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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono un timido ragazzo di … anni e dal primo anno delle scuole superiori ho iniziato a nutrire un’attrazione per altri ragazzi. Essendo nato e cresciuto in una famiglia cristiana, ho subito rinunciato al pensiero che questa attrazione sia dovuta all’omosessualità, ma invece fosse solo un modo per esplorare e conoscere il mio corpo e così con questa scusa iniziai a cercare qualche immagine su internet. Tuttavia passando gli anni mi resi conto che avevo bisogno di cercare immagini sempre più forti fino a quando ho "scoperto" la masturbazione, praticandola e nonostante la prima volta ne rimasi devastato e sconcertato per l’impurità dell’atto, dopo alcune settimane sentii il bisogno di rifarlo e così per altre tante volte fino ad oggi.
Ero e sono sempre più convinto che l’omosessualità non sia una normale condizione dell’uomo perchè è palese la tristezza, la perversità e l’insensatezza che risiede nell’omosessuale e io ne so qualcosa e penso che sia solo un problema da risolvere, non una condizione d’accettare. Se mi devo vedere nel futuro mi vedo come un padre di famiglia che ama una donna e ha dei figli. Ho cercato sempre di rimediare a questo peccato (quello della pornografia e masturbazione) nei modi più vari senza alcun successo. La cosa più deludente è stata la preghiera che sembra non avermi aiutato in alcun modo.
Sono consapevole che ormai questo mio vizio sia diventato una vera e propria dipendenza e nella disperazione ho chiesto a Dio non solo di aiutarmi ma di darmi la grazia di sostituire la sofferenza di questa tentazione con una sofferenza fisica di pari intensità ma che magari potrei sopportare. Questo genere di tentazione l’ho paragonata in diversi modi, come per esempio ad una fonte di acqua fresca che si mostra ad un uomo in cammino da mesi in un deserto. Anche se l’uomo nutre il dubbio che quell’acqua possa essere avvelenata, la tentazione e il desiderio di dissetarsi prima o poi lo travolgerà fino a cedere ed abbandonarsi a quella fonte d’acqua. Così è questo peccato per me. Nonostante una parte di me si astiene a commetterlo, un’altra ne è attratta e alla fine cedo. Ho pregato e prego il Rosario ma nonostante tutto mi sento non ascoltato, anche prendendo la comunione (dopo ovviamente la confessione) non trovo alcun miglioramento o coraggio nel superare questa difficoltà. Mi sono poi convinto che Dio magari vuole mettermi alla prova e capire quanta fede ho in lui, ma come può sperare che io abbia fede in lui se non mi da motivo di averne, se mi devo basare solo su astratte sensazioni? Ed inizio a pormi domande come: ma davvero esiste? Allora perchè non mi aiuta superare questa difficoltà, in fondo ne gioveremo entrambi. Adesso mi trovo in uno stato di disperazione e sconforto in cui ripongo quell’ultima briciola di fiducia che è rimasta nella preghiera e nella lettura del diario di Santa Faustina, la quale però a differenza mia aveva il conforto nei momenti di tentazione della voce di Gesù, io invece mi sento solo. Cosa posso fare, se sento che la preghiera non mi aiuta, se niente mi sembra essere d’aiuto? Perchè Dio non mi da un dolore fisico piuttosto che questa tentazione insidiosissima?
Per favore mi aiuti e mi ricordi nelle sue preghiere.
Risposta del sacerdote
Carissimo,
1. mi dispiace di risponderti con così grave ritardo e te ne chiedo scusa.
Ti ringrazio è per quanto mi hai scritto. Mi auguro che quelli che affermano che l’omosessualità è solo una variante della natura abbiano la capacità di comprendere.
Scrivi: “sono sempre più convinto che l’omosessualità non sia una normale condizione dell’uomo perchè è palese la tristezza, la perversità e l’insensatezza che risiede nell’omosessuale”.
Tre affermazioni in questa breve frase, ma che dicono tutto: tristezza, perversità e insensatezza.
2. E poi: “e io ne so qualcosa”.
Non sei uno che ne parla dall’esterno, ma dal tuo vissuto.
Sperimenti un vissuto di sofferenza così grave che saresti disposto a ricevere anche una sofferenza fisica, pur grande, ma come quella dell’omosessualità.
Leggendo queste parole comprendo ancora di più l’atteggiamento della Chiesa che ad alcuni gay sembra duro.
In realtà è un tratto della tenerezza di Cristo anche verso queste persone.
Cristo e la Chiesa non intendono togliere agli omosessuali la vera felicità, ma gliela vogliono dare.
Dietro la durezza del no, c’è il cuore materno che sanguina per le ferite di questi figli.
Tu capisci bene che la Chiesa non mente quando dice che l’inclinazione sessuale è un disordine e che la pratica omosessuale è un “atto privo della loro regola essenziale e indispensabile” (Persona humana 8) e che “l’attività omosessuale rafforza un’inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall’autocompiacimento” (HP 7).
3. Vai avanti dicendo: “e penso che sia solo un problema da risolvere, non una condizione d’accettare”.
Come si fa a convincersi che sia normale quando la natura dice tutto il contrario?
Sono certo che ammiri la Chiesa e la ami ancora di più quando scrive: “Come accade per ogni altro disordine morale, l’attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità, perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio.
Quando respinge le dottrine erronee riguardanti l’omosessualità, la Chiesa non limita ma piuttosto difende la libertà e la dignità della persona, intese in modo realistico e autentico” (Homosexualitatis problema 7).
4. Dici anche che hai cercato “di rimediare a questo peccato (quello della pornografia e masturbazione) nei modi più vari senza alcun successo. La cosa più deludente è stata la preghiera che sembra non avermi aiutato in alcun modo”.
Ti ringrazio per la sincerità della tua affermazione.
Che cosa può essere mancato alla tua preghiera?
Posso dire questo: la preghiera non è il fine della vita cristiana.
Il fine è la carità, che è un’amicizia soprannaturale che mette in comunione con Dio e con il prossimo.
La preghiera è nell’ordine dei mezzi. Il suo obiettivo ultimo consiste nel donarsi sempre di più a Dio e alle necessità degli altri.
Chiedi dunque al Signore la grazia di amare sempre di più: di amare con il suo cuore e con il suo amore puro e santo.
Mi parrebbe strano che il Signore non conceda questa grazia a uno che la desidera con tutto il cuore, una grazia che Egli stesso suggerisce, perché è ben il Signore che “suscita in noi il volere e l’operare” (Fil 2,13).
5. Certo non puoi domandare questa grazia mettendoti nella direzione opposta, che è quella della pornografia. Ti renderesti incapace di riceverla.
Perché la pornografia è tutto il contrario del vero amore, dell’amore puro e santo.
6. Ti chiederei di cominciare ad amare proprio di qui.
Persuaso che amare significa donare e pertanto di privarsi di qualche cosa per darlo alla persona che si ama, rinuncia generosamente a tutte le tentazioni di pornografia come atto di amore da prestare al Signore.
Puoi resistere in espiazione dei tuoi peccati.
Puoi resistere perché il Signore in quel momento dia a tanti la forza di non cadere nell’infelicità e nella tristezza.
Allora in quel momento sentirai gioia, la gioia di poter finalmente amare, di poter finalmente donare.
Godrai la soddisfazione di saperti privare di quell’autocompiacimento vuoto e sterile così tipico dei rapporti omosessuali per dare forza ad altri.
7. Hai accennato nella tua mail a Santa Faustina Kowalska.
Mi piace ricordare che questa Santa ha ricevuta la grazia della purezza. Nel parla nel suo Diario:
“Durante la S. Messa, prima della S. Comunione, ci fu la rinnovazione dei voti. Quando uscimmo dagli inginocchiatoi e cominciammo a pronunciare la formula dei voti, improvvisamente Gesù si mise accanto a me. Aveva una veste bianca ed una cintura d’oro e mi disse: «Ti concedo eterno amore, affinché la tua purezza sia intatta ed a conferma che non andrai mai soggetta a tentazioni impure». Gesù si slacciò la cintura d’oro che aveva e con quella cinse i miei fianchi. Da quel momento non ho più provato alcun turbamento contrario alla virtù né nel cuore, né nella mente. Compresi in seguito che questa è una delle più grandi grazie, che mi aveva ottenuto la Santissima Vergine Maria, dato che per questa grazia l’avevo pregata per molti anni. Da allora è aumentata la mia devozione per la Madre di Dio. È Lei che mi ha insegnato ad amare interiormente Iddio e come adempire in tutto la Sua santa volontà” (Diario, 40).
8. Quando fai la Santa Comunione domanda al Signore un poco di quello che ha donato a questa Santa.
Domandaglielo sempre. Non lo stanchi, ma ti rendi a Lui familiare e gradito, come insegna San Tommaso.
Questa sera parteciperò alla processione cittadina del Corpus Domini. Ti ricorderò insistentemente al Signore. Lo farò ancora.
Intanto ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo