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Quesito
Caro padre Angelo
fra due anni mi iscriverò a filosofia, la passione della mia vita; tuttavia un dubbio mi assilla: come fare a capire sempre quali dottrine sono incompatibili con la fede cattolica e quali no?
E anche riguardo alle dottrine incompatibili quale atteggiamento bisogna avere? Totale rifiuto? O moderata apertura a seconda della dottrina?
Niccolò
Risposta del sacerdote
Caro Niccolò,
mi compiaccio della tua passione per la conoscenza della verità.
È una grazia e anche una vocazione.
1. Per comprendere quali dottrine siano incompatibili con la fede cattolica vi sono diversi criteri.
Il primo è dato dalla ragione che nativamente è aperta alla verità. Le coordinate della logica e il ragionamento ti aiuteranno a verificare la solidità di quanto via via andrai apprendendo.
Il secondo ti è offerto dal magistero della Chiesa. Tu sai che il magistero è garantito dallo Spirito Santo, che è lo Spirito di Verità. Se qualche forma di pensiero ti sembrerà in contrasto con quanto insegna la Chiesa approfondisci la conoscenza del Magistero e nello stesso tempo anche la dottrina in questione.
Ti accorgerai che talvolta l’opposizione sarà solo apparente perché il Magistero in genere giudica sotto il profilo ontologico – metafisico, mentre le altre dottrine sotto altri profili (psicologico, sociologico, esistenziale…).
Talvolta invece il contrasto sarà reale. E allora si tratterà di respingere e di confutare, facendo però sempre attenzione a cogliere l’aspirazione di verità che ha spinto alcuni ad esprimersi con determinate asserzioni.
Per fare un esempio, il marxismo è inconciliabile col cristianesimo. Ma J. Maritain diceva che il marxismo era un’eresia cristiana. In altri termini: la proprietà privata è senza dubbio di diritto naturale. Ma non può essere posseduta in un modo che nuoccia al principio generale della destinazione universale dei beni.
Il terzo criterio è dato dallo Spirito Santo che ti illumina interiormente. Ma questa presenza dello Spirito Santo è legata allo stato di grazia.
Questa presenza è importantissima perché ti inclina a conoscere la verità per una connaturalità interiore, e non semplicemente per il ragionamento che talvolta può sbagliare.
Cerca dunque di vivere una vita sempre più santa e lo Spirito Santo ti guiderà a discernere ciò che viene da Lui.
Come vedi, questo terzo criterio è importantissimo. Purtroppo molti non lo conoscono e per questo non lo prendono neanche in considerazione.
2. Approfondendo per un istante quest’ultima indicazione, ti raccomando in particolare, anche se sembrerà strano, la virtù della purezza. Il Catechismo della Chiesa cattolica dice che “c’è un legame tra la purezza del cuore, del corpo e della fede” (CCC 2518).
Un racconto medievale riguardante gli inizi del nostro Ordine riferiscono di un giovane dotto, ma dedito al divertimento, che fece un sogno. Gli pareva di trovarsi sommerso da un tempesta. Vedendo una casa, chiede rifugio. Ma la signora della casa gli risponde: “Io mi chiamo Verità. Ma la Verità non libera coloro che non la amano”.
Ebbene, Niccolò, la Verità viene amata quando la si mette in pratica. In altri termini: quando si vive secondo Dio.
3. I medievali, nelle discussioni e nelle confutazioni delle tesi avversarie erano soliti attenersi al seguente principio
nunquam negas,
pauca concede,
distingue frequenter.
Tradotto in italiano (per alcuni visitatori che non conoscono il latino): non negare mai del tutto (nunquam negas). Se neghi qualsiasi parcella di verità nell’altro, il dialogo è già chiuso in partenza. È come se tu dicessi che dall’altro non hai nulla da apprendere, neanche l’aspirazione di verità che spesso è male espressa e male interpretata.
Dicevano poi di concedere poche cose (pauca concede). Non perché sia tutto sbagliato quello che gli avversari dicono, ma perché la verità è molto, molto più profonda e più ampia di quello che noi riusciamo a percepire ed esprimere.
Infine suggerivano di distinguere spesso (distingue frequenter). Il non negare mai del tutto e il concedere poco nasce proprio dal fatto che si distinguono i vari aspetti della discussione e della verità in questione.
4. Mi chiedi: moderata apertura o rifiuto?
Il principio ispiratore dev’essere quello di tenere la tua vita del tutto aperta, anzi spalancata, alla verità. Il resto viene da sé.
Per questo san Tommaso amava far suo e ripetere quanto aveva detto l’Ambrosiaster (anonimo discepolo di S. Ambrogio): “Veritas, a quocumque dicatur, a Spiritu Sancto est”. Affermazione che in italiano suona così: “la verità, da chiunque venga detta, viene dallo Spirito Santo”.
Se terrai questo criterio, non sbandiererai appartenenze alla destra o alla sinistra, come se la verità stesse più da una parte che dall’altra. Anzi sentirai che queste etichette sono per principio limitanti. E per uno che ama la Verità (perché vive seguendo la via di Dio) e la cerca con tutto il cuore sono anche offensive.
Ti ringrazio per il quesito.
Mi auguro che tu condivida quanto ti ho scritto.
Mentre ti faccio tanti auguri per il tuo futuro, ti prometto una preghiera e ti ti benedico.
Padre Angelo