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Gentile Padre Angelo,
sono un giovane cattolico, cresciuto cattolicamente, in seguito allontanatosi dalla fede e poi riavvicinatosene per trovare un senso alla sua vita.
La mia esperienza di fede è stata, come credo sia normale, costellata di dubbi ed incertezze di vario genere.
A tutte ho messo più volte una “toppa” ma ogni tanto saltano fuori di nuovo. È il caso di una perplessità che è sorta nell’analisi del Magistero della Chiesa Cattolica riguardo l’anima immortale nell’uomo.
La scienza ha da qualche tempo in avanti decretato l’uomo come mero “apice della scala evolutiva”, senza dare peso al grande delta che questo si trova ad avere nei confronti degli altri animali, quasi ritenendolo “trascurabile”.
Ora il mio dubbio è il seguente: cosa rende l’uomo possessore di un’anima e l’animale no?
È l’anima collegata all’autoconsapevolezza? I bambini per esempio non sono completamente autoconsapevoli fino ai 18 mesi, mentre una vasta gamma di animali adulti lo é (dai cavalli ai cetacei fino alle scimmie).
Cosa determina dunque che uno zigote umano se muore ha vita eterna e un orango adulto no?
È l’uomo speciale per definizione, oppure è riscontrabile in natura una caratteristica che sancisce l’immortalità della sua anima?
La ringrazio dell’attenzione,
Le chiedo di pregare molto per me, affinché non perda la fede.
Buon fine settimana,
Matteo
Caro Matteo,
1. anche gli animali hanno l’anima.
Ma quella degli animali è solo un’anima sensitiva, mentre la nostra, oltre ad essere vegetativa e sensitiva, è anche razionale.
2. Anche gli animali hanno una certa percezione di se stessi.
Ma questa percezione non è ancora capacità riflessiva, quella per la quale raccontano se a se stessi e per la quale sono in grado di raccontarsi anche agli altri.
Agli animali manca la trascendenza sul tempo. Sono legati all’istante in cui vivono. Hanno istinti ben sviluppati, a volte anche meglio di noi. Ma non vanno più in là.
3. Noi invece trascendiamo gli istinti, sappiamo stimolarli e sappiamo anche contenerli, combatterli, superarli.
Nello stesso tempo siamo capaci di scoprire le leggi della natura, di ricombinarle e di fruire così delle tante ricorse della scienza e della tecnica.
Tutto questo manifesta una reale trascendenza sulla materia.
Anche il solo fatto di poter pensare all’esistenza di realtà spirituali e senza materia – indipendentemente dalla loro effettiva esistenza – è possibile perché non siamo solo materia.
L’agire segue l’essere (agere sequitur esse) diceva il vecchio filosofo greco Aristotele.
Non potremmo svolgere attività spirituali come quelle del pensiero, se non fossimo anche spirituali.
4. L’autocoscienza è un segno della spiritualità.
Non è necessario che si abbia l’autocoscienza in atto per avere un’anima spirituale immortale.
È sufficiente averne la capacità.
Questa capacità rimane anche in una persona in coma.
E questa capacità è presente anche in un bambino, sebbene non sia in grado di esprimerla in pienezza.
5. È questa capacità, già presente, che fa sì che la sua anima sia spirituale e pertanto immortale.
Questa capacità in un bambino non è solo potenziale, ma è presente in atto primo, ma non in atto secondo.
Come del resto anche quando dormiamo o siamo sotto anestesia la nostra capacità riflessiva non solo potenziale, ma è presente in atto primo, sebbene non in atto secondo.
6. Dire che sia solo potenziale vuol dire che non c’è ancora.
Come ad esempio: dire che in una classe delle elementari ci siano degli ingegneri in potenza significa dire che di fatto davanti a noi non ce n’è neanche un ingegnere.
Dire invece che una realtà è presente in atto primo significa affermarne l’esistenza ma non ancora l’esercizio.
7. Ecco, è proprio quest’anima spirituale, presente già nello zigote di una persona, a renderla immortale, anche se al momento non è ancora capace di formulare pensiero.
È razionale in atto primo, sebbene non in atto secondo.
E non potrebbe diventare un giorno razionale in atto secondo se al momento non avesse questa intrinseca capacità, che noi definiamo “in atto primo”.
Ti ringrazio del quesito, ti ricorderò intensamente al Signore perché la tua fede cresca e si consolidi sempre più.
Ti benedico.
Padre Angelo