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Quesito

Buonasera padre Angelo,
spero lei stia bene, mi dispiace disturbarla ancora sapendo che molti le scrivono. Certamente molti le avranno posto il mio medesimo problema, ma lo stesso assume forme e situazioni sempre nuove e preoccupanti. C’è un odio sempre più crescente verso Papa Francesco e anch’io stavo cadendo nella trappola, in quanto non riuscivo più a pregare per lui.
Forse, il Signore ha avuto pietà di me e il mio cuore è cambiato e sono tornata a pregare per lui e non giudicarlo e cerco anche di difenderlo per come posso.
Non nego che ci sono molte cose che mi lasciano perplessa su questo pontificato, ma le critiche dovrebbero essere fatte sempre con carità e prudenza. Sui social, ad esempio, è un caos totale.
Mi sono imbattuta su un docente di storia e letteratura, abbastanza seguito, che scrive spesso cose condivisibili, ma sul Papa usa espressioni molto forti. Queste persone, purtroppo, avendo notevole cultura, riescono ad influenzare molti.
Siccome ho scritto un post che richiama alla prudenza per ciò che riguarda le correzioni verso l’autorità del Papa così come diceva Santa Caterina da Siena e San Tommaso d’Aquino, questo docente mi ha risposto facendo riferimento a San Pier Damiani il quale su Papa Benedetto IX disse: “Sguazzante nell’immoralità, un diavolo venuto dall’Inferno travestito da prete… apostolo dell’Anticristo, puzza del mondo, vergogna dell’umanità” (Liber Ghomorreus). Per cui, lui ritiene giusto usare vocaboli anche molto offensivi.
Io le chiedo, non per me stessa, ma per aiutare non solo questo docente che, secondo il mio modesto parere, temo sia n preda ad una vanità intellettuale, ma anche coloro che influenza considerevolmente, di aiutarmi a comprendere come mai un Santo possa aver detto simili cose su un Papa e come poter rispondere a questa giustificazione.
Spero possa ricevere da Lei un aiuto.
Maria Rosa

Risposta del sacerdote

Cara Maria Rosa, 
1. le parole di San Pier Damiani sono evidentemente dure. Ma bisogna sapere a chi furono dette e per quale motivo.
I motivi, a quei tempi, erano noti a tutti. 
Gli storici Bihlmayer e Tuechle scrivono di quel periodo: “La situazione di scompiglio a Roma e in gran parte dell’Occidente si protraeva, anzi andava aumentando. Non senza ragione il X secolo viene definito il secolo oscuro o ferreo: rappresenta infatti una decadenza spaventosa di ogni ordinamento statale, della cultura, una rozzezza e abbrutimento senza pari, specie in Italia e in Francia… ogni ritegno era caduto. Il Sinodo di Strauss del 909 lamenta: “Il mondo è pieno di immoralità e di adulterio, di devastazione di chiese, di assassini e oppressione dei poveri”.
Benedetto IX vive nel secolo successivo, ma il clima è in gran parte è lo stesso.
I due storici menzionati dicono che Benedetto IX fu eletto Papa a 18 anni in seguito a “scandalosi intrighi”. Era “leggero e sfrenato” e superò la depravazione morale di un Papa considerato il peggiore di quel periodo. La sua condotta indegna suscitò nel 1044 una rivoluzione popolare: al suo posto venne eletto un altro Papa Gregorio VI, uomo pio e molto stimato. Benedetto IX però riuscì a riprendere il governo. Tuttavia un sinodo tenuto a Roma nella basilica di San Pietro il 23 e il 24 dicembre pronunciò la condanna di deposizione. Evidentemente ne avevano i motivi ed ecco perché San Pier Damiani lo tratta così. Spiegava davanti a tutti la giustificazione la necessità di quella deposizione. Benedetto IX riprenderà per una terza volta il governo, ma poco dopo muore all’età di trent’anni circa.

2. Vengo adesso al problema da te toccato.
Se c’è una cosa che in ogni caso deve rimanere indiscussa è questa: il clima di odio non può essere giustificato in nessun modo. L’odio è tutto il contrario della carità. 
La Sacra Scrittura dice: “Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna” (1 Gv 3,15).
 La stessa Sacra Scrittura dice che gli omicidi non entreranno nella vita eterna (cfr. Gal 5,21). 
Ciò significa che chi conserva l’odio nel cuore verso una persona è in peccato mortale e non può fare la Santa Comunione.

3. Un conto è odiare il male perché questa è una cosa buona. Il peccato è odiato anche da Nostro Signore.
Ma odiare le persone, che il Signore chiama alla fruizione del suo amore, è sempre sbagliato e separa da Dio.

4. Desidero ricordare quanto disse Davide a coloro che gli suggerivano di uccidere Saul: “Chi mai ha messo la mano sul consacrato del Signore ed è rimasto impunito?” (1 Sam 26,9).
Questo vale anche per chi mette la lingua sul consacrato del Signore.
A scanso di equivoci: da chi viene punito? Dai demoni ai quali spalanca le porte con il suo peccato. E questi, quando vengono, vengono per rubare per distruggere e per uccidere (cfr Gv 10,10).
Pertanto non partecipare mai a discorsi del genere e, per quanto sta in te, cerca di dissuadere gli altri dal farlo.

5. L’odio non può stare insieme con la carità.
La carità è un germe divino deposto in noi, ci unisce realmente a Dio, lo porta dentro di noi e apre per noi l’accesso al paradiso.
Dice San Paolo: “E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe” (1 Cor 13,3).

6. San Tommaso afferma: “Solo a chi possiede la carità viene promessa la beatitudine eterna. 
Senza la carità, infatti, tutto è insufficiente (Esposizione sui due precetti della carità, 4).
“Si deve anche considerare che se uno ha tutti i doni carismatici dello Spirito Santo, ma non ha la carità, non ha la vita. Il carisma delle lingue, il carisma della fede, o anche qualsiasi altro carisma, senza la carità non comunicano la vita. Un cadavere, se viene rivestito d’oro e di pietre preziose, rimane ugualmente un cadavere” (Ib., 1).

  7. Al contrario di quanti conservano l’odio nel cuore, la Sacra Scrittura ricorda la straordinaria benedizione del Signore su quelli che vivono in concordia: “Ecco come è bello e dolce che i fratelli vivano insieme. È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. È come la rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Perché là il Signore manda la benedizione, la vita per sempre” (Sal 133,1.3).

8. Il sommo sacerdote, e Aronne era tale, non poteva radersi la barba secondo la prescrizione di Lev 21,5.
Perciò l’unguento versato sul suo capo in abbondanza si spandeva necessariamente anche sulla sua barba e colava fino all’orlo delle sue vesti e cioè fino ai piedi.
Il profumo di quell’unguento rimaneva sulla barba e sulle vesti e veniva inspirato da tutti con grande soavità. 
L’unguento versato con abbondanza era simbolo della ricchezza della grazia e della santificazione che gli veniva conferita.
Grazia e santificazione che si riversava, come il profumo dell’unguento, sono tutti i presenti.

9. L’ amore fraterno è paragonato anche alla rugiada che non solo è soave ma è anche utile. Nei paesi aridi dell’oriente la rugiada è una benedizione, una fonte di fertilità. Il monte Hermon, alto 3.000 metri e che si trova al nord della Palestina, è sempre coperto di neve e attorno ad esso la rugiada cade con molta abbondanza, come pioggia.
Nel medesimo modo la benedizione scende su chi conserva la carità.

10. Ti ringrazio di avermi dato l’opportunità di scrivere queste cose.
Ti raccomando di conservare sempre la carità perché su di essa scende sempre abbondante la benedizione del Signore.
Di questa ne hai bisogno tu e ne abbiamo bisogno tutti noi.

Ti benedico, ti auguro ogni bene e ti ricordo nella preghiera. 

Padre Angelo