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Quesito

Caro Padre Angelo,
Mi chiamo L. ho 21 anni e da sempre la fede in Dio è inscindibilmente legata alla mia ragione e alla base di ogni azione. Spesso però questa forte fede è stata motivo di derisone ed isolamento, sono stato vittima di bullismo dall’asilo fino all’università e in famiglia sono stato al centro di faide familiari ma tutte queste persone hanno il mio perdono, e perdonando ho capito quanto il perdono arricchisce a chi lo da e a chi lo riceve. Nei momenti di prova, di quella sofferenza che non ha parole, è lì che la mia fede è sbocciata. Ho sempre avvertito la presenza di Dio, quotidianamente, in Gesù ho trovato un amico fedele e vero, nella Vergine Maria una madre, una maestra e una confidente e ho compreso che non ci si sente mai così liberi come quando ci si affida. Ho vissuto rispettando ciò che il catechismo mi ha insegnato, sono stato molto rigoroso, troppo a detta degli altri. Un mio amico seminarista mi dice che non devo farmi problemi a vivere ad esempio l’amore carnale liberamente, ma non sono d’accordo e vengo accusato di essere schematico, ma sono disorientato visto che mi viene detto da chi è più vicino di me alla Chiesa. Io condivido tutto ciò che la Chiesa insegna, perché dice la verità secondo il Vangelo. Negli ultimi tempi questa presenza di Dio la sento forte, sento forte l’esigenza di vivere la messa ed accostarmi al Sacramento dell’Eucaristia, vado ogni giorno a messa e prego il rosario che è un ottimo scudo contro il male. In tutto questo da anni mi pongo delle domande sulla mia vocazione, mi immagino sacerdote e mi immagino felice e desideroso di aiutare gli altri e di essere servo di Dio, di mettere Lui al centro e con Lui i miei fratelli e sorelle senza mai farli sentire giudicati perché credo che vada fermamente condannato il peccato ed aiutato il peccatore a rielaborare il percorso dopo l’inciampo dell’errore. Di ciò che sento ne ho parlato di recente ai miei genitori che mi hanno dato piena libertà, ma ho paura di correre troppo, perché non ho un padre spirituale che mi segue, non l’ho detto a nessun sacerdote, non ho mai preso parte ad attività parrocchiali, e penso che sarebbe meglio fare discernimento ed esperienza per essere consapevole e sereno di ciò che vado ad affrontare. Il Signore chiede ed io rispondo con la vita ma non voglio sbagliarmi, in nome del Suo Amore. Lei cosa mi consiglia, come posso muovermi. Prego per lei e la ringrazio anticipatamente per le parole e il tempo che vorrà dedicarmi.


Risposta del sacerdote

Carissimo L.,
1. la tua mail mi ha riempito di gioia e di tristezza insieme.
Di gioia perché mi compiaccio della chiamata del Signore.
Anche su di te ha fissato lo sguardo per amarti di amore singolare.
Proprio come ha fatto con il giovane di cui parla il Vangelo: “Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!»” (Mc 10,21).
Se avrai la grazia di diventare sacerdote capirai sempre di più, man mano che andrai avanti negli anni, la grazia inestimabile della vocazione.

2. Ieri mattina, celebrando la Messa di un beato domenicano, nell’antifona della Comunione si leggeva questa promessa del Signore: “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna” (Mt 19,29).
Se sarai fedele alla vocazione ne farai quotidianamente l’esperienza e ti sentirai il più ricco e il più fortunato di tutti, anche nel caso che non avessi alcun soldo in proprio.

3. Da quanto ho capito la tua vita di fede non è passata tra rose e fiori, ma hai dovuto soffrire e combattere.
Sono contento anche perché in tutto questo, anziché vacillare, ti sei fortificato sempre di più.
E questo indubbiamente è un ottimo segno perché il Signore permette le prove non perché ci indeboliamo, ma perché ci fortifichiamo sempre più.
San Giovanni della croce, un grande mistico carmelitano, diceva che “la virtù mette più profonde radici nell’aridità, nelle difficoltà e nei travagli” (Cantico Spirit. B,30,5) e “la virtù si rafforza nell’esercizio del patire” (Fiamma viva d’amore B, 2,26).

4. Mi pare che adesso la tua vita cristiana sia ben consolidata: senti forte la presenza di Dio, vai a Messa ogni giorno e preghi con il Santo Rosario di cui hai giustamente avvertito che è un ottimo scudo contro il male.
Se posso darti un consiglio: non tornare indietro da questo ritmo.
Sono sicuro che per te questo consiglio è superfluo perché non hai nessuna intenzione di tralasciare la sorgente della tua vita spirituale.
Se qualcuno avesse detto a Pier Giorgio Frassati o al prossimo beato Carlo Acutis che non è necessario andare a Messa tutti i giorni e nutrirsi del Pane degli Angeli, di Gesù Cristo, si sarebbe attirato uno sguardo di compatimento. Come a dire: ma non sapete che cosa si prende nell’andare a Messa tutti i giorni e nel fare la Santa Comunione?
La stessa cosa faresti anche tu.

5. Sono contento anche per la preghiera del Santo Rosario.
Oggi noi domenicani abbiamo celebrato la festa della Madonna del Rosario. È infatti la prima domenica di ottobre.
Un domenicano francese, il Padre Marie-Etienne Vayssière O.P. (1864-1940) che fu priore provinciale dei domenicani di Tolosa e di cui è in corso il processo di beatificazione, diceva che il Rosario “non è semplicemente una serie di Ave recitata con devozione; è Gesù che torna a vivere nell’anima attraverso l’azione materna di Maria”.
Ed è proprio così. È come una continuazione della Santa Comunione e della celebrazione della Messa.
È uno dei momenti più belli e più fecondi della giornata. È uno stare insieme col Signore e con la Madonna.
In quel momento si fa un gran bene a se stessi, alle tante persone per cui si prega e anche per il mondo intero.

6. Nella tua mail non hai toccato il Sacramento della Confessione, ma sono certo che a questa sorgente di continuo rinnovamento, di purificazione e di santificazione ti accosti in maniera regolare e frequente.

7. Pertanto sotto questi aspetti mi sembri maturo per compiere il passo per il quale ti pare che il Signore ti chiami.
Forse rimane da esplorare la direzione della vocazione: se quella del sacerdote diocesano oppure all’interno di qualche istituto religioso.

8. Adesso invece vengo alla nota che mi ha procurato vivo dispiacere: un tuo amico seminarista ti dice che non devi farti problemi a vivere l’amore carnale liberamente.
Penso che anche un ateo si stupirebbe di una simile affermazione fatta da un seminarista.
Se fosse stato un ateo a farla non ci si meraviglierebbe. Perché se non c’è l’obiettivo della vita futura che dirige tutta la nostra esistenza verso la santità è fatale che si viva per mangiare, per bere e per darsi al divertimento, come dice San Paolo in 1 Cor 15,32.

9. Mi domando come quel seminarista riesca a mettere insieme la sua affermazione con quella di Gesù: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (Mt 5,8).
E anche con quelle dette dallo Spirito Santo per bocca di Paolo: “Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi” (1 Cor 3,16-17).
E anche: “Questa infatti è volontà di Dio, la vostra santificazione: che vi asteniate dall’impurità, che ciascuno di voi sappia trattare il proprio corpo con santità e rispetto, senza lasciarsi dominare dalla passione, come i pagani che non conoscono Dio; che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose, come vi abbiamo già detto e ribadito. Dio non ci ha chiamati all’impurità, ma alla santificazione. Perciò chi disprezza queste cose non disprezza un uomo, ma Dio stesso, che vi dona il suo santo Spirito” (1 Ts 4,3-8).

10. Non lasciarti disorientare da quell’esternazione.
Ricorda quello che ha detto lo Spirito Santo: “Che nessuno in questo campo offenda o inganni il proprio fratello, perché il Signore punisce tutte queste cose” (1 Ts 4,6).
Quanto hai scritto “Io condivido tutto ciò che la Chiesa insegna, perché dice la verità secondo il Vangelo” ti rende onore perché è la testimonianza più bella della tua purezza di vita.
Infatti “ognuno parla dall’abbondanza del proprio cuore” (Mt 12,34).
Forse anche quel seminarista ha parlato dall’abbondanza del suo cuore. Se vivesse nella purezza mai e poi mai uscirebbe con simili affermazioni.

11. Pensa a diventare seminarista e sacerdote con i medesimi sentimenti di quel giovane che poi diventò San Giovanni XXIII: “Un globo di purissimo cristallo, irradiato dalla luce del sole, mi dà l’idea della mondezza del cuore dei sacerdoti.
L’anima mia deve essere come uno specchio che deve riflettere l’immagine degli angeli, di Maria Santissima, di Gesù Cristo.
Se lo specchio si appanna, per quanto leggermente, io sono degno di essere fatto a pezzi e gettato nell’immondezzaio” (Il Giornale dell’anima, Esercizi spirituali 1902, n. 8).

Penso che sia giunto anche il momento di attuare quel discernimento che è indispensabile per verificare l’autenticità e la consistenza della vocazione.
Chiedi alla Madonna, attraverso la preghiera del Santo Rosario, di ottenerti la grazia di parlarne con un sacerdote che ti ispira accoglienza, maturità di riflessione, capacità di discernere le tue inclinazioni e di dirti in nome di Dio qual è la strada per la quale il Signore ti chiama.
Credo che la Madonna non aspetti altro.

Ti accompagno volentieri con la preghiera.
Sono certo che la stessa cosa faranno anche molti nostri visitatori appena avranno letto questa tua mail.
Ti auguro ogni bene e ti benedico.
Padre Angelo