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Quesito

gentile Padre Angelo,
da quando sono venuto a Bologna e poi ho letto due testi di San Luigi Maria Grignion De Monfort, terziario domenicano e padre della congregazione monfortana, sono diventato un grande devoto della Santissima Vergine, e recito ogni giorno il Santo Rosario. Quei due testi, Il Trattato della vera devozione a Maria e Il segreto meraviglioso del Santo Rosario mi hanno messo in contatto con una Madre, Mediatrice e Amica che prima ignoravo.
Volevo chiederle un chiarimento su alcuni versetti che spesso vengono presi dalle sette come un punto per screditare la Santa Vergine e la religione cattolica. I versetti sono questi: Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo la folla e disse: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” Ma Egli disse: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” ( San Luca cap. 11, vv. 27-28).
Un altro versetto preso dal miracolo delle nozze di Cana: “Che ho a che fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora!” (San Giovanni, cap. 2, v. 4). Le chiedo gentilmente un consiglio su come rispondere quando mi vengono presentati questi versetti in modo da difendere il nome e l’onore della Santa Madre di Dio.
M.


Risposta del sacerdote

Carissimo M.,
1. sono contento della grande grazia che il Signore ti ha fatto dandoti la possibilità di leggere i due bei testi di S. Luigi Grignion de Montfort: Il Trattato della vera devozione a Maria e Il segreto meraviglioso del Santo Rosario.
Sono testi nei quali trabocca tutta la pietà del grande Santo e che contagiano santamente chi li legge.

2. I due versetti che tu mi hai proposto non mettono in discredito la figura di Maria se non in coloro che hanno preconcetti e leggono il testo solo in senso materiale, senza fare alcuno sforzo per comprendere se il Signore voglia dire qualcosa d’altro.

3. Ebbene, circa il primo testo va detto che Gesù non nega che Maria sia beata per avergli data la vita. Ma fa osservare che maggiormente beati sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. Metterla in pratica è come darlo alla luce.
Maria è senza dubbio beata per aver dato la vita a Gesù, ma è più beata ancora per avere fedelmente ascoltato e messo in pratica la parola di Dio.
Nessuno di noi può imitare Maria nel dare carne a Gesù.
Ma tutti possiamo e dobbiamo imitarla nel generarlo nella nostra vita ascoltando e mettendo in pratica il Vangelo.
Del resto è proprio l’evangelista san Luca che sottolinea per ben due volte che “Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19); “Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore” (Lc 2,51).
Ed è ancora San Luca che ricorda le altre parole di Gesù: “Mia madre e miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica” (Lc 8,21).

4. Circa il secondo versetto ti porto l’interpretazione di Giovanni Paolo II nella catechesi del 27 febbraio 1997:
“La risposta di Gesù alle parole di Maria: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora» (Gv 2,4), esprime un apparente rifiuto, quasi mettendo alla prova la fede della Madre.
Secondo un’interpretazione, Gesù dal momento in cui inizia la sua missione, sembra porre in discussione il naturale rapporto di figlio, chiamato in causa dalla madre. La frase, nella lingua parlata dell’ambiente, intende, infatti, sottolineare una distanza fra le persone, con l’esclusione della comunione di vita. Questa lontananza non elimina rispetto e stima; il termine «donna», con cui Egli si rivolge alla madre, è usato in un’accezione che ritornerà nei dialoghi con la Cananea (cfr Mt 15,28), con la Samaritana (cfr Gv 4,21), con l’adultera (cfr Gv 8,10) e con Maria Maddalena (cfr Gv 20,13), in contesti che manifestano un rapporto positivo di Gesù con le sue interlocutrici.
Con l’espressione: «Che ho da fare con te, o donna?», Gesù intende porre la cooperazione di Maria sul piano della salvezza che, impegnando la sua fede e la sua speranza, chiede il superamento del suo ruolo naturale di madre.

Di maggiore rilievo appare la motivazione formulata da Gesù: «Non è ancora giunta la mia ora» (Gv 2,4).
Alcuni studiosi del testo sacro, seguendo l’interpretazione di sant’Agostino identificano tale «ora» con l’evento della Passione. Per altri, invece, essa si riferisce al primo miracolo in cui si sarebbe rivelato il potere messianico del profeta di Nazaret.
Altri ancora ritengono che la frase sia interrogativa e prolunghi la domanda precedente: «Che ho da fare con te, dona. Non è ancora giunta l’ora mia? ». Gesù fa intendere a Maria che ormai egli non è più dipendente da lei, ma deve prendere l’iniziativa per fare l’opera del Padre. Maria, allora, si astiene docilmente dall’insistere presso di lui e si rivolge invece ai servi per invitarli a essergli obbedienti.
In ogni caso la sua fiducia nel Figlio viene premiata. Gesù, al quale Ella ha lasciato totalmente l’iniziativa, opera il miracolo, riconoscendo il coraggio e la docilità della Madre: «Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le giare”; e le riempirono tino all’orlo» (Gv 2,7). Anche la loro obbedienza, pertanto, contribuisce a procurare vino in abbondanza.
La richiesta di Maria: «Fate quello che vi dirà», conserva un suo valore sempre attuale per i cristiani di ogni epoca, ed è destinata a rinnovare il suo effetto meraviglioso nella vita d’ognuno. Essa esorta ad una fiducia senza esitazione, soprattutto quando non si comprendono il senso e l’utilità dì quanto il Cristo domanda.
Come nel racconto della Cananea (Mt 15,24-26), l’apparente rifiuto di Gesù esalta la fede della donna, così le parole del Figlio: «Non è ancora giunta la mia ora», insieme al compimento del primo miracolo, manifestano la grandezza della fede della Madre e la forza della sua preghiera.
L’episodio delle nozze di Cana ci esorta ad essere coraggiosi nella fede e a sperimentare nella nostra esistenza la verità della parola evangelica: «Chiedete e vi sarà dato» (Mt 7,7; Lc11,9)”.

5. Non hai bisogno che ti esorti a continuare a recitare ogni giorno il Santo Rosario e che tu continui a sperimentare in Maria una Madre, una Mediatrice e un’Amica che prima ignoravi.
Il mio desiderio è che tutti ne facciano l’esperienza.
Ti ringrazio della testimonianza, ti prometto un ricordo particolare nella recita del Santo Rosario e ti benedico. Padre Angelo