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Viene riproposto un quesito e la risposta del sacerdote che sta alla base di una nuova richiesta di approfondimento

Quesito

Caro Padre, salve.
Ho trovato
La funzione delle diaconesse nella Chiesa primitiva
Quesito
Caro padre Angelo, vorrei sapere cosa si intende per "diaconessa", termine che ho trovato leggendo il DIARIO DI VIAGGIO di Egeria. Complimenti per l’attività del sito, lo frequento spesso e vi ho trovato numerosi e per me importanti chiarimenti. Vi lascio un abbraccio e una preghiera per tutti i predicatori! Anna Maria

Risposta del sacerdote
Cara Anna Maria, La Commissione teologica internazionale ha studiato di recente la questione delle cosiddette “diaconesse” presenti nei primi secoli della Chiesa. E ha appurato che non si trattava di donne che avessero ricevuto l’ordine sacro attraverso l’imposizione delle mani, ma di alcune incaricate in modo permanente a compiere determinati servizi, come ad esempio di istruire le donne catecumene (che avevano chiesto di ricevere il battesimo), di sorvegliare la porta durante la liturgia o servizi di carità. In particolare avevano l’incarico di aiutare le donne a svestirsi e rivestirsi nella celebrazione del battesimo che a quei tempi si faceva per immersione. Non va dimenticato che il termine “diacono” significa “servitore”. Sant’Epifanio dice: “Quantunque ci siano nella Chiesa delle diaconesse, tuttavia non sono incaricate di servizi sacerdotali o per servizi simili, ma per sorvegliare sui buoni costumi delle donne”. Di diaconesse parla anche San Paolo: “Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore, come si conviene ai credenti, e assistetela in qualunque cosa abbia bisogno; anch’essa infatti ha protetto molti, e anche me stesso” (Rm 16,1-2). Qui San Paolo parla di una donna che svolgeva funzioni di servizio all’interno della Chiesa. Va ricordato che in antico c’erano anche delle sacerdotesse ed episcopesse, ma questi titoli designavano le mogli o le madri dei sacerdoti e dei vescovi, e non avevano alcun titolo di consacrazione.
Ti ringrazio per gli apprezzamenti e per le preghiere che fai per tutti i predicatori. Le ricambio volentieri. Intanto ti saluto e ti benedico. Padre Angelo
Pubblicato 17.04.2007

Ma io non sono d’accordo con questa risposta. 
Il CONCILIO DI CALCEDONIA del 451 dice:
XV. Delle diaconesse.
Non si ordini diacono una donna prima dei quarant’anni, e non senza diligente esame. Se per caso dopo avere ricevuto l’imposizione delle mani ed avere vissuto per un certo tempo nel ministero, osasse contrarre matrimonio, disprezzando con ciò la grazia di Dio, sia anatema insieme a colui che si è unito a lei.
Qui si parla di ordinazione
Grazie per la gentile attenzione
Padre Giovanni La Rosa


Risposta del sacerdote

Caro Padre Giovanni,
1. ti riporto alcuni tratti del documento della Commissione teologica internazionale sul tema del diaconato pubblicato nel 2003 (capitolo II: Il diaconato nel nuovo testamento e nella patristica).
In questo documento si attesta con chiarezza l’esistenza delle diaconesse, si parla anche di ordinazione, di imposizione delle mani. Ma questo non è ancora sufficiente per dire che si tratta della partecipazione all’ordine del diaconato.

2. “A partire dal III secolo, in alcune regioni della Chiesa  – e non in tutte – è attestato un ministero ecclesiale specifico attribuito alle donne chiamate diaconesse. Si tratta della Siria orientale e di Costantinopoli”.
(…) Il vescovo … è a capo di una piccola comunità, che egli dirige soprattutto con l’aiuto di diaconi e diaconesse.
Queste ultime fanno qui la loro prima apparizione in un documento ecclesiastico”.

3. “La Didascaliadegli Apostoli (DA; documento che compare verso il 240),mette l’accento sul ruolo caritativo del diacono e della diaconessa. (…)
“Tuttavia, non c’è uno stretto parallelismo tra i due rami del diaconato quanto alle funzioni esercitate.
I diaconi sono scelti dal vescovo per «occuparsi di molte cose necessarie», e le diaconesse solamente «per il servizio delle donne» (DA 3, 12, 1).

4. “La diaconessa deve procedere all’unzione corporale delle donne al momento del battesimo, istruire le donne neofite, andare a visitare a casa le donne credenti e soprattutto le ammalate.
Le è vietato amministrare il battesimo o svolgere un ruolo nell’offerta eucaristica (DA 3, 12, 1-4).
Le diaconesse hanno preso il sopravvento sulle vedove. Il vescovo può sempre istituire vedove, ma esse non devono né insegnare né amministrare il battesimo (delle donne), ma soltanto pregare (DA 3, 5, 1-3; 6, 2)”.

5. Nelle Costituzioni apostoliche (CA), apparse verso il 380 in Siria, è prevista “l’imposizione delle mani con epiclesi dello Spirito Santo non solo per i vescovi, i presbiteri e i diaconi, ma anche per le diaconesse, i suddiaconi e i lettori (cfr CA VIII 16-23 )”

6. “La nozione di kl?ros è estesa a tutti coloro che esercitano un ministero liturgico, che traggono la loro sussistenza dalla Chiesa e godono dei privilegi civili che la legislazione imperiale concede ai chierici, in modo che le diaconesse fanno parte del clero, mentre le vedove ne rimangono escluse.
Vescovo e presbiteri sono visti in parallelo rispettivamente con il sommo sacerdote e i preti dell’antica Alleanza, mentre ai leviti corrispondono tutti gli altri ministri e stati di vita: «diaconi, lettori, cantori, ostiari, diaconesse, vedove, vergini e orfani» (CA II, 26, 3; VIII 1,21)”.
Come vedi, qui si nota la differenza tra chi riceve l’ordine sacro e chi invece  svolge dei servizi in ordine al culto.
Le diaconesse vengono paragonate ai leviti, i quali non erano sacerdoti, ma addetti al culto.

7. “Il diacono può proclamare il Vangelo e guidare la preghiera dell’assemblea (CA II 57, 18), ma soltanto il vescovo e i presbiteri esortano (CA II 57, 7).
“L’entrata in funzione delle diaconesse si fa con una imposizione delle mani (epithesis cheiron)che conferisce lo Spirito Santo, come per il lettore (CA VIII 20; 22).
Il vescovo pronuncia la seguente preghiera: «Dio, eterno, Padre di Nostro Signore Gesù Cristo, creatore dell’uomo e della donna, tu che hai riempito di spirito Myriam, Debora, Anna e Ulda, che non hai giudicato indegno che tuo Figlio, l’Unigenito, nascesse da una donna, tu che nella tenda della testimonianza e nel tempio hai istituito custodi per le tue porte sante, tu stesso guarda ora la tua serva qui presente, proposta per il diaconato, donale lo Spirito Santo e purificala da ogni impurità della carne e dello spirito perché compia degnamente l’ufficio che le è stato affidato, per la tua gloria e a lode del tuo Cristo, da cui a te gloria e adorazione nello Spirito Santo per i secoli. Amen»”.

8. “Le diaconesse sono nominate prima del suddiacono, il quale riceve una imposizione delle mani cheirotonia come il diacono (CA VIII 21), mentre le vergini e le vedove non possono essere «ordinate» (VIII 24-25).
Le Costituzioni insistono perché le diaconesse non abbiano alcuna funzione liturgica (III 9, 1-2), ma estendono le loro funzioni comunitarie di «servizio presso le donne» (CA III 16,1) e di intermediarie tra le donne e il vescovo.
Si dice sempre che esse rappresentano lo Spirito Santo, ma «non fanno nulla senza il diacono» (CA II 26, 6).
Devono stare agli ingressi delle donne nelle assemblee (Il 57, 10).
Le loro funzioni sono così riassunte: «La diaconessa non benedice e non compie nulla di ciò che fanno i presbiteri e i diaconi, ma vigila le porte e assiste i presbiteri in occasione del battesimo delle donne, per ragioni di decenza» (CA VIII 28, 6).

9. “A questa osservazione fa eco quella, quasi contemporanea, di Epifanio di Salamina nel Panarion (verso il 375): «Esiste nella Chiesa l’ordine delle diaconesse, ma non serve per esercitare le funzioni sacerdotali, né per affidargli qualche compito, ma per la decenza del sesso femminile, al momento del battesimo».
Una legge di Teodosio del 21 giugno 390, revocata il 23 agosto successivo, fissava a 60 anni l’età di ammissione al ministero delle diaconesse. Il Concilio di Calcedonia (can. 15) lo riportava a 40 anni vietando loro il susseguente matrimonio”.

10. “Già nel IV secolo il genere di vita delle diaconesse si avvicina a quello delle claustrali.
È detta allora diaconessa la responsabile di una comunità monastica di donne, come attesta, tra gli altri, Gregorio di Nissa. Ordinate badesse dei monasteri femminili, le diaconesse portano il maforion, o velo di perfezione. Sino al VI secolo, assistono ancora le donne nella piscina battesimale e per l’unzione.
Benché non servano all’altare, possono distribuire la comunione alle ammalate.
Quando la prassi battesimale dell’unzione del corpo fu abbandonata, le diaconesse sono semplicemente vergini consacrate che hanno emesso il voto di castità.
Risiedono sia nei monasteri, sia in casa propria. La condizione di ammissione è la verginità o la vedovanza, e la loro attività consiste nell’assistenza caritativa e sanitaria alle donne”.

11. “A Costantinopoli, la più nota diaconessa nel IV secolo è Olimpia, igumena (badessa) di un monastero di donne, protetta da san Giovanni Crisostomo, la quale mise i propri beni al servizio della Chiesa. Fu «ordinata» diaconessa con tre sue compagne dal patriarca. Il can. 15 di Calcedonia (451) sembra confermare il fatto che le diaconesse sono veramente «ordinate» con l’imposizione delle mani (cheirotonia).
Il loro ministero è detto leitourgia, e ad esse non è più permesso di contrarre matrimonio dopo l’ordinazione.
Nel sec. VIII, a Bisanzio, il vescovo impone sempre le mani sulla diaconessa e le conferisce l’orarion o stola (i due lembi vengono sovrapposti sul davanti); le consegna un calice che ella depone sull’altare, senza far comunicare nessuno. È ordinata durante la liturgia eucaristica nel santuario come i diaconi [70].
Nonostante le somiglianze dei riti di ordinazione, la diaconessa non avrà accesso né all’altare né ad alcun ministero liturgico.
Tali ordinazioni riguardano soprattutto igumene (badesse) di monasteri femminili”.

12. In conclusione, si parla, sì, di ordinazione, tanto che ricevono l’imposizione delle mani. Ma l’imposizione delle mani veniva fatta anche ai lettori e ai suddiaconi.
Non si trattava però del conferimento di un Ordine sacro, ma piuttosto di un ministero.

Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di presentare ai nostri visitatori uno stralcio della nostra storia.
Ti auguro un proficuo ministero e ti ricordo al Signore.
Padre Angelo