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Quesito
Caro padre Angelo,
ammiro moltissimo la sua capacità di illuminare migliaia di persone con le sue consulenze virtuali. Inoltre ammiro l’Ordine a cui appartiene, che tanto ha fatto per la cristianità e per la salvezza delle anime. Mi rivolgo, quindi, a lei nella speranza che mi possa aiutare.
Io sono uno studente universitario di 21 anni, la mia famiglia è cattolica praticante ed io stesso lo sono. Nei miei doveri di studente non sono mai stato uno stacanovista, ma quando occorreva impegno non mi tiravo indietro; ho dei buoni amici e la gioia di vivere non mi è mai mancata.
Purtroppo da vari mesi questa gioia di vivere è scomparsa, ho iniziato a pensare al mio futuro con un pessimismo incredibile che ha intaccato e distrutto la mia voglia di studiare, ho iniziato a perdere tempo futilmente, mi sono quindi domandato se non avessi sbagliato tutto nelle mie scelte passate, ho perso totalmente la mia autostima e ho anche iniziato a farmi problemi sul mio aspetto fisico (cosa mai successa nella mia vita).
In pratica mi sono accorto di non avere più un obiettivo nella vita, di non riuscire a darle un senso vero, quindi tutto mi pare futile perché non è finalizzato a qualcosa; ovviamente il cercare di distrarmi con il divertimento con gli amici non è servito a nulla, ed inoltre in questa situazione il resistere alle tentazioni è divenuto ancor più arduo. Ho pensato che la cosa migliore fosse cambiare almeno parzialmente la mia vita, trovarmi un lavoro, una fidanzata…
Credevo fosse una situazione passeggera, ma ormai dura da alcuni mesi e poi quasi per caso ho scoperto che questi miei “sintomi” possono essere indicativi di uno dei vizi capitali, l’accidia, che erroneamente pensavo fosse solo un sinonimo di pigrizia.
Quali consigli mi dà per uscirne? Ed inoltre per quanto riguarda questa situazione cosa devo confessare durante il sacramento della riconciliazione, solo la perdita di tempo o che altro?
Grazie.
Francesco
Risposta del sacerdote
Caro Francesco,
1. ti ringrazio anzitutto per le cose belle che hai detto per me e per l’Ordine cui appartengo.
Sono cosciente che il lavoro che faccio curando questa rubrica è prezioso per molti, anche se, ovviamente, vi dedico solo i ritagli di tempo.
E sono consapevole che questo mio lavoro rientra perfettamente nel servizio che l’Ordine domenicano fin dall’inizio ha reso a Gesù Cristo e all’umanità con la predicazione e l’insegnamento.
2. Da quanto mi dici di te stesso, colgo l’aspetto più bello della tua vita: la frequentazione del sacramento della riconciliazione.
Confessarsi spesso è una grande grazia, un grande dono.
E io partirei proprio di qui, perché l’incontro che fai col Signore nella confessione sia certo un incontro purificatore, ma anche un incontro in cui il Signore ti dona la potenza della sua risurrezione perché tu possa cambiare e migliorare la tua vita.
Ti raccomando in modo particolare la preparazione alla confessione. Falla davanti al crocifisso.
Pensa che le piaghe che scarnificano quel corpo le producono attualmente i tuoi peccati (perché la passione di Cristo continua sino alla fine del mondo nel suo corpo mistico, la Chiesa, e i nostri peccati la indeboliscono e la umiliano).
Davanti a Cristo crocifisso ti devi pentire del tempo perso, dei pensieri e delle preoccupazioni inutili.
E davanti a Lui devi fare i tuoi proponimenti.
Tutto questo poi lo vai a presentare al sacerdote, perché insieme con l’assoluzione ti dia anche la grazia che ti aiuta a migliorare la tua vita.
3. La molla per cambiare non la trovi dunque solo nella tua buona volontà, ma principalmente nell’impegno ad amare Gesù Cristo e a fare qualche cosa di utile per Lui (il suo corpo mistico).
Devi pertanto impratichirti nell’amare il Signore e nel fare tutto per amor Suo, anche quando non ne hai voglia.
L’amore per Lui è l’obiettivo che dà forza in tutte le situazioni.
Forse, caro Francesco, il Signore lo ami poco.
Amarlo non significa semplicemente avere qualche svolazzo nel cuore, ma fare il nostro dovere, anche quando ci costa, per amor suo!
Se cominci a fare così, la tua vita cristiana prenderà il volo. Perché ti accorgerai che il Signore corrisponderà subito al tuo amore per Lui senza mai lasciarsi vincere in generosità.
4. Tu accenni all’accidia, che finora hai considerato solo come pigrizia.
Secondo gli spirituali l’accidia è una particolare pigrizia: è la pigrizia nell’amare Dio, la pigrizia nelle cose spirituali.
E infatti vi possono essere persone attivissime, ma che sono colpite dall’accidia, perché nella vita spirituale sono del tutto anemiche.
Hai dunque ben centrato il tuo vulnus.
Ti ringrazio ancora della fiducia.
Ti prometto un ricordo nella Messa perché il Signore ti dia forza e intanto ti benedico.
Padre Angelo