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Quesito

Caro P. Angelo,
innanzitutto la ringrazio di cuore per il suo sito meraviglioso, Dio la benedica. Non vorrei farle perdere tempo e annoiarla, quindi le espongo subito il mio problema:
Ho 23 anni, ma da quando ne avevo circa 15 sono entrato a conoscenza del mondo del porno e da allora non me ne sono più liberato.
Purtroppo, la visione di quei dannati film è stata presto accompagnata dalla masturbazione. Da quando ho preso consapevolezza del mio peccato ho cercato sempre di combattere, confessandomi subito dopo aver peccato, ma spesso mi sembrava di abusare della misericordia di Dio. Ho sempre avuto il proposito di non cadere più in tentazione ma non ce l’ho mai fatta! Padre, io sento di commettere qualcosa di profondamente grave, ma allo stesso tempo non voglio separarmi da Dio. A volte basta un pensiero innocuo, che poi si trasforma in immagine, la quale viene subito scacciata. Ma qualche tempo dopo si ripresenta, e nelle più svariate occasioni: ho finito di lavorare? Quelle immagini sembra mi dicano: meriti un po’ di sollievo! 
Ho appena finito di leggere un testo di filosofia cristiana e mi sento più progredito nelle verità celesti? Anche lì quelle immagini mi dicono: Devi festeggiare perché possiedi la verità! Sono triste? Bene, un po’ di piacere sensuale ti rimetterà subito in sesto!
E a volte sento quest’altro sussurro: masturbati, tanto poi andrai a confessarti! E una volta confessato sento di avere la vittoria in tasca, non vigilo come dovrei, ed ecco che cado di nuovo. Insomma, vengo tentato in ogni occasione. In più, ho notato che quasi sempre le tentazioni si fanno più forti man mano che si avvicina la domenica, e questo mi addolora ancora di più.
So che dovrei pregare di più, ma basta un po’ di serenità, spensieratezza, benessere… basta un momento in cui mi sento bene che subito dimentico la mia miseria e il mio bisogno di pregare e chiedere aiuto. Ed ecco che cado ancora. Forse dovrei chiedere a Dio un costante dolore, in modo che mi ricordi sempre ce ho bisogno di Lui? 
Non so più che fare Padre, nessuno, tranne lei e un altro paio di sacerdoti, sa di questo mio peccato che mi opprime. All’esterno tutti pensano che io sia un "santarellino", anche perché non ho nessun vizio o cattiveria. Ma dentro di me, nella mia solitudine, Dio vede tutto, tutte le mie cadute. Mi vergogno di raccontare agli altri questa cosa, ed è difficilissimo per me trovare un direttore spirituale qui. Per questo le chiedo, se per lei non è un peso, di pregare particolarmente per me, o di affidarmi alle preghiere di qualche sant’uomo che conosce, perché la preghiera del giusto verrà esaudita. Mi chiamo …. La ringrazio in anticipo e che Dio la benedica per tutto.


Risposta del sacerdote

Carissimo,
solo oggi ho potuto leggere la tua mail e me ne dispiace.
Avrei desiderato dirti qualche cosa prima di Natale, e invece mi trovo a farlo prima di Pasqua!

1. Considerando le varie tentazioni cui sei esposto, tanto nelle afflizioni quanto nelle soddisfazioni che provi, devo proprio dire che il tuo avversario come un leone affamato ti gira attorno cercando di divorarti, come ricorda San Pietro (1 Pt 5, 8-9). E vi riesce, potrei dire, in maniera puntuale, sempre con un pretesto nuovo.
San Pietro stesso però ci ricorda che cosa dobbiamo fare. Ecco il testo per intero: “Siate sobri, vegliate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede”.

2. Il Signore pertanto, per mezzo di san Pietro ci dà tre indicazioni:
la prima consiste nell’essere sobri, (la traduzione precederete diceva: temperanti”.
La seconda consiste nel vigilare.
La terza nel resistere saldi nella fede.

3. Vediamole una per una.
Parto però dall’ultima: “Resistetegli saldi nella fede”.
Non si tratta di quella fede per cui diciamo: “credo nell’esistenza di Dio” perché questa fede, se si ferma a questo, è simile a quella dei demoni e non è sufficiente a salvarci. Anche i demoni infatti “credono e tremano” (Gc 2.19).
Si tratta invece di una fede viva come quella di cui parla San Paolo quando dice: “Afferrate sempre lo scudo della fede, con il quale potrete spegnere tutte le frecce infuocate del Maligno” (Ef 6,16).
È la fede per la quale si vive in comunione con Dio e si è riempiti della sua presenza e della sua parola.
Quando ci si sente riempiti della sua presenza e della sua parola ai avverte che si sta possedendo il tesoro più grande di questo mondo, che porta nel nostro cuore un senso di pienezza e di dolcezza pressoché continui.
Quando si è presi da questo clima interiore le concupiscenze perdono molta capacità di seduzione. Le sentiamo subito per quello che sono: come le nemiche del nostro tesoro.
Allora procura di essere tra quelli che “hanno gustato il dono celeste, sono diventati partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro” (Eb 6,5-6).
Concretamente cerca ogni giorno di gustare il dono celeste attraverso l’incontro più alto e più efficace che puoi compiere: l’Eucaristia quotidiana.
Considera l’appuntamento con Gesù come il momento in assoluto più importante della tua giornata.
Cerca anche di essere tra quelli che “sono diventati partecipi dello Spirito Santo”: lo si diventa in molte maniere. Ad esempio leggendo la Parola di Dio o qualche autore spirituale. Queste letture ci riempiono di Spirito Santo, spengono anch’esse la seduzione della concupiscenza.
E così senza accorgersene si è tra coloro che “hanno gustato la buona parola di Dio e i prodigi del mondo futuro”.
Ecco dunque la prima grande risorsa: il nutrimento spirituale.
Questo nutrimento costituisce la tua armatura e il tuo scudo.
Se interiormente sei pieno, non puoi stare saldo e inevitabilmente cadi.
Allora possiamo capire come mai San Paolo parli di scudo della fede.
Con tale scudo faceva allusione allo scudo oblungo e largo che copriva tutta la persona, difendendola dalle frecce che poteva arrivare da ogni parte, e non soltanto al clipeo, di forma circolare che serviva a difendere il petto e la faccia.

4. La seconda risorsa consiste nell’essere sobri o temperanti.
Questa risorsa è indicata anche da San Paolo quando scrive ai Corinzi: "Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo! Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile” (1 Cor 9,24-25).
Tenendo sempre davanti a te l’obiettivo principale della tua vita (la santificazione e la custodia di quello che possiedi conservandoti in grazia) dovrai sentirti come un atleta che continuamente si sottopone ad autodisciplina e fa ginnastica per conservarsi adatto alla gara.
Se uno non si comanda in nulla e si concede sempre tutto non potrà avere alcuna forza per resistere alle tentazioni che si affacciano sempre col loro potere di seduzione.
Devi dunque autodisciplinarti.
Questo autodisciplina diventa facile se la compi per amore del Signore o della Madonna. Perché basta dire: “voglio fare qualcosa per il Signore” oppure “voglio fare qualcosa per la Madonna” che si sente la volontà di andare avanti.
Niente infatti quanto l’amore comunica alle nostre azioni.
Deciditi dunque ad amare il Signore e la Madonna con i fatti, e cioè facendo qualcosa per loro.
Se non vivi di amore, non avrai mai alcuna forza. Soccomberai ad ogni tentazioni.
Di occasioni per auto dominarti in tutto ne hai all’infinità nell’arco di una giornata.
Le hai nei pensieri, nelle parole, nelle curiosità, nei sentimenti del cuore, nelle attrazioni dei sensi…
Se vuoi guarire devi cercare di essere temperante in tutto
Tra l’altro la mortificazione è sempre stata indicata come la medicina dell’anima.
Come chi è malato deve far uso di medicine, così chi è malato nell’anima deve prendere le mortificazioni o fioretti come le sue medicine.

5. La terza cosa da fare è la vigilanza, che si esprime in particolare nella preghiera: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazioni” (Mt 26,41).
È necessaria una certa quantità di preghiera, come può essere ad esempio la recita quotidiana del Santo Rosario.
Anche al tuo caso si possono e si devono applicare la parole del Signore: “Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»” (Lc 21,36).
Tutto ciò che deve accadere sta ad indicare la distruzione della tua anima e la vanificazione delle opere buone da te compiute.
Tutto viene azzerato con la pornografia (“Il mio occhio ha depredato la mia anima”; Lam 3,51 Volg.).
E così ti trovi sempre da capo.

Impegnati in questa parte finale della quaresima secondo le tre indicazioni che ti ho dato.
Molto volentieri ti ricorderò nelle mie preghiere e ti affiderò anche alle preghiere di altri perché la grazia del Signore compia in te quello che deve compiere.
Intanto ti benedico.
Padre Angelo