tua testa sul suo cuore come ha fatto il discepolo prediletto.
Lo Spirito Santo ha voluto che non fosse indicato il nome di questo discepolo prediletto, anche se sappiamo con certezza che si tratta di San Giovanni, perché ha voluto  che ognuno si riconoscesi in lui.
Anche tu dunque sei quel discepolo prediletto che Gesù chiama a posare la testa sul suo cuore.
Il Signore sa che tu hai bisogno della sua amicizia e del suo affetto più che dell’amicizia e dell’affetto di chiunque altro.

3. Pertanto cerca questa amicizia.
La cerchi e la trovi quando apri il testo sacro o anche qualche altro libro religioso e in quel momento ti incontri con Lui.
In queste letture tu sentirai che il Signore viene a riempire il tuo cuore con la sua presenza, con la sua luce, con i suoi desideri e con il suo affetto.
Se realizzi quest’incontro, subito ti appare in tutta la sua tenebrosità ciò che ti allontana dal Signore e ti impedisce di sentirti interiormente pieno.

4. Pertanto vai a confessarti. Questo è il primo passo. Il più bello e fruttuoso.
Ti sentirai pulito.
E poi farai la Santa Comunione chiedendo al Signore risorto di darti la forza di vivere in maniera nuova.
Gli chiederai di “essere spogliato dell’uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni ingannevoli” (Ef 4,23) e di “rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità” (Ef 4,24).
Se rimarrai casto anche a livello di pensieri, ti sentiresti puro, libero, capace di volare in alto e di stare unito a Dio come vuoi e quando vuoi.

5. Ma il Signore non potrà rinnovarti se tu cercherai le occasioni per perderti di nuovo nel peccato.
Pertanto determinati anche nel confessarti spesso, ogni 15 giorni, sempre dal medesimo confessore.
Attingerai forza volta per volta. Te ne accorgerai.

6. Adesso rispondo anche alle domande che mi hai posto:
Mi parli di contraccezione naturale, alludendo ai metodi naturali.
Ma non si tratta di contraccezione. Perché questa è un’alterazione del disegno di Dio sulla sessualità e sull’amore umano.
Nei metodi naturali invece si rimane all’interno di un disegno stabilito da Dio stesso.
Inoltre quando si ricorre ai metodi naturali, che rimangono sempre aperti alla vita, si sa che quegli atti sono potenzialmente procreativi e si sa che c’è la possibilità sebbene minima di procreare.
Pertanto si accetta il rischio e ci si mette in gioco, cosa che invece non c’è nella contraccezione e in tutti gli altri disordini sessuali, che proprio per questo cessano di essere atti di autentico amore.

7. Mi parli della necessità di "prendere confidenza" col proprio corpo.
A tal proposito ti chiedo di osservare questo: gli animali non hanno bisogno di "prendere confidenza" col proprio corpo.
La natura sa fare sempre il suo corso.
Così anche gli istinti dell’uomo, al momento giusto, sanno fare tutto quello che si deve fare senza che ci sia bisogno di "imparare" prima.

8. Inoltre molti ragazzi e ragazze sono passati nella loro adolescenza in perfetta verginità e dalla mia esperienza pastorale ho notato sono più padroni di sé di altri che si sono dati a quelle che con eufemismo chiami “confidenze col proprio corpo” e che lasciano dei segni.
Un documento dell’episcopato statunitense sulla pornografia, parlando di uno dei suoi effetti, dice che “la pratica della masturbazione ha potenti effetti neurologici che possono trasformarla in un comportamento fortemente dipendente”.
Mi pare che ce ne sia abbastanza per dire che “certe confidenze” diventano schiavitù che chiudono una persona nel proprio io in tutti i sensi.
Non va dimenticati che la sessualità tocca l’intimo della persona e il disordine attuato in quest’ambito si ripercuote in tanti altri ambiti della vita.

9. Anche se non sapevi che si trattava di peccato, tuttavia sapevi che era cosa vergognosa tant’è che non ne parlavi candidamente ai tuoi genitori.
E sebbene probabilmente non commettevi un peccato grave perché mancava la piena avvertenza della mente, tuttavia, trattandosi di materia grave, ne subivi inconsapevolmente le conseguenze.
Certo sarebbe stato meglio se quest’esperienza non ci fosse stata.
Poi ci sono state le esperienze omosessuali e questa sono state una tragedia, perché sono la causa del tuo malessere.

10. Infine dici: “A volte mi dico che solo la morte mi può liberare, il Signore mi ha aperto gli occhi ma non mi ha liberato, io non ce la faccio più a vivere così.
Anche se prego mi sento in difetto, le mie preghiere non hanno valore”.
Non dire così, perché il Signore ascolta tutti. Sei sempre suo figlio, anzi il prediletto.
Inoltre “il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio” (2 Pt 2,9).
Continua solo ad essere pio, vivi in grazia ed elimina le occasioni.
Davide in un cantico in cui loda il Signore che lo aveva liberato da alcune prove particolarmente angoscianti dice: “Stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque” (2 Sam 22,17).
Mi auguro che anche tu possa fare la medesima esperienza e dire: “non io, ma il Signore ha fatto questo, perché stese la mano dall’alto e mi prese, mi sollevò dalle grandi acque”.

Ti assicuro la mia preghiera soprattutto in questi giorni di Pasqua perché ne esca fuori rinato e ti benedico.
Padre Angelo