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Quesito
Caro Padre Angelo,
Nella orazione finale della Liturgia delle ore della prima settimana al giovedì, chiediamo a Dio che ci guidi a seguire Gesù.
Mi sembrerebbe profondamente sbagliato. Dovremmo chiedere a Gesù di guidarci al Padre, non il contrario.
Si può pregare direttamente Dio non come guida ma come destinatario di ogni preghiera.
Grazie.
Pasquale
Risposta del sacerdote
Caro Pasquale,
- quella preghiera invece è perfettamente esatta.
Gesù infatti ha detto: “Nessuno viene a me se il Padre non lo attira” (Gv 6,44).
Nessun uomo con le proprie risorse naturali può giungere a realtà soprannaturali a motivo della disparità infinita tra l’ordine della natura e quello soprannaturale della grazia.
Ora possiamo aderire a Gesù Cristo amato come nostro Dio e nostro creatore solo perché il Padre muove il nostro cuore e la nostra intelligenza ad aderire alla sua persona e al suo insegnamento.
Con le sole risorse della nostra ragione possiamo rimanere stupiti di Gesù Cristo e dire che in lui si mostra una potenza divina quale non si è mostrata in nessuno dei più grandi santi.
Ma concludere che è nostro Dio e nostro creatore è solo perché il Padre ci dà una forza e un lume per aderire a questa realtà di ordine soprannaturale.
2. Dice ancora Gesù: “Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me” (Gv 6,45).
Pertanto, per aderire a Cristo è necessario che il Padre prenda l’iniziativa, parli e si faccia ascoltare.
Per questo San Paolo dice: “Dio illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi” (Ef 1,18).
3. Una volta innestati in Cristo, allora da Cristo veniamo condotti al Padre perché solo Cristo è “via, verità e vita” (Gv 14,6).
Gesù infatti ha dichiarato: “Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me” (Ib.).
Nessuno può conoscere il Padre se Cristo non lo rivela: “Nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo” (Mt 11,27).
4. Ed ecco il commento di San Tommaso: “Siccome le cose di Dio nessuno può conoscerle se non con lo spirito di Dio (1 Cor 2,11), nessuno può raggiungere la conoscenza del Padre se non mediante la sua Parola, il suo Verbo, che è il Figlio.
E come l’uomo che vuole rivelare se stesso mediante la parola la riveste in qualche modo con lo scritto o con la voce, così Dio, volendosi manifestare agli uomini rivestì di carne, nel tempo, il suo Verbo concepito nell’eternità.
Cosicché nessuno può raggiungere la conoscenza del Padre se non mediante il Figlio. Di qui le parole di Gesù: “Io sono la porta. Se uno entra attraverso di me sarò salvato” (Gv 10,9).
5. Va ricordato che secondo il linguaggio di San Giovanni conoscere il Padre non significa semplicemente sapere qualcosa di lui, ma soprattutto amarlo, essere a lui uniti e possederlo.
6. Sicché, come si vede il movimento, è circolare: è il Padre che con le sue mozioni ci conduce a Cristo.
Cristo poi ci porta al Padre, anzi “nel seno del Padre” (Gv 1,18), nel suo cuore.
In questo la tua riflessione è esatta.
Con l’augurio che tu sia perfettamente inserito in questo movimento circolare e divino, ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo