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Quesito
Caro Padre Angelo,
sono Angelo, un ragazzo di fede cattolica.
La mia domanda riguarda Apocalisse 6,10. È un versetto che parla di intercessione da parte dei santi in cielo?
Praticamente gli evangelici mi dicono sempre che nella bibbia non ci sono versetti per quanto riguarda l’intercessione dei santi in cielo per noi in terra.
Grazie della risposta.
Saluti
Risposta del sacerdote
Caro Angelo,
1. come prima cosa, anche a vantaggio dei nostri visitatori, è necessario presentare il testo: “Quando l’Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano reso. E gridarono a gran voce: «Fino a quando, Sovrano, tu che sei santo e veritiero, non farai giustizia e non vendicherai il nostro sangue contro gli abitanti della terra?»” (Ap 6,9-10).
2. Evidentemente le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio sono le anime dei martiri.
Ed è giusta la tua osservazione: il loro gridare a gran voce è una supplica, è un’intercessione.
3. Quel gridare a gran voce rimanda a quanto si legge nella Genesi quando fu versato il sangue del primo uomo, Abele. È un grido particolarmente potente perché Dio dice a Caino: “La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!” (Gn 4,10).
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ne parla come di peccati che gridano verso il cielo e implorano l’intervento di Dio.
Precedentemente veniva detto che si trattava di peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, vale a dire che chiedono a Dio di fare giustizia.
4. La Bibbia di Gerusalemme commenta così il passo dell’Apocalisse che hai riportato: “In questa liturgia celeste l’altare corrisponde all’altare degli olocausti. I martiri, testimoni della Parola, sono associati all’immolazione del loro Signore”.
È vero che il loro sangue viene associato all’immolazione del sangue del signore perché San Paolo in Filippesi 2,17 scrive: “Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi”.
5. Ora noi ci accostiamo al sangue di Cristo “che è più eloquente di quello di Abele” (Eb 12,24).
Congiunto con il sangue di Cristo, vi è anche quello dei suoi, come abbiamo visto in Filippesi 2,17.
Sicché la tua interpretazione è esatta.
6. A proposito di Apocalisse 6,10 Marco Sales annota: “Si tratta, come è chiaro, dei martiri, e la loro morte viene presentata come un sacrificio offerto a Dio. La domanda dei martiri non è ispirata da sentimenti di vendetta personale, ma dallo zelo della giustizia; essi desiderano la risurrezione dei loro corpi e il trionfo del regno di Gesù Cristo”.
È una supplica che scaturisce dal vivo il desiderio che Cristo ritorni per porre fine alla malvagità trionfante degli empi e instaurare il regno promesso.
È una supplica che si appella alle parole stesse di Cristo che aveva assicurato: “E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente” (Lc 18,7-8).
7. È interessante leggere il prosieguo di quei due versetti: “Allora venne data a ciascuno di loro una veste candida e fu detto loro di pazientare ancora un poco, finché fosse completo il numero dei loro compagni di servizio e dei loro fratelli, che dovevano essere uccisi come loro” (Ap 6,11).
Commenta sempre Marco Sales: “venne data a ciascuno di loro una veste candida: che simboleggia la gloria dell’anima. Già fin d’ora i martiri sono beati godono della visione di Dio e intanto attendono con perfetta rassegnazione che anche il loro corpo dopo la risurrezione sia chiamato a partecipare di quella gloria.
E fu detto loro: dice Sant’Agostino che Dio parla i suoi santi come un padre di famiglia che dice ai suoi figli che tornano uno dopo l’altro dal campo e chiedono di mangiare: tutto è pronto, ma aspettate i vostri fratelli affinché quando siate tutti insieme mangiate tutti in comune”.
8. Nella Sacra Scrittura viene attestata l’intercessione dei santi in cielo, come appare evidente dal presente testo: in 2 Mac 15,13-14 Giuda il maccabeo riferisce di “un sogno degno di fede, anzi una vera visione. La sua visione era questa: Onia, che era stato sommo sacerdote, uomo onesto e buono, modesto nel portamento, mite nel contegno, spedito ed elegante nel parlare, occupato fin dalla fanciullezza in tutto ciò che è proprio della virtù, con le mani protese pregava per tutta la comunità dei Giudei. Poi, allo stesso modo, era apparso un uomo distinto per età senile e maestà, circonfuso di dignità meravigliosa e piena di magnificenza. Presa la parola, Onia disse: «Questi è l’amico dei suoi fratelli, che prega molto per il popolo e per la città santa, Geremia, il profeta di Dio». E Geremia stendendo la destra consegnò a Giuda una spada d’oro, pronunciando queste parole nel porgerla: «Prendi la spada sacra come dono di Dio; con questa abbatterai i nemici»” (2 Mac 15,11-16). La Bibbia di Gerusalemme commenta: “Questa è la prima testimonianza di una credenza nella preghiera dei giusti defunti per i vivi”.
Ma i testimoni di Geova come i protestanti hanno tolto dal novero delle Scritture i libri dei Maccabei.
Ti auguro ogni bene, ti benedico e ti ricordo nella preghiera.
Padre Angelo