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Quesito

Salve padre come sta?
Spero bene…non è la prima volta che le scrivo e mi ha dato sempre consigli utili su come comportarmi in varie vicissitudini della mia vita ma ora avrei ancora bisogno del suo aiuto: sono padre di due bellissimi bambini e mia moglie ne sta aspettando un’altro. Non sappiamo ancora se maschio o femmina ma non ci importa.
Oggi discutendo con mia moglie eravamo d’accordo che questa sarebbe stata l’ultima gravidanza anche perché sarà il terzo cesareo per lei e per la sua salute non può rischiarne altri.
Si parlava di come fare e una sua amica le ha consigliato la spirale.
Noi cerchiamo di essere cristiani e istruire i nostri figli ad esserlo e non sappiamo in futuro come comportarci.
Ci può dare un consiglio in merito soprattutto per seguire anche la linea che da la Chiesa?
Grazie e le auguro una buona salute e notte.


Risposta del sacerdote

Carissimo,

1. per prima cosa mi compiaccio per la bella famiglia che il Signore ti ha donato.
“Ecco, dono del Signore sono i figli” (Sa 127,4).
Nell’udienza generale del 17 agosto 1994 Giovanni Paolo II ha detto che “i bambini sono il sorriso del cielo affidato alla terra. Sono i veri gioielli della famiglia e della società. Sono la delizia della Chiesa.
Sono come i gigli del campo dei quali Gesù diceva che “neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (Mt 6,28-29). Sono i prediletti di Gesù, e la Chiesa e il Papa non possono non sentir vibrare nel proprio cuore, per loro, i sentimenti di amore del cuore di Cristo”.
Proprio perché sono i prediletti sono oggetto di particolari cure di Dio.
I vostri bambini sono per la vostra famiglia una benedizione permanente perché il Signore contraccambia generosamente quello che fate per lui servendo ognuno dei vostri figli.

2. Adesso vengo al quesito che mi hai posto dicendo subito che il Signore provvede anche alle vostre necessità.
Vi provvede in una maniera che non offende né il matrimonio né la dignità degli sposi.
La strada, come avrai ben capito, è quella dei metodi naturali, indicati da sempre dal Magistero della Chiesa fin da quando sono stati scoperti.

3. Paolo VI nell’enciclica Humanae vitae ha detto che la paternità responsabile si esprime anche “nella conoscenza e nel rispetto dei processi biologici” (HV 10).
E ha ricordato che “Dio ha sapientemente disposto leggi e ritmi naturali di fecondità che già di per sé distanziano il susseguirsi delle nascite” (HV 11) e che è “lecito tener conto dei ritmi naturali immanenti alle funzioni generative per l’uso del matrimonio nei soli periodi infecondi e così regolare la natalità” (HV 16).

4. E tiene presente l’obiezione che spesso viene rivolta e cioè che sia nella contraccezione quanto nell’uso dei metodi naturali si cerca con sicurezza di non avere figli.
“Ma – dice il Papa – è altresì vero che soltanto nell’uso dei metodi naturali essi sanno rinunciare all’uso del matrimonio nei periodi fecondi quando, per giusti motivi, la procreazione non è desiderabile, usandone, poi, nei periodi non fertili a manifestazione di affetto e a salvaguardia della mutua fedeltà” (HV 16).
Giovanni Paolo II nell’esortazione post sinodale Familiaris consortio a questo proposito ha rilevato che quest’astensione nei periodi fecondi fa parte di quella castità matrimoniale che “secondo la visione cristiana non significa affatto né rifiuto né disistima della sessualità umana: significa piuttosto energia spirituale, che sa difendere l’amore dai pericoli dell’egoismo e dell’aggressività e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione” (FC 33).

5. Giovanni Paolo II ricorda anche che la Chiesa in quanto madre dice che è vicina alle coppie in difficoltà. E “sa che tanti coniugi incontrano difficoltà non solo per la realizzazione concreta (della norma morale), ma anche per la stessa comprensione dei valori insiti nella norma morale” (FC 33).
E che “in quanto è maestra non cessa mai di invitare e di incoraggiare, perché le eventuali difficoltà coniugali siano risolte senza mai falsificare e compromettere la verità: è infatti convinta che non può esserci vera contraddizione tra la legge divina del trasmettere la vita e quella di favorire l’autentico amore coniugale (cfr. «Gaudium et Spes», 51).
Per questo, la pedagogia concreta della Chiesa deve sempre essere connessa e non mai separata dalla sua dottrina. Ripeto, pertanto, con la medesima persuasione del mio predecessore: «Non sminuire in nulla la salutare dottrina di Cristo è eminente forma di carità verso le anime» (Humanae Vitae», 29).

6. Ebbene questa dottrina è stata espressa da Paolo VI nell’Enciclica Humanae vitae.
È la dottrina che ha insegnato “in virtù del mandato di Cristo” (HV 6), e pertanto richiamando l’autorevolezza del suo pronunciamento.
Ecco che cosa ha detto dopo aver condannato l’aborto volontario e la sterilizzazione a scopo contraccettivo: “È altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione dei figli” (HV 14).

7. Tra i consigli peggiori che quell’amica poteva dare a tua moglie c’è l’uso della spirale perché è abortiva.
La spirale non impedisce il concepimento, ma l’annidamento del bambino da poco concepito perché venga espulso e muoia.

8. Paolo VI tiene presente che i coniugi non di rado si trovano in difficoltà nell’osservanza della legge di Dio.
Per questo dice: “E se il peccato facesse ancora presa su di loro, non si scoraggino, ma ricorrano con umile perseveranza alla misericordia di Dio, che viene elargita nel sacramento della Penitenza” (HV 25).

9. Ma se il peccato consistesse nel proposito di eliminare il bambino in maniera sistematica qualora fosse concepito, come avviene nell’uso della spirale, non si va più soltanto contro il sesto comandamento, ma anche contro il quinto che vieta di uccidere.
Qui il peccato si aggrava e il sacerdote non può dare l’assoluzione se non c’è la volontà di eliminare subito la spirale.

10. Ecco dunque la dottrina, dalla quale emerge la necessità che nei corsi di preparazione al matrimonio vengano insegnati i metodi naturali.
Giovanni Paolo II in FC afferma che “tra le condizioni necessarie” per l’esercizio della paternità responsabile “rientra anche la conoscenza della corporeità e dei suoi ritmi di fertilità.
In tal senso bisogna far di tutto perché una simile conoscenza sia resa possibile a tutti i coniugi, e prima ancora alle persone giovani, mediante un’informazione e un’educazione chiare, tempestive e serie, ad opera di coppie, di medici e di esperti” (FC 33).

Ti ringrazio del quesito che mi hai posto.
Ti auguro ogni bene e ti ricordo al Signore congiuntamente a tutta la tua bella famiglia.
Vi benedico uno ad uno tutti e cinque.
Padre Angelo