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Grazie p. Angelo.
Qui (negli Stati Uniti, n.d.r.) è una grande grazia giorno dopo giorno. Commuove vedere file di giovani ai confessionali prima della messa feriale, molto partecipata.
Commuove che abbiano organizzato 19 pullman per la Marcia per la Vita di Washington DC, cui ho partecipato: il tutto lievitato da Rosari, preghiere e santa Messa.
Commuove incontrare ragazzi convertiti da poco grazie a un incontro con la loro attuale ragazza ad esempio: ragazzi che escono da famiglie disastrate e che vogliono metter su famiglia facendo le cose come si deve, senza affrettare i tempi e con la testa sulle spalle. E sono le persone più belle perché sono anche i più attenti alle situazioni di difficoltà: anche nei miei confronti qualche giorno fa quando sono andato all’ospedale per problemi di salute (nulla di grave per fortuna).
E anche i più capaci di godere nel poco, anche condividendo la tavola assieme (cosa rara qui: tutti mangiano davanti alla tv. I miei coinquilini a momenti manco mi parlano).
Rosmini aveva ragione quando diceva che il Cristianesimo e la pratica sacramentale sono le più grandi forze di incivilimento: si vede come chi vive una vita di grazia, vive una vita trasfigurata. Chi non se ne cura perde molto, mi limito a dire questo.
Un abbraccio e grazie dell’ascolto.
nel Signore e in Maria,
D.
Caro D.,
1. approfitto di questa tua mail confidenziale nella quale mi volevi ragguagliare su una bella esperienza che hai fatto in concomitanza con il tuo soggiorno negli Stati Uniti per motivi di studio e di lavoro.
C’è una tua affermazione che merita di essere sottolineata perché è una vera perla.
2. Hai potuto partecipare alla Marcia per la Vita di Washington DC: il tutto lievitato da Rosari, preghiere e santa Messa.
Hai potuto condividere con molti giovani non solo la testimonianza pubblica della fede, ma anche la tavola.
Hai vissuto una bella esperienza di comunione e ti è affiorata alla mente un’affermazione di Rosmini il quale diceva che “il Cristianesimo e la pratica sacramentale sono le più grandi forze di incivilimento: si vede come chi vive una vita di grazia, vive una vita trasfigurata. Chi non se ne cura perde molto”.
3. È un fatto evidente e alla portata di tutti: ascoltando e nutrendosi della Parola di Dio e del Vangelo gli uomini assimilano pensieri di pace. Gli uomini imparano a guardarsi come fratelli, come membri della medesima famiglia.
Questo giova moltissimo ad attuare quell’unità necessaria fra gli uomini perché è sorgente di pace e di ben vivere.
4. Inoltre è vero che il compito principale della Chiesa è nella linea del culto e della preghiera.
Ma va osservato che proprio nell’esercizio di questo suo compito, essa trasforma le coscienze, affratella gli uomini (Battesimo), li impegna a donare il meglio di se stessi (Confermazione), li sollecita all’unione e alla carità (Eucaristia), li purifica dai risentimenti e dall’odio (penitenza)…
È il caso di dire che se i Sacramenti non ci fossero, bisognerebbe inventarli!
5. Il Concilio Vaticano II dice: “Certo la missione propria che Cristo ha affidato alla sua Chiesa non è di ordine politico, economico e sociale: il fine infatti che le ha prefissato è di ordine religioso.
Eppure proprio da questa missione religiosa scaturiscono un compito, una luce e delle energie, che possono contribuire a costruire e consolidare la comunità degli uomini secondo la legge divina” (Gaudium et spes 42).
6. Ma già nella Mater et Magistra pubblicata 4 anni prima della Gaudium et spes Giovanni XXIII aveva detto: “Benché dunque la Chiesa abbia innanzitutto il compito di santificare le anime e di renderle partecipi dei beni di ordine soprannaturale, Essa è tuttavia sollecita delle esigenze del vivere quotidiano degli uomini, non solo quanto al sostentamento e alle condizioni di vita, ma anche quanto alla prosperità e alla civiltà nei suoi molteplici aspetti e secondo le varie epoche” (MM 4).
La Chiesa infatti prolunga nel tempo la missione di Gesù “che si riferisce soprattutto alla salvezza eterna dell’uomo quando dice: “Io sono la via, la verità e la vita” è “Io sono la luce del mondo”, ma altrove guardando la folla affamata gemebondo prorompe nelle parole: “Ho compassione di questa folla”, dando prova di preoccuparsi anche delle esigenze terrene dei popoli.
Né il Divino Redentore dimostra questa cura soltanto con le parole, ma anche con gli esempi della sua vita, quando, a sedare la fame della folla, più volte moltiplicò miracolosamente il pane” (MM 5).
7. Soggiungeva ancora Giovanni XXIII: “Qualunque sia il progresso tecnico ed economico, nel mondo non vi sarà né giustizia né pace finché gli uomini non ritornino al senso della dignità di creature e di figli di Dio, prima e ultima ragion d’essere di tutta la realtà da lui creata.
L’uomo distaccato da Dio diventa disumano con se stesso e con i suoi simili, perché l’ordinato rapporto di convivenza presuppone l’ordinato rapporto della coscienza personale con Dio, fonte di verità, di giustizia e di amore” (MM 227).
E osservava anche che “l’aspetto più sinistramente tipico dell’epoca moderna sta nell’assurdo tentativo di voler ricomporre un ordine temporale solido e fecondo prescindendo da Dio, unico fondamento sul quale soltanto può reggere; e di voler celebrare la grandezza dell’uomo dissecando la fonte da cui quella grandezza scaturisce e della quale si alimenta, e cioè, se fosse possibile, estinguendo il suo anelito verso Dio.
Sennonché l’esperienza di tutti i giorni continua ad attestare, fra le delusioni più amare e non di rado in termini di sangue, quanto si afferma nel libro ispirato: Se il Signore non costruisce la casa, invano vi si affaticano i costruttori” (MM 229).
C’è da chiedersi come fanno gli atei a non accorgersi di questo?
Ti ringrazio di avermi offerto l’occasione per ribadire il grande principio di san Tommaso: che “la grazia non distrugge la natura, ma la perfeziona” Somma teologica, 1, 8, ad 2).
La natura umana è stata ferita dal peccato originale.
La grazia non solo non la distrugge, ma la sana e la eleva.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo