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Quesito

caro padre,
ringrazio sempre nostro Signore Gesù Cristo, che ci dona un prezioso maestro come Lei: quanto bene Lei fa, attraverso i suoi consigli, ai lettori incerti nella fede e non solo, ma anche a quelli che desiderano migliorarla! Lei è spesso nelle mie preghiere e Santi Rosari.
Mi aiuti, per favore, a risolvere questo dubbio:
Gesù ci insegna l’amore verso il prossimo, grande valore di fede, aiutando gli altri e perdonandoli in ogni circostanza. Dico giusto o sbagliato?
Mi capita spesso di sentire persone che bestemmiano, allora subito chiedo a Gesù di perdonarli, sono persone atee, miscredenti e non sanno il male che commettono. Addirittura mi rivolgo a Santa Faustina Kowalska per la sua intercessione a ns. Signore, recitando la preghiera per il loro perdono e conversione: sapesse quante ne devo recitare!
Il problema è che io non sento amore per queste persone, anzi se fosse per me le lascerei nel loro marciume, visto il loro odio feroce contro Gesù. Detesto queste persone, se fosse per me non le perdonerei mai.
Però poi penso che Gesù è venuto sulla terra anche per loro. Quindi mi faccio forza e con tutta la mia buona volontà prego per questi fratelli disgraziati, prego perchè Gesù possa toccare il loro cuore e salvarli.
Arrivo al punto di pregare anche i loro angeli custodi, perché li ravvedano. Mi ricordo che Padre Pio parlava molto con gli angeli custodi delle persone. Sa che a volte funziona? Che grande potere hanno gli angeli custodi!
Però, lo faccio solo per amore di Gesù Cristo, perché sento che me lo chiede e tento con tutta me stessa di perdonarli, e con grande sforzo ci riesco, ma non mi chieda di amare queste persone atee e miscredenti, attaccate al dio denaro, al mondo corrotto. Non ci riesco proprio. Al massimo provo una grande pena, misericordia. Ma l’amore vero è riservato solo ed unicamente a Gesù Cristo. (…).
Cosa devo fare, caro padre, mi consigli, la prego, io non so più che fare con questi miscredenti, e vorrei tanto togliermi il senso di colpa che provo perché pur aiutandoli, perdonandoli, non sento amore amore per loro!
La ringrazio infinitamente per la sua pazienza.
Maria


Risposta del sacerdote

Cara Maria,

1. è necessario distinguere tra l’amore sensibile e l’amore spirituale.
L’amore sensibile è fatto anche di trasporto e di contentezza di stare con determinate persone.
Questo amore non lo si può avere per tutti, ma solo per coloro che umanamente ci sono affini nel pensiero, nei sentimenti, nel comportamento, nello stile di vita, ecc…
Per alcune persone – a motivo del loro carattere e della loro estrema diversità dai nostri sentimenti e dalle nostre idee – sotto il profilo sensibile proviamo repulsione.
Questo è ancora solo un sentimento e in quanto tale non è ancora un peccato.

2. Diventa peccato solo quando a queste persone vogliamo il male.
E questo tu non lo vuoi perché le vuoi salvare tutte.
Quello che tu chiami senso di colpa è forse solo la prima tentazione di augurare loro il male.
Su questo pertanto desidero tranquillizzarti perché tutte queste persone tu le vorresti vedere amiche di Dio.
Preghi per loro proprio per questo e per loro invochi giustamente la benefica intercessione dei loro Angeli e dei Santi.

3. Mi dici che talvolta provi una specie di odio per queste persone. Ma da tutto l’insieme della tua mail mi pare di poter dire che si tratta di un odio santo.
San Tommaso dice che esiste un odio santo. E parte da quanto dice Davide nel Salmo 119,113: “Odio chi ha il cuore diviso”.
Ora Davide in quel momento parlava sotto l’ispirazione dello Spirito Santo.
Dunque, dice San Tommaso, “il profeta Davide odiava i peccatori in quanto peccatori, odiando la loro iniquità, che è il loro male. E questo è l’odio santo di cui egli parla: “Con odio santo io li odierò”.
Ora, odiare il male di uno e amarne il bene hanno lo stesso movente.
Perciò quest’odio santo appartiene alla carità
” (Somma teologica, II-II, 25, 6, ad 1).
È il loro male che tu hai in odio, non la loro persona che vorresti redenta dal Sangue di Cristo.

4. Aggiunge ancora san Tommaso: “Amare con la carità i peccatori non significa volere quello che essi vogliono o godere delle cose di cui essi godono; ma far loro volere quello che noi vogliamo e godere le cose di cui noi godiamo” (Ib., ad 4).

5. Anche Sant’Agostino si domanda come si possano amare i peccatori.
Dice: “Amare i peccatori pare, a prima vista, un paradosso.
Non sono forse i nemici di Dio, lo scandalo della Chiesa, la lebbra, spesso invisibile, ma sempre dannosa della società? Certamente. E questo amore non si potrebbe mai comprendere; se non si distinguesse tra il peccato e il peccatore.
Quali che siano le sue attrattive, il peccato è sempre disprezzabile.
Ma, grazie a Dio, per quanto sia colpevole, il peccatore porta sempre con sé la possibilità di risurrezione e di rigenerazione, e quindi, ha diritto al nostro interesse.
Odiamo, dunque, le sue colpe, ma riserviamo il meglio della nostra pietà alla sua anima caduta.
Siamo tanto più obbligati a farlo in quanto Dio stesso ce ne ha dato l’esempio. Perché s’è incarnato? Perché ha sparso il suo sangue? Perché è morto sulla Croce, se non per i peccatori?
Col suo Sacrificio, Egli ha voluto liberarli dal demonio e aprir loro la via della salvezza, dando loro, in questo modo, la prova suprema del suo amore e chiamandoli all’onore di partecipare della sua stessa vita.
Stiamo dunque attenti a non sfuggire i peccatori come se fossero sentine di pestilenza! Andiamo loro incontro con Cristo, ricordando che nessuno di noi è senza peccato e che, avendo ricevuto tanti benefici dalla divina misericordia, quando ci chiniamo sulle loro miserie, non facciamo altro che dare una piccola parte di quello che noi stessi abbiamo ricevuto” (Commento al Vangelo di Giovanni 7,21).

Ti ringrazio del quesito e mi auguro di averti rasserenato.
E mentre ti ringrazio di cuore perché mi porti spesso nelle tue preghiere e nei tuoi Santi Rosari, ti assicuro di voler contraccambiare.
Ti benedico e ti auguro ogni bene.
Padre Angelo