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Quesito

Buongiorno,
Cortesemente avrei questi due quesiti. Ringrazio per la disponibilità.
Il primo è se Gesù continua tuttora a portare la croce del mondo oppure se nell’eucaristia avviene il suo aiuto a portare la nostra croce.
La seconda è questa, non ho trovato nulla in internet e cortesemente chiedo quale fosse l’idea di Padre Pio nell’utilizzo dei contraccettivi maschili o meglio nell’utilizzo dei preservativi.


Risposta del sacerdote

Carissimo,

1. circa la prima domanda: sì, Gesù continua a portare la croce nel suo corpo mistico (la Chiesa), col quale è una cosa sola.
Nell’Eucaristia si rende presente in maniera incruenta, senza spargimento di sangue (sofferenza). E mentre unisce le nostre sofferenze alle Sue per la vita e la redenzione del mondo nello stesso tempo accresce in noi l’amore per portarle con maggiore generosità come faceva San Paolo.

2. Circa la seconda domanda è interessante sapere che Padre Pio morì poco dopo la pubblicazione dell’enciclica Humanae vitae nella quale Paolo VI diceva che ogni forma di contraccezione altera il disegno di santità di Dio sull’amore umano e sulle relazioni coniugali.
Nei giorni che seguirono la pubblicazione ci fu nel mondo una grande contestazione.
Molti teologi si misero dalla parte dei contestatori e chiedevano il via libera per quella pillola che tra l’altro per suoi effetti negativi è sconsigliata anche dai medici che hanno a cuore la salute delle donne e delle loro spose.
Questo causò una grande sofferenza nel Papa.
In questo clima avvelenato, 11 giorni prima di morire, padre Pio da Pietrelcina scrisse una lettera al Papa nella quale allude alle sue sofferenze «per le sorti della Chiesa, per la pace nel mondo».
In particolare lo ringrazia «per la parola chiara e decisa» detta nell’ultima enciclica Humanae vitae».

3. Ecco la lettera per intero:
“San Giovanni Rotondo, 12 settembre 1968
Santità,
approfitto del vostro incontro con i padri capitolari per unirmi spiritualmente ai miei confratelli ed umiliare ai vostri piedi il mio affettuoso ossequio, tutta la mia devozione verso la vostra augusta persona, nell’atto di fede, amore ed obbedienza alla dignità di Colui che rappresentate sulla terra.
L’Ordine dei cappuccini è stato sempre in prima linea nell’amore, fedeltà, obbedienza e devozione alla sede apostolica; prego il Signore che tale rimanga e continui nella sua tradizione di serietà e austerità religiosa, povertà evangelica, osservanza fedele della regola e delle costituzioni, pur rinnovandosi nella vitalità e nello spirito interiore, secondo le direttive del Concilio Vaticano II, per essere sempre più pronto ad accorrere nelle necessità della madre Chiesa, al cenno della santità vostra.
So che il vostro cuore soffre molto in questi giorni per le sorti della Chiesa, per la pace del mondo, per le tante necessità dei popoli, ma soprattutto per la mancanza di obbedienza di alcuni, perfino cattolici, all’alto insegnamento che voi, assistito dallo Spirito Santo e nel nome di Dio, ci date.
Vi offro la mia preghiera e sofferenza quotidiana, quale piccolo ma sincero pensiero dell’ultimo dei vostri figli, affinché il Signore vi conforti con la sua grazia per continuare il diritto e faticoso cammino, nella difesa dell’eterna verità, che mai si cambia col mutar dei tempi.
Anche a nome dei miei figli spirituali e dei “Gruppi di preghiera” vi ringrazio per la parola chiara e decisa che avete detto, specie nell’ultima enciclica Humanae vitae, e riaffermo la mia fede, la mia incondizionata obbedienza alle vostre illuminate direttive.
Voglia il Signore concedere il trionfo alla verità, la pace alla sua Chiesa, la tranquillità ai popoli della terra, salute e prosperità alla santità vostra, affinché, dissipate queste nubi passeggere, il regno di Dio trionfi in tutti i cuori, mercé la vostra opera apostolica di supremo Pastore di tutta la cristianità.
Prostrato ai vostri piedi vi prego di benedirmi, assieme ai confratelli, ai miei figli spirituali, ai “Gruppi di preghiera”, ai miei ammalati, a tutte le iniziative di bene che nel nome di Gesù e con la vostra protezione ci sforziamo di compiere.
Della santità vostra umilissimo figlio
Padre Pio, cappuccino”.
(ALESSANDRO DA RIPABOTTONI, San Pio da Pietrelcina Cireneo di tutti, Ed. Padre Pio da Pietrelcina, settembre 2006, pagg. 236-237).

4. Il punto dove il Papa condanna ogni forma di contraccezione è il seguente, e si trova nel n. 14 dell’Humanae vitae: “è altresì esclusa ogni azione che, o in previsione dell’atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione dei figli”.
Negli strumenti che si propongono di impedire la vita nel compimento dell’atto vi sono anche i preservativi maschili.

5 .Giova ricordare che questo sentenza, espressa in termini di divieto, rientra tra quei precetti morali negativi che obbligano “semper et pro semper”: sempre e in ogni caso, senza eccezione, come dice Giovanni Paolo II.

6. Una settimana successiva alla pubblicazione dell’enciclica, nel corso di un’udienza del mercoledì, Paolo VI disse:
“Riteniamo che vi sia noto il testo di questo documento pontificio, o almeno il suo contenuto essenziale, che non è soltanto la dichiarazione d’una legge morale negativa, cioè l’esclusione d’ogni azione, che si proponga di rendere impossibile la procreazione (n. 14), ma è soprattutto la presentazione positiva della moralità coniugale in ordine alla sua missione d’amore e di fecondità «nella visione integrale dell’uomo e della sua vocazione, non solo naturale e terrena, ma anche soprannaturale ed eterna» (n. 7). (…).
Non abbiamo mai sentito come in questa congiuntura il peso del nostro ufficio. Abbiamo letto, discusso quanto potevamo; e abbiamo anche molto pregato. Dovevamo rispondere alla Chiesa, all’umanità intera; dovevamo valutare con l’impegno e insieme con la libertà del nostro compito apostolico, una tradizione dottrinale non solo secolare, ma recente; quella dei nostri tre immediati predecessori; eravamo obbligati a fare nostro l’insegnamento del Concilio da noi stessi promulgato; ci sentivamo propensi ad accogliere, fin dove ci sembrava di doverlo fare, le conclusioni, per quanto di carattere consultivo, della commissione istituita da Papa Giovanni e da noi stessi ampliata. Ma insieme sapevamo di dover essere doverosamente prudenti; sapevamo delle discussioni accese, con tanta passione ed anche con tanta autorità su questo importantissimo tema; sentivamo le voci fragorose dell’opinione pubblica e della stampa; ascoltavamo quelle più tenui, ma assai penetranti nel nostro cuore di padre e di pastore, di tante persone, di donne rispettabilissime specialmente, angustiate dal difficile problema e dall’ancor più difficile loro esperienza; leggevamo le relazioni scientifiche circa allarmanti questioni demografiche del mondo, suffragate spesso da studi di esperti e da programmi governativi; venivano a noi da varie parti pubblicazioni, ispirate alcune dall’esame di particolari aspetti scientifici del problema, ovvero da altre considerazioni realistiche di molte e gravi questioni sociologiche, oppure da quelle, oggi tanto imperiose, delle mutazioni irrompenti in ogni settore della vita moderna” (31 luglio 1968).

7. La parola chiara e decisa del papa era la parola che Padre Pio aveva sempre insegnato.
Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di presentare il pensiero di un gigante nella santità su un punto tanto delicato e importante per la vita cristiana.

Ti ricordo al Signore ti benedico.
Padre Angelo