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Quesito
Buongiorno Frate,
oggi ho una domanda che mi è sorta dopo una discussione con mia sorella.
Lei mi ha detto che Gesù ha avuto tentazioni solo sul Monte, io le ho detto che bisogna ricorda che oltre ad essere Dio era anche uomo e che aveva tentazioni come noi, solo che Lui aveva la ferma decisione di non caderci.
Qual è la verità? Gesù ha sempre avuto tentazioni oppure le ha avute solo sul Monte?
Risposta del sacerdote
Carissima,
1. rispondo volentieri alla tua domanda perché si tratta di un argomento particolarmente interessante e anche importante per la nostra vita.
San Tommaso ricorda che le tentazioni hanno tre origini: possono derivare da noi, dagli altri, dal demonio.
2. Ebbene per quanto attiene alle tentazioni che vengono da noi stessi Gesù non fu mai tentato.
Non fu tentato nella sua natura divina perché sarebbe una cosa assurda. Manifesterebbe un’imperfezione in Dio.
Ma non fu tentato neanche da se stesso per la pienezza di grazia e di santità che possedeva.
I teologi dicono che in Cristo vi era la grazia capitale, la grazia del capo, quella grazia che poi per miriadi di rivoli si riversa su tutti gli uomini di ogni tempo.
In particolare, non fu tentato nella carne.
I demoni lo temevano perché lo riconoscevano Dio. Ma talvolta ne dubitavano, dice San Tommaso, perché lo vedevano in estrema debolezza, come ad esempio nel deserto a proposito di quella quarantena.
3. Rifacendosi a quanto si legge in Eb 4,15 “Cristo fu provato in ogni cosa a somiglianza di noi, escluso il peccato” San Tommaso dice che non volle essere tentato in questo campo.
Ecco le sue precise parole: “La tentazione che proviene dal nemico può essere senza peccato, poiché di per sé consiste in una pura suggestione esteriore.
Invece la tentazione della carne non può essere senza peccato, poiché deriva dal piacere e dalla concupiscenza; e al dire di Sant’Agostino «c’è sempre qualcosa di peccaminoso quando la carne ha voglie contrarie a quelle dello spirito» (De civitate Dei 19,4). Così dunque Cristo volle essere tentato dal nemico, ma non dalla carne” (Somma teologica, III, 41, 1, ad 3).
4. Ugualmente commentando la lettera agli Ebrei 4,15 scrive: “Ora c’è una triplice tentazione. Una che dipende dalla carne, quando cioè la carne concupisce contro lo spirito come si dice in Galati 5,17. E questa non è senza peccato perché come dice Agostino, c’è qualche peccato quando la carne concupisce contro lo spirito, poiché sta in questo la concupiscenza della carne. Ma questo non c’è e per questo ha detto: escluso il peccato, cioè escluso qualsiasi minimo movimento di peccato. Infatti San Pietro dice egli non commise peccato e non si trovò inganno nella sua bocca” (1 Pt 2,22). E per questo viene detto “Agnello di Dio” (Gv 1,29)”.
5. Si viene tentati anche dagli altri. E questo può essere senza peccato, anzi sorgente di merito, come è stato per Nostro Signore.
San Tommaso dice che Gesù venne tentato con le avversità e le insidie dei farisei che volevano intrappolarlo con le parole (Mt 22,15), inoltre con le ingiurie (Mt 27,40: tu che distruggi il tempio…). Parimenti fu tentato con i flagelli e con i tormenti.
Le tentazioni giunte con le parole e con le ingiurie furono costanti, soprattutto negli ultimi tempi della sua vita mortale.
E anche in queste non vi fu mai peccato, esercitando tutte le virtù in maniera esemplare.
6. Dal diavolo, invece, fu tentato due volte: la prima quando Gesù si recò nel deserto e l’altra al momento della sua passione. I vangeli riferiscono solo di queste due tentazioni da parte del diavolo
A proposito della tentazione nel deserto va ricordato che Gesù, più che subire la tentazione, è andato ad affrontarla.
Infatti andò appositamente nel deserto per essere tentato dal diavolo, per vincerlo e per dare a noi l’aiuto e l’esempio necessario per vincere le nostre tentazioni.
Scrive San Tommaso: “Cristo si offrì da se stesso per essere tentato dal diavolo, come da se stesso si offrì ai suoi satelliti per essere ucciso: altrimenti il diavolo non avrebbe osato accostarglisi… E così Cristo uscì nel deserto come in un campo di battaglia, per esservi tentato dal diavolo. Di qui le parole di Sant’Ambrogio: Cristo fu condotto (dallo Spirito) nel deserto proprio per provocare il demonio. Perché se questi, cioè il diavolo, non l’avesse aggredito, quelli, cioè Cristo, non avrebbe vinto” (Somma teologica, III, 41, 2).
7. Fu poi tentato una seconda volta, secondo il Vangelo di San Luca: “Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato” (Lc 4,13).
Sant’Ambrogio commenta: “Tornò non per tentare, ma per combattere apertamente”. San Tommaso aggiunge: “Tuttavia in quest’ultima circostanza sembra che egli abbia tentato di Gesù di tristezza e di odio contro il prossimo, come nel deserto l’aveva tentato di gola e di disprezzo verso Dio e per mezzo dell’idolatria” (Somma teologica, III, 41, 3, ad 3).
Con l’augurio di riportare vittoria in ogni tentazione, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo