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Caro padre Angelo,
avrei un dubbio da risolvere. Da cristiano cerco di partecipare sempre alla messa, ma qualche volta non vi riesco. Se una domenica non partecipo e non ho la possibilità di confessarmi durante la settimana, non mi accosto all’eucaristia della domenica successiva né di quelle seguenti fino a che non riesco a riconciliarmi con Lui. Questo perché lo ritengo peccato grave. Tuttavia un sacerdote mi ha un pò confuso: sostiene infatti che se una domenica non partecipo alla messa per stare con la mia famiglia, non commetto peccato grave perché anche quello è santificare la domenica. Se saltare la messa domenicale fosse un’abitudine, allora sì che sarebbe peccato grave.
La prego di aiutarmi a capire. La ringrazio del suo aiuto.
Con affetto
Carlo


Caro Carlo,
1. non concorda con la dottrina della Chiesa quanto ti avrebbe detto quel sacerdote.
È vero che stare in famiglia è uno dei modi con cui si santifica la festa, ma il primo e principale è costituito dalla partecipazione alla Messa.

2. Fin dall’inizio è sempre stato così. E la mancata partecipazione alla Messa senza essere motivata da impedimenti gravi è sempre stata considerata un peccato grave e cioè mortale.

3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dopo aver ribadito diverse volte l’obbligo di partecipare alla Messa la domenica e nelle altre feste di precetto, afferma che “i fedeli sono tenuti a partecipare all’Eucaristia nei giorni di precetto, a meno che siano giustificati da un serio motivo (per esempio, la malattia, la cura dei lattanti o ne siano dispensati dal loro parroco)” (CCC 2181) e che “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (Ib.).

4. Che sia sempre stato considerato un peccato grave lo attesta la Tradizione della Chiesa che, ad esempio, nel Concilio di Elvira del 300 stabilisce che “chi abita in città e non viene alla Chiesa per tre domeniche, deve essere escluso per un certo tempo, in modo che appaia che è stato ripreso” (can. 21).
In altre parole veniva scomunicato per qualche tempo.
Così pure Concilio di Sardica: “Ricorda anche come in tempi antichi i tuoi padri ordinarono che un laico che abita in città e non partecipa all’assemblea per tre domeniche consecutive, deve essere espulso dalla comunità” (can. 11)” e il Concilio di Agde del 506.

5. Giovanni Paolo II in Dies Domini (una lettera apostolica sulla domenica del 31 maggio 1998) scrive: “Questi decreti di Concili particolari sono sfociati in una consuetudine universale di carattere obbligante, come cosa del tutto ovvia…
Una tale legge è stata normalmente intesa come implicante un obbligo grave: è quanto insegna anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, e ben se ne comprende il motivo, se si considera la rilevanza che la domenica ha per la vita cristiana” (DD 47).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “coloro che deliberatamente non ottemperano a questo obbligo commettono un peccato grave” (CCC 2181).
Per suffragare la gravità dell’obbligo Giovanni Paolo II ricordava che nell’Antico Testamento chi violava il sabato era passibile di pena di morte.
Ciò significa per noi che non partecipare alla Messa nei giorni di festa senza un impedimento grave fa perdere la vita di grazia.

6. Va rilevato anche che l’affermazione di quel sacerdote non è affatto educativa, perché se si potesse omettere la partecipazione alla Messa una volta ogni tanto perché non due o tre?
Inoltre quanto tempo si perde e quanta noia stando tutto il giorno chiusi in casa con la scusa di stare in famiglia!

7. E ancora: non è bello che la famiglia tutta e visibilmente unita partecipi all’eucaristia tutte le domeniche?
I martiri di Abitine, nell’Africa proconsolare, risposero ai loro accusatori che avevano proibito la partecipazione all’Eucaristia: “È senza alcun timore che abbiamo celebrato la cena del Signore, perché non la si può tralasciare; è la nostra legge”; “Noi non possiamo stare senza la cena del Signore”. E una delle martiri confessò: “Sì, sono andata all’assemblea e ho celebrato la cena del Signore con i miei fratelli, perché sono cristiana” (Acta SS. Saturnini, Dativi et aliorum Plurimorum martyrum in Africa, 7, 9, 10).

8. Pertanto continua ad essere fedele all’impegno domenicale.
Non mancare mai. E qualora succedesse di non partecipare all’Eucaristia senza essere impedito da un motivo grave fa come è sempre stato insegnato: che è necessario accostarsi alla Confessione prima di fare la Santa Comunione.

Grazie per il quesito.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo