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Quesito

Carissimo padre Angelo.
Oggi le occasioni prossime di peccato, con internet, si sono centuplicate. Talvolta, quando cedo intimamente alla sensualità, come uno stupido mi metto su chat erotiche e immagini lei le conversazioni peccaminose e l’istigazione ad atti disdicevoli che ne vengono fuori! A ciò fa seguito l’atto solitario gravemente peccaminoso.
Quando vado a confessarmi mi accuso in questi termini: "Ho peccato gravemente da solo contro la purezza; invece di fuggire le occasioni sono invece andato a cercarmele".
Mi viene lo scrupolo però di non aver confessato in modo completo i miei peccati: debbo essere più esplicito, o va bene così?
Grazie


Risposta del sacerdote

Carissimo,
1. è troppo poco quello che dici in confessione.
L’espressione “invece di fuggire le occasioni sono invece andato a cercarmele" è troppo generica.
Il sacerdote non sa di che cosa si tratta.
Dal momento che il sacramento della Confessione ha anche un carattere terapeutico o medicinale, quali risorse adatte ai singoli casi può proporre il sacerdote se non conosce le malattie spirituali da cui è colpita una persona?
Se tu andassi dal medico e gli dicessi: ho preso una bronchite ma sono andato a cercarmela, potrebbe pensare che sei andato in un posto dove c’era un gran freddo. È stato un incidente che certamente non vuoi che si ripeta. Ti darà allora il farmaco che in breve ti riporta alla normalità.
Ma se tu dicendo “sono andato a cercarmela” sottintendi  che anche d’inverno vuoi stare con la finestra aperta, allora ti dirà: guarda che se continui così finisci male e le medicine non servono a niente.
Così è per la correttezza delle confessioni.

2. Tanto più che l’occasione alla quale ti riferisci è già di suo un peccato grave.
Spesso succede invece che le occasioni siano in se stesse eventi buoni, ma noi, a motivo delle nostre cattive inclinazioni, le trasformiamo in occasioni prossime di peccato.
Ad esempio: mettere del vino a tavola non è di per sé un’azione cattiva. Anzi, un pò di vino aiuta la digestione.
Ma per qualcuno questo fatto in se stesso buono può diventare un’occasione prossima di peccato.
Questo discorso non vale invece per le “chat erotiche, le conversazioni peccaminose e l’istigazione ad atti disdicevoli” perché si tratta di atti intrinsecamente peccaminosi, che depauperano e depravano una persona e che sono gravemente offensivi del disegno santificante di Dio sulla sessualità umana.
Come vedi, quelle che tu chiami “occasioni cercate” sono in realtà una serie di peccati gravi.

3. Mi parli di “chat erotiche”. E gia questo è un peccato grave, dal momento che Nostro Signore ha detto: “Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore” (Mt 5,28).
Anche “le conversazioni peccaminose” sono un peccato grave. San Paolo è molto chiaro: “Di fornicazione e di ogni specie di impurità o di cupidigia neppure si parli fra voi – come deve essere tra santi – né di volgarità, insulsaggini, trivialità, che sono cose sconvenienti. Piuttosto rendete grazie! Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore, o impuro, o avaro – cioè nessun idolatra – ha in eredità il regno di Cristo e di Dio. Nessuno vi inganni con parole vuote: per queste cose infatti l’ira di Dio viene sopra coloro che gli disobbediscono” (Ef 5,3-6).
Vi è infine “l’istigazione ad atti disdicevoli” e cioè a peccati gravi. E questo è scandalo. Gesù ha detto: “Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!”  (Mt 18,7).
Come vedi, tutti questi peccati nelle tue confessioni li taci. E il sacerdote passa oltre perché non è minimamente a conoscenza dello stato grave in cui volontariamente ti metti.
Diversamente ti ripeterebbe le parole che Nostro Signore ha detto per chi pecca anche solo col guardare: “Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna” (Mt 5,29) oppure quelle per chi istiga altri al peccato.

4. Dalla tua confessione sembra che tu abbia compiuto un solo peccato grave: gli atti impuri su te stesso.
E questo non è vero.
Allora capisci bene che non si è trattato di una vera e sincera confessione.
Sarebbe stato più semplice che tu, senza giri di parole, avessi detto al sacerdote le scarne parole che hai scritto a me: “mi sono messo su chat erotiche, ho fatto conversazioni peccaminose e ho istigato altri a compiere peccati gravi”. Ci avresti messo 7- 8 secondi.
E avresti poi aggiunto: di conseguenza ho anche compiuto atti impuri su me stesso.

5. Il mio consiglio allora è questo: la prossima volta che ti confesserai, e mi auguro  presto, dirai che nelle precedenti confessioni per vergogna non hai detto che hai fatto “chat erotiche, conversazioni peccaminose e hai istigato altri a compiere atti impuri”. E che questo si è ripetuto più volte e che l’hai velato con giri di parole.

6. Ti ringrazio per avermi dato l’occasione di precisare tutte queste cose perché la tua confessione e quella di tanti altri visitatori sia vera, sincera, porti frutto e serenità.
Diversamente ci si illude di essersi confessati e non si rimane sereni, come non lo sei rimasto tu.

Ti auguro una proficua conclusione della Quaresima, ti ricordo volentieri al Signore  e ti benedico.
Padre Angelo