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Quesito
Buongiorno padre Bellon,
volevo porle una breve domanda: noi cattolici crediamo che il merito esista, e d’altronde lo stesso Gesù ci ha consigliato di “accumulare tesori in cielo”, lasciando intendere che ognuno di noi ha la possibilità e la libertà di aderire o meno a questo invito, e nella misura in cui sceglie di farlo, ma in una sua risposta io ho letto che “la corrispondenza alla grazia é una grazia” (ho citato a memoria) allora la mia domanda é: se questo é vero in che cosa consiste il merito?
La ringrazio molto e la saluto,
Stefano
Risposta del sacerdote
Caro Stefano,
1. è vero quanto hai riportato: “anche la corrispondenza alla grazia è una grazia”.
Tutto è grazia, a cominciare dal passare dalla potenza all’atto in ogni nostra azione.
Ancor più tutto è grazia per poter compiere opere che hanno un merito eterno e soprannaturale perché compiute da persone innestate in Cristo come tralci alla vite.
2. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “nei confronti di Dio, in senso strettamente giuridico, non c’è merito da parte dell’uomo. Tra lui e noi la disuguaglianza è smisurata, poiché noi abbiamo ricevuto tutto da lui, nostro Creatore” (CCC 2007).
Dio ci precede in tutto e ci dà la capacità di agire. Non solo, ma ci sostiene nel nostro agire, lo porta a compimento e sostiene con la sua potenza quanto abbiamo fatto cooperando con lui.
Per questo Nostro Signore ha detto: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»” (Lc 17,10).
3. Perché allora ci vuole premiare se tutto è dono suo?
Perché ci chiama a cooperare con la sua azione non semplicemente in maniera passiva e istintuale, come avviene per tutte le realtà che ci sono inferiori, ma in maniera attiva attraverso l’esercizio del libero arbitrio.
Ha voluto che tutto ciò che è suo, proprio perché ricevuto da un essere libero, diventasse nostro, perché compiuto da noi, sebbene in totale dipendenza da lui.
Sant’Agostino dice che “ha voluto rendersi nostro debitore, non perché possa ricevere qualcosa da noi, ma perché gli è piaciuto prometterlo” (Sermone 158, 2, 2).
E ancora: “Quando Dio premia i nostri meriti non fa altro che premiare i suoi benefici. Come infatti con l’aderire alla fede abbiamo ottenuto la grazia di Dio non perché fossimo credenti, ma affinché lo diventassimo, così alla fine, cioè nella vita eterna, Dio ci darà il premio per somma sua misericordia, come dice la Scrittura nel Salmo 102,4” (Lettera 194, 5,19).
In altre parole, possiamo meritare perché ci ha resi meritevoli, volendo portare a perfezionamento il cosmo e la collettività con il nostro libero concorso.
Poteva farlo senza di noi, ma ha voluto farlo con noi dando a noi la possibilità di agire o non agire, di scegliere questo o quello.
4. San Tommaso, in termini stringati ma penetranti, afferma che “per raggiungere la vita eterna la prima causa è la misericordia di Dio, mentre il nostro merito è una causa subordinata”(Somma teologica, I-II, 114, 3, ad 2).
5. Questi concetti li leggiamo anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica: “Dio ha liberamente disposto di associare l’uomo all’opera della sua grazia” (CCC 2008).
“L’azione paterna di Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell’uomo viene dopo nella sua collaborazione, così che i meriti delle opere buone devono essere attribuiti innanzitutto alla grazia di Dio, poi al fedele” (Ib.).
Per questo “i santi hanno sempre avuto una viva consapevolezza che i loro meriti erano pura grazia” (CCC 2011).
6. Inoltre con la nostra cooperazione, che è tutta dono suo, Dio vuole premiare coloro che hanno corrisposto alla grazia e pertanto gli hanno permesso di donare tantissimo alla collettività, a differenza di coloro che non hanno corrisposto e hanno impedito ad altri di ricevere i beni che Dio aveva loro destinato con la cooperazione altrui.
7. Per questo il Catechismo della Chiesa Cattolica trova una convenienza per il diritto ad un premio (il merito è proprio questo: il diritto al premio) anche per il bene che una comunità ha ricevuto da Dio attraverso la limpida cooperazione dei suoi membri: “Il termine merito indica, in generale, la retribuzione dovuta da una comunità o da una società per l’azione di uno dei suoi membri riconosciuta come buona o cattiva, meritevole di ricompensa o di punizione” (CCC 2006).
Ti ringrazio per la pazienza che hai avuto nell’attendere la risposta.
Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo