Questo articolo è disponibile anche in: Italiano

Quesito

Caro Padre Angelo,
buona giornata.
La disturbo per avere qualche chiarimento in merito alle messe di suffragio per i defunti.
Tra poco ricorrerà l’anniversario di morte di mia mamma.
Quest’anno il sacerdote non può celebrare la messa nella data esatta di morte.
Io ascolterò lo stesso la messa quel giorno.
Mi chiedo: una messa celebrata appositamente per un defunto (cioè con il sacerdote che ricorda la persona scomparsa), ha più valore di una messa che io ascolto e offro in suffragio?
Se si, perché?
Grazie
Anna

Risposta del sacerdote

Cara Anna,
1. il sacrificio che Cristo ha compiuto sul calvario in espiazione dei nostri peccati, per la volontà stessa di Nostro Signore, viene perpetuato dalla Chiesa nella celebrazione dell’Eucaristia. Egli ha detto infatti: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19).
Fate è un imperativo, un comando.
Gesù stesso inoltre ha mostrato come si perpetua il suo sacrificio. Lo ha anticipato nell’ultima cena istituendo il sacramento dell’Eucaristia.

2. Sappiamo che nell’Eucaristia il pane e il vino vengono convertiti nel Corpo e nel Sangue del Signore.
La Chiesa usa un linguaggio più preciso e dice che la sostanza del pane e del vino si converte nella sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo.
Infatti anche dopo la consacrazione rimangono davanti a noi le apparenze del pane e del vino (gusto, colore, forma, quantità…). Solo la sostanza invece viene trasformata.

3. Ora convertire il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue del Signore lo può fare solo Dio.
Cristo l’ha fatto perchè è Dio fatto carne.
Ed Egli stesso ha conferito questo potere divino agli apostoli che erano con Lui nell’ultima cena.
Gli Apostoli l’hanno trasmesso ad altri (i sacerdoti) attraverso l’imposizione delle mani.
Questa trasmissione di un potere divino raggiunge anche i nostri sacerdoti perché tra loro, gli Apostoli e Cristo c’è stata interruzione o soluzione di continuità.

4. È dunque il sacerdote che celebra la Messa. È lui che offre il sacrificio.
Lo fa agendo col potere divino affidatogli e in diretto collegamento con Cristo.
La Chiesa dice che celebra in persona Christi, identificandosi con Cristo.
I fedeli si uniscono a lui, ma non celebrano la Messa. Offrono invece il sacrificio di Gesù con le mani e per le mani  del sacerdote.
Lo ricorda il Concilio Vaticano II nella costituzione Sacrosanctum Concilium: “Perciò la Chiesa si preoccupa vivamente che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all’azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittima senza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell’unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti” (SC 48).

5. Gesù Cristo ha messo nelle mani della Chiesa il suo sacrificio.
Ma più specificamente l’ha messo nelle mani dei sacerdoti, per cui se non  c’è un sacerdote che celebra la Messa il sacrificio non viene perpetuato sull’altare.
Il sacrificio di Cristo ha un valore universale che non può in nessuna maniera essere decurtato se non perché gli uomini si chiudono al suo influsso.
Tuttavia il sacerdote, come ha ricevuto il potere di consacrare, così ha ricevuto anche il potere di destinare il sacrificio di Cristo per una particolare intenzione.
Anche i fedeli possono destinare il sacrificio di Cristo secondo le loro particolari intenzioni.
Ma il sacerdote lo destina agendo in persona Christi, identificandosi con Cristo.
Per cui come quando pronuncia le parole consacratore è Cristo che le pronuncia attraverso le labbra e l’intenzione del sacerdote, così avviene anche per la destinazione del sacrificio per un’intenzione particolare.
È la destinazione particolare che Cristo accetta e fà sua attraverso la mediazione del sacerdote.

6. Come vedi, c’è dunque una grande differenza tra la tua intenzione e l’intenzione che vi mette il sacerdote, il quale mette l’intenzione in persona Christi.

7. Venendo al tuo caso particolare: hai fatto bene a offrire la Messa dall’interno del tuo cuore per tua mamma perché il sacrificio di Cristo ha un valore universale.
Questo lo si può fare sempre, sebbene l’intenzione che ha messo il sacerdote sia diversa.

8. Tuttavia farai bene a far celebrare una Messa specificamente in suffragio di tua mamma, anche in un giorno diverso da quello dell’anniversario perché il sacerdote, e non soltanto tu, destini l’intenzione in suffragio di tua mamma.
La sua destinazione è fatta in persona Cristi e pertanto ha un potere infinito di impetrazione.

Ti ringrazio per il quesito, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo