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Quesito
Carissimo Padre Angelo, buonasera.
Le scrivo per chiederle un consiglio riguardo ai rapporti sessuali. Io e il mio fidanzato facciamo insieme un cammino di fede e questo ci aiuta molto nel rimanere saldi all’idea di non avere rapporti prematrimoniali.
Nonostante questo riconosciamo comunque che la passione e il desiderio forte dell’altro certamente ci sono e a volte capita di scambiarsi affettuosità più spinte senza mai cadere però nella fornicazione.
Le chiedo come possiamo evitare anche questo peccato contro il sesto comandamento. Il matrimonio non è ancora possibile a causa della precarietà e questo ci fa soffrire tantissimo perché vorremmo presto diventare una sola carne e formare una bella famiglia.
La ringrazio.
Risposta del sacerdote
Carissima,
due sono i consigli che ti do per il problema che mi hai presentato.
1. Il primo riguarda l’obiettivo superiore al quale dobbiamo tendere con tutte le nostre forze in qualsiasi stagione della nostra vita: la santificazione.
Essa corrisponde a quel precetto che ci ha dato il Signore di amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente, con tutte le forze (cfr. Mc 12,35-37).
Quest’obiettivo ci è stato ricordato con forza da Giovanni Paolo II nella lettera che delinea il cammino della Chiesa nel terzo millennio della sua storia Novo millennio ineunte (6.1.2001).
Non dobbiamo dimenticare che lo Spirito Santo ha detto per bocca di Paolo: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione” (1 Ts 4,3).
2. Giovanni Paolo II dice che bisogna porre “questa elementare verità a fondamento della programmazione pastorale” (NMI 31).
A fondamento anche della spiritualità dei fidanzati e dei coniugi.
3. Vivere santamente significa ricordare quanto è avvenuto nel giorno del nostro Battesimo quando abbiamo celebrato uno sposalizio con Gesù Cristo.
Cristo in quel giorno è diventato lo sposo della nostra anima.
Tutto nella vita cristiana deve servire a incrementare questa unione sponsale.
Anche il fidanzamento è una stagione in cui si impara attraverso l’affetto, le premure e le attenzioni per la persona di cui si è innamorati ad amare e ad unirsi sempre di più al Signore.
“Tutto è stato creato per mezzo di lui e in vista di Lui” (Col 1,16).
Il fidanzamento non è ordinato solo a preparare bene il matrimonio, ma a vivere fin d’ora un amore ancora più alto, più dolce e più gioioso.
4. Si comprende allora come mai lo Spirito Santo per bocca di Paolo abbia detto: “Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta” (2 Cor 11,2).
Niente deve distrarre da questa unione che è una sorta di paradiso anticipato sulla terra.
5. Aveva ragione Giovanni Paolo II a dire che “è ora di riproporre a tutti con convinzione questa «misura alta» della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione”.
6. Pertanto come prima cosa per vivere il fidanzamento secondo Dio dovete avere ben forte in convincimento di essere chiamati ad una vita santa, ad un’unione sempre più profonda con Colui che è lo Sposo dolcissimo della vostra anima.
Questo comporta come risvolto che impariate ad amarvi l’un l’altro secondo la lunghezza d’onda del suo amore: “Amatevi anche voi gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 13,34).
Gesù ci ama donandoci il bene più grande: Dio in noi, l’unione della nostra anima con il suo amore e con la pienezza della sua vita.
7. Il secondo consiglio che vi do è quello di una grande stima per la castità.
“La castità è energia spirituale che libera l’amore dall’egoismo e dall’aggressività e sa promuoverlo verso la sua piena realizzazione” (Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 33).
8. Come vedete, la castità protegge l’amore e lo rende più forte.
Comporta uno sforzo, certamente, ma è lo sforzo che libera il vostro amore dall’egoismo e dall’aggressività.
9. Questo sforzo rientra in quella indicazione donataci dal nostro Maestro e Signore: “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno” (Lc 13,24).
10. Con la castità che vi libera dall’egoismo, voi avrete la capacità di volare in alto, anzi, molto in alto, come su ali d’aquila.
E comprenderete come sia bello questo precetto che comanda la purezza dell’amore e potrete sperimentare la promessa del Signore: “Vi ho sollevato su ali di aquile e vi ho fatto venire fino a me (Es 19,4).
Volando in alto avrete sempre la capacità di radicarvi e di crescere nell’amore dello Sposo della vostra anima, senso ultimo di ogni amore umano, e nel vostro caso del fidanzamento.
11. A questo punto anche voi potrete dire col Salmista: “Quanto amo la tua legge! La medito tutto il giorno.
Il tuo comando mi fa più saggio dei miei nemici, perché esso è sempre con me.
Sono più saggio di tutti i miei maestri, perché medito i tuoi insegnamenti.
Ho più intelligenza degli anziani, perché custodisco i tuoi precetti.
Tengo lontani i miei piedi da ogni cattivo sentiero, per osservare la tua parola.
Non mi allontano dai tuoi giudizi, perché sei tu a istruirmi.
Quanto sono dolci al mio palato le tue promesse, più del miele per la mia bocca.
I tuoi precetti mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero.
Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino.
Ho giurato, e lo confermo, di osservare i tuoi giusti giudizi” (Sal 119,97-106).
12. Ecco dunque i due consigli: aver sempre vivo l’orientamento verso la santificazione e una grande stima della purezza.
Vi auguro di vivere così e di sperimentare giorno per giorno la fedeltà del Signore il quale ha illuminato la strada da percorrere con queste promesse: “Camminate in tutto e per tutto per la via che il Signore, vostro Dio, vi ha prescritto, perché viviate e siate felici e rimaniate a lungo nella terra di cui avrete il possesso” (Dt 5,33).
Vi benedico e vi accompagno con la mia preghiera perché il Signore vi doni forza.
Padre Angelo