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Quesito

Buonasera Padre, sono F. e ho 19 anni.
Mi piacerebbe molto condividere con lei la mia esperienza siccome non ho nessun prete con cui parlarne al momento.  
Ho iniziato recentemente a frequentare la Messa tutte le domeniche, anche quando non sono in Grazia (ovviamente in quel caso non prendo l’Eucarestia).
1)  Purtroppo ho avuto un breve periodo di depressione, in questa situazione spiacevole ho avuto pensieri di ogni tipo (prevalentemente negativi), violenti soprattutto, anche rivolti alle persone che amavo e che amo tutt’ora con amore smisurato.
Per uscire da questa situazione ho iniziato a pregare il Santo Rosario, in realtà non ci avevo mai pensato ma diverse volte in TV ho sentito parlare della Madonna di Fatima e quindi mi è saltato fuori questo desiderio di provare questa preghiera, ha funzionato.
Sono uscito dalla depressione (in quel periodo ero un bestemmiatore, dedito alla pornografia e atti impuri) e ogni volta che ci ripenso mi sento veramente male anche dopo qualche giorno dalla confessione.
2)   Ora ho perso finalmente il vizio della bestemmia, sto migliorando il mio linguaggio e sto combattendo contro la pornografia (quest’ultima più complicata da sradicare ma non mi arrendo), cerco di confessarmi ogni settimana ma purtroppo il confessionale è chiuso in certi giorni e questo mi turba, tant’è che prego Gesù affinché lo riapra.
Guardo diversi film sui santi, Padre pio in particolare e San Filippo Neri.
Ho iniziato anche a leggere diversi libri, ad esempio le Confessioni di Sant’Agostino e specialmente la Bibbia.
Non so come mai tutto questo interesse sia arrivato proprio ora, strano perché non mi sono mai interessato al cristianesimo, bene o male mi sono sempre piaciuti i film sui santi, ma nulla di così profondo.
3) Da quando ho iniziato a pregare il Santo Rosario, sento bestemmie di vario tipo nella mia mente, in alcuni periodi meno accentuate ma comunque costanti, non si fermano.
Anche quando mi sveglio di notte mi capita.
4) Però non riesco ancora a sentirmi profondamente legato con Gesù e Maria, lo desidero e qualche volta lo chiedo nel Rosario sperando di essere ascoltato.
Su quest’ultimo problema ha qualche consiglio da darmi?
La ringrazio per la pazienza.

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Risposta del sacerdote

Carissimo, 
1. ti rispondo in data 28 agosto, festa di Sant’Agostino.
Anche tu puoi dire per la tua parte e per quanto riguarda la tua conversione ciò che ha detto questo grande Santo: “Hai alitato su di me il tuo profumo ed io l’ho respirato, e ora anelo a te.
Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace” (Confessioni, 10, 27).

2. C’è qualcosa di incredibile in ogni conversione: la persona toccata da Dio cambia vita. Cambia vita perché sente cambiare il gusto.
Narrando la propria conversione, Sant’Agostino parla del grande combattimento interiore. Da una parte desiderava saltare il fosso e liberarsi da ogni sozzura. Dall’altra sentiva che tutte le concupiscenze in coro gli ripetevano: “Non ce la farai. Non potrai vivere senza di noi”.
Dopo l’intervento di Dio Agostino si sentì libero e scrisse: “Con quanta mia consolazione mi fu tolto a un tratto il senso dei vani piaceri!
Che soavità subito provai nell’esser privo di quelle vane dolcezze che prima avevo paura di perdere e ora mi era gioia lasciare!
Eri Tu che le allontanavi da me, Tu vera e somma dolcezza; le allontanavi e in vece loro entravi Tu più dolce di ogni voluttà non per la carne e il sangue, Tu più luminoso d’ogni luce, ma più interiore d’ogni segreto, Tu più sublime d’ogni grandezza, non per quelli, però, che sono sublimi in se stessi.
Già il mio animo era libero dalle dolorose preoccupazioni dell’ambizione, del guadagno e dalla scabbia delle passioni, inquiete e pruriginose. Balbettavo le prime parole a Te, mia luce e ricchezza, mia salvezza, Signore Dio mio”(Ib., IX, 1).

3. Ecco il motivo per cui senti desiderio di leggere qualcosa che riempie la tua vita, ti purifica e ti corrobora.
Alcune forme di depressione, più che con i psicofarmaci, si vincono così.
Proprio in riferimento a questa insidiosa malattia Giovanni Paolo II ha detto: “Nel percorso spirituale, la lettura e la meditazione dei Salmi, in cui l’autore sacro esprime in preghiera le sue gioie e le sue angosce, può essere di grande aiuto.
La recita del Rosario permette di trovare in Maria una Madre amorosa che insegna a vivere in Cristo. 
La partecipazione all’Eucaristia è sorgente di pace interiore, sia per l’efficacia della Parola e del Pane di vita che per l’inserimento nella comunità ecclesiale.
Ben sapendo quanta fatica costi per la persona depressa ciò che agli altri appare semplice e spontaneo, bisogna aiutarla con pazienza e delicatezza, ricordandosi del monito di santa Teresa di Gesù Bambino: “I piccoli fanno piccoli passi” (14 novembre 2003).

4. Perciò anche tu puoi dire con Sant’Agostino: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai finalmente guarito la mia cecità” (Ib., 10,27).

5. Per rompere del tutto e definitivamente i lacci che ti tengono ancora legato alla concupiscenza della carne tieni presente quanto in proposito dice Sant’Agostino: “Per guarire da quel male non pensavo alla medicina della tua misericordia perché non avevo ancora provato e credevo che la castità fosse virtù delle proprie forze, di cui non ero conscio.
Ero così stolto da non sapere che sta scritto: nessuno può essere continente, se Tu non lo concedi (cfr. Sap 8,21).
E tu me lo avresti concesso se con intimo gemito avessi bussato ai tuoi orecchi e con salda fede avessi gettato in te i miei affanni (cfr. Sal 54,22)” (Ib., 6,11).
Pertanto, senza lasciare l’impegno di vigilanza da parte tua, domanda insistentemente questo dono a Dio attraverso la mediazione di Maria Santissima.
Potrai dire finalmente anche tu con Sant’Agostino: “Con quanta mia consolazione mi fu tolto a un tratto il senso dei vani piaceri!” (Ib., IX, 1).

6. Non meravigliarti dei pensieri blasfemi che ti assalgono anche durante la preghiera.
Colui che con la conversione tu hai lasciato, non vuole lasciare te e cerca in tutti modi di tormentarti e di disturbarti. È invidioso della tua pace.
Molti subiscono questa prova, che peraltro non costituisce peccato perché non c’è volontarietà.
Dio la permette perché tu combatta e ti radichi ulteriormente in lui.

7. Scrivi infine che non ti senti profondamente legato a Gesù e a Maria come vorresti.
A questo proposito ricordati di quanto ha detto Gesù: “Nessuno viene a me se il padre non lo attira” (Gv 6,44).
Si tratta di un’attrazione di ordine soprannaturale. In nessun modo può essere il frutto della tua buona volontà.
Pertanto devi fare una cosa: chiederla e dire insieme alla sposa del Cantico dei cantici: “Attirami dietro a te” (Ct 1,4).
Ripeti incessantemente a Gesù “Attirami dietro a te” nella consapevolezza che puoi domandare solo perché lui ti sta già traendo a sé. “È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore” (Fil 2,13).
Recita il Santo Rosario proprio per questa specifica intenzione: che il Signore ti attiri ulteriormente verso di Sé perché tu possa formare con lui un solo spirito.
Non c’è niente di più bello di questo. È come un paradiso anticipato!

Con l’augurio che questo si realizzi ben presto, ti benedico e volentieri ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo